Ieri ero avvilita e triste e inutile.
Quindi mi sono messa a fare una torta.
E ho voluto dare l'ennesima chance a quella simpaticona della Benny Parodi. Che tendenzialmente mi sta piuttosto sulle scatole. Lei e il suo forno a energia nucleare. E il suo essere oca. E sua figlia che mi sta altrettanto sulle palle.
Vabè, comunque ho fatto la torta di carote seguendo la sua ricetta.
Ingredienti:
400 g di carote
300 g di zucchero
300 g di farina
3 uova
un bicchiere d'olio di semi
lievito
un pizzico di sale
La sua ricetta inizia con la cazzata del millennio, cioè dice di pelare e grattuggiare subito le carote. POI fare tutto il resto mentre lasci lì le carote. Sì, così me le ritrovo nere. Brava Benny, si vede che ne sai.
Quindi io ho lasciato le carote da tritare alla fine, visto che sono una vecchia volpe.
Ho unito uova e zucchero, l'olio (meno di un bicchiere, mi sembrava un'esagerazione). Di mio ho fatto una modifica straordinariamente creativa, cioè ho aggiunto della buccia di limone grattuggiata. Avanguardia pura.
Poi ho mischiato la farina col lievito ma non li ho aggiunti al resto. Non ancora. Memore dei miei fallimenti clamorosi (torte sottiletta che non lievitavano neanche per finta), ho voluto aggiungere farina e lievito all'ultimissimo momento.
Ho pelato le carote, le ho tritate col robot (Madre, ne voglio uno di nuovo, il nostro fa schifo), ho aggiunto farina e lievito, il sale, questa quantità enorme di carote e ho schiaffato tutto in forno a 180 gradi.
Ecco, qui Benny dice di infornare per 20, massimo 25 minuti.
Dopo 20 minuti, il calore alla torta non aveva neanche fatto il solletico. Cruda patoca*. Sembrava una gelatina.
Quindi Benedetta, porco cazzo, che forno usi? Oppure, le provi 'ste ricette? Perché ci è voluta un'ora tonda per cuocere la torta. UN'ORA. Non venti maledetti minuti.
Vabè, in ogni caso è venuta. Ha lievitato. HA LIEVITATO!
Ed è pure buona.
Benedetta, anche stavolta hai evitato le percosse. Ma per un pelo, eh.
Vorrei fare dolci tutti i giorni.
Poi però esploderei.
Uff.
*completamente cruda. Perdonate il dialetto, ma rendeva di più.
Magazine Lifestyle
Potrebbero interessarti anche :