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Pazzesco di Luca Mastrantonio

Creato il 25 aprile 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Pazzesco di Luca Mastrantonio

Pochi giorni fa nelle librerie per Marsilio è uscito Pazzesco, il nuovo libro sull’italiano moderno. Di Luca Mastrantonio.

L’italiano del nuovo millennio è una lingua pazzesca, perché chi la parla spesso è incapace di intendere quel che vuole dire. Trabocca di termini stranieri o falsamente familiari, usati a sproposito o usciti di senno, che significano tutto e il loro contrario, come l’aggettivo pazzesco: indica qualcosa di pazzo, straordinario o anormale, ma è così diffuso da essere diventato un’esclamazione universale che esprime indistintamente stupore, meraviglia, ammirazione, terrore. La colpa? È di Fantozzi e di Grillo, di un’aranciata amara e, ovviamente, nostra. Ma il dilagare di pazzesco è solo il sintomo più evidente dell’impazzimento generale di una lingua esasperata, esagerata ed esagitata, nei toni e nelle proporzioni, nel lessico e nella sintassi, per la continua e incrociata sovraesposizione mediatica alla ricerca di visibilità e condivisione, al bar come sui social network. In Pazzesco Luca Mastrantonio denuncia, nella prima parte, le mutazioni dell’italiano di oggi: il digitaliano, il new inglesorum, la neo-lingua di regime, il sinistrese di destra, l’antipolitichese, il politicamente ipercorretto, la porno-emotività, l’apatia critica, il battutismo cinico… Segue un dizionario che mette a nudo alcune parole pazzesche per demistifi carne l’orrore e per favorire la comunicazione tra tribù italiane distanti: padri e figli, nativi digitali e tardivi analogici, chi usa emoticon, acronimi e faccini, e chi invece traduce Facebook in Faccialibro e campa di apericena; e, ancora, tra milf e bimbiminkia, zombi e neo-cafoni, troll e vegani, hipster e toy boy… Parole d’ordine del nuovo conformismo per cui siamo tutti geniali e smart, facciamo overdose di selfi e e mettiamo l’hashtag ovunque, mimiamo le virgolette per prendere le distanze da noi stessi e controlliamo i like su Facebook per sentirci socialmente vivi. Invochiamo la meritocrazia solo per noi e la rottamazione sempre per gli altri, whatsappiamo come matti e facciamo sexting senza precauzioni. Certo, abbiamo bisogno di love, ma se non stiamo attenti un fragoroso LOL ci seppellirà. Meglio imparare a conoscere queste parole, per evitarle o evitare di abusarne. Prima che siano loro ad abusare di noi.




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