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PAVOR NOCTURNUS ovvero URLA NEL BUIO

Da Maxdejavu

PAVOR NOCTURNUS ovvero URLA NEL BUIOE la Nana cresce, lentamente ma inesorabilmente.
Ci fa ridere, ci fa arrabbiare e lei piano piano cresce.
Te ne accorgi dalle piccole cose, dalle piccole evoluzioni quotidiane.
La parlata che migliora sempre più – da PAPPACCIACCIO DI NEVE a PACCIACCIO DI NEVE (pupazzo di neve) - sembra poco ma nella sua testolina è un grande balzo evoluzionistico.
I primi esperimenti con il vasino dove gioiosa ti chiama perchè ha appena espletato un “compito” da 3,200 kg e poi invece, in altra sede in silenzio gioca con la sua pipì che, nella conca della sedia in legno, ha creato un piccolo laghetto.
Cresce, ci fa arrabbiare e ci fa morire dal ridere.
Cresce e cerca sempre più attenzioni, carezze e affetto perchè in fondo, sarà pure un tornado ma è solo una coccolona.
Il post di oggi non ha nulla di comico, vuole solo essere una pietra miliare per ricordare il primo sogno coscente della Nana!

04/07/2011 h 4:25 am
“PAPAAAAA’, MAMMAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA’”
Papàsino si lancia giù dal talamo nuziale dei Dejavù. Lancia giù in senso figurato considerando che il loro tatami sarà alto si e no 20 cm.
Ok, allora riformulo la frase. Papàsino quindi, alzandosi dal pavimento, corre nella stanza della Nana per consolarla e farla addormentare nuovamente.
“Non c’è!” esclama perplesso Papàsino che, si inizia a girare per Villa Dejavù alla ricerca della Nana perduta.
La trova in un mare di lacrime, riversa per terra piangente.
“Amore, vieni in braccio dai…”
La nana piange.
“Cosa è successo?”
“Cescio, fatto sciogno” che tradotto dovrebbe essere – è successo che ho fatto un sogno -
“Cosa hai sognato!”
“Gnato, c’era tutta sciabbia” – ho sognato che c’era sabbia dappertutto -.
“…”
“Gnato, mae feddo” – ho sognato che il mare era freddo -
“…”
“Gnato, no c’è Papà e Mamma no c’è “- ho sognato che non c’era ne papà ne mamma -
“Papà e Mamma sono sempre qui” e lentamente Papàsino l’ha adagiata “a 20 cm da terra” accanto a Mammapappa che l’ha morbosamente coccolata.

Papàsino avrebbe voluto piagnucolare dalla commozione o forse solo dal dispiacere che la Nana abbia sofferto.
Riflettendoci su, papàsino ha pensato alla vita futura della Nana, alle gioie che dovrà ancora provare e tuttavia anche ai dolori che necessariamente, perchè così vuole il corso della vita, dovranno arrivare. Papàsino ha pensato a quanto grande sia stato per la Nana quel tremendo incubo, per lei così piccola e così ingenua. Lei che soffre tremendamente quando il suo compagno di giochi improvvisamente ritorna ad essere il suo Papà che la sgrida o cerca di farla rigare dritta. Papàsino ha pensato a quanto la Nana sia felice invece quando il suo Papà “autoritario” diventi il suo compagno di giochi che più che giochi, potrebbe dire Mammapappa, sono una serie di devastazioni rumorose che vanno dallo stereo sparato a palla a 10.000 decibel ballando i Greenday, al salto sul letto completo di cuscinate!

Maya ti amo. Papà


Filed under: Comic, Commedia, Società, Varie Tagged: incubi notturni

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