Pazza festa zurighese

Quando mi hanno invitato per una festa il week end scorso, non mi immaginavo un rave party con la gente che balla mezza nuda sui tavoli. Conosco Zurigo abbastanza bene per non crearmi illusioni. Tuttavia la realtà ha superato ogni più cupa attesa. Arrivato alla porta della casa non si sentiva alcun rumore, neanche una vaga luce che indicasse la prensenza di gente. Ho fatto il giro dell'immobile e mi sono trovato di fronte ad una famiglia che mangiava sulla veranda nella penombra. Ho pensato di aver sbagliato indirizzo, ma poi ho riconosciuto una faccia, avevo trovato la festa.
Con un vago richiamo di musica in sottofondo (così bassa da non riuscire a riconoscere le canzoni), mi sono seduto tra gli altri invitati. Sono le otto e mezza, ovvero mezz'ora dall'orario di inizio: praticamente non c'è più niente da mangiare. Gli invitati sono ben sette e la lingua di comunicazione principale è lo svizzero tedesco. Non riesco a capire neanche una parola, tranne quando c'è qualcuno che parla in tedesco vero, ma spesso si tratta di brevi passaggi in mezzo a suoni disarticolati.
Bevo un paio di bicchieri per farmi forza e mi introduco nella conversazione. Ad un certo punto qualcuno si dice stupito che il mio tedesco sia tanto povero dopo un anno e mezzo a Zurigo, non proprio un inizio incoraggiante. Penso che in Italia qualsiasi straniero che tenti di pronunciare mezza parola in italiano verrebbe accolto con cori da stadio. Mangio qualche briciola. Bevo un altro paio di bicchieri di vino e mangio una fetta di torta (molto buona). Verso le dieci e mezza vengono ordinate due pizze, di cui mangio una fetta. Verso le undici partono i primi invitati. Io sarò l'ultimo, poco dopo mezzanotte. La parola d'ordine a Zurigo è "non esagerare".