Paziènza
Dal latino patientia, derivato di patiens -entis ‘paziente’.
Anche, antico o regionale, pacènza, pacènzia, paciènza.
Sostantivo femminile.
1. Disposizione d’animo, abituale o attuale, congenita al proprio carattere o effetto di volontà e di autocontrollo, ad accettare e sopportare con tranquillità, moderazione, rassegnazione, senza reagire violentemente, il dolore, il male, i disagi, le molestie altrui, le contrarietà della vita in genere: avere, non avere pazienza; portare pazienza.
Ci vuole pazienza!: esortazione rivolta ad altri o a sé stesso.
Giochi di pazienza: sono così denominati quei giochi, quasi sempre solitari, che oltre a una relativa destrezza richiedono concentrazione, applicazione continua, e una serie di tentativi per prove ed errori, onde arrivare alla soluzione predeterminata: tipici giochi di pazienza sono i rompicapo, i puzzle e alcuni solitari con le carte.
In formule di cortesia: abbia pazienza, anche come modo di chiedere scusa, in varie occasioni: abbia pazienza, devo passarle di nuovo davanti.
Con tono esclamativo, esprime rassegnazione, per lo più forzata: se proprio non si può, pazienza!, sarà per un’altra volta.
Capacità di frenarsi, di contenere l’ira, l’irritazione: guai se perdo la pazienza.
Calma, assiduità, costanza e insieme precisione nell’eseguire un lavoro, nello svolgere un’attività superandone le piccole difficoltà: la pazienza della formica, che, capovolta dal vento, cento volte perde la sua soma e cento la riprende(Nievo).
2. (raro, antico) Patimento, sofferenza: E qual più pazienza avea ne li atti, Piangendo parea dicer: «Più non posso» (Dante).
3. Con significato concreto, nell’abbigliamento religioso:
Parte dell’abito di alcuni ordini religiosi, in particolare dei carmelitani, costituita da una specie di tunica senza maniche, aperta ai lati, stretta e lunga sino ai piedi, portata sopra la veste intera.
Lo scapolare o abitino con l’immagine o il nome della Beata Vergine del Carmine.
Il cordone con cui i frati si cingono la vita.
4. Sulle navi a vela, altro nome della cavigliera, così detta per lo sforzo delle manovre che deve sopportare.
5. (botanica) Albero della pazienza: nome regionale dell’albero dei paternostri.
(botanica) Erba pazienza, o anche solo pazienza: erba perenne della famiglia poligonacee (Rumex patientia), alta fino a 2 metri, originaria dell’Europa orientale e Asia occidentale, anticamente coltivata o inselvatichita negli abitati dell’Italia centrale; la sua grossa radice si usava un tempo in medicina.
Una (parola) giapponese a Roma
Hurling [‘harling]
Voce inglese, derivato di (to) hurl ‘scagliare’.
Sostantivo maschile invariabile.
1. (sport) Sport tipico irlandese simile all’hockey su prato.
2. (sport) Gioco con la palla, simile al rugby, diffuso specialmente in Cornovaglia.
Alzata di scudi contro la Parolata per le braghe monouso. Marina Geymonat ci dice:
— A me viene in mente almeno un altro uso, cioè "calare le braghe", nel senso di arrendersi a qualcosa senza combattere. E poi – a dirla tutta – dalle mie parti dove il dialetto è ancora molto diffuso, i pantaloni li chiamano ancora "braghe", "tirati su le braghe" o anche, più grezzo, quando i pantaloni scendono più o meno come li indossano i ragazzini alla moda da qualche anno, è un classico definirle "le braghe alla scagassa". —
Marina ci scrive dal Piemonte, e lasciamo alla vostra immaginazione la traduzione dell’ultima immagine. Poi abbiamo stanato Piero Fabbri:
— Dici? No, dai… riconosco che ormai il termine è usato prevalentemente in forme dialettali o locuzioni prefabbricate, ma più ancora che "rimanere in braghe di tela" è usato lo spietato "calare le braghe", con tutto il significato poco simpatico che comporta. Le —
Purtroppo la mail ci è arrivata incompleta, chissà se Piero vorrà terminarla. Accettiamo le segnalazioni, aggiungeremo la frase proposta a "braga" e continueremo a considerare la parola monouso.
A proposito: alzata (o levata) di scudi significa ammutinamento, ribellione. Deriva dal mondo militare antico, quando i combattenti in campo aperto per ripararsi si nascondevano dietro il proprio scudo alzato, in questo modo indicando l’intenzione di sostenere e respingere un attacco combattendo.
Ventiduesimo libro, quarto indizio
Il vecchietto conosce un tipo che ha una strana e discutibile occupazione, e per amore dei suoi animali lo uccide. Dopo parte, ma non fugge, viaggia. Arriva anche lui al posto dove si trova il ragazzetto, ma non lo incontra, incontra, invece, la donna che forse…