Aspettando la GamesCom, non è ancora tempo di vacanze per PC Magazine
Se appena nutrite un minimo di interesse nel mercato dei giochi per PC, settimana prossima si prospetta una delle più interessanti dell'anno. Come al solito la GamesCom, favorita dal florido e PC-centrico mercato tedesco, riserverà sorprese, conferme e nuovi incontri con tantissimi titoli esclusivi e non. Tutte le luci, al momento, sono ovviamente puntate sull'annuncio che Blizzard si appresa a fare e del quale speriamo di potervi parlare già mercoledì prossimo, giorno della conferenza. Ma non finisce qui perché oltre alle ultime novità annunciate dai grandi publisher - EA, Activision Blizzard, Ubisoft, 2K e via discorrendo... - abbiamo già preso appuntamenti con produttori specializzati come Paradox, Bohemia e 1C Games, tutti forti di alcuni interessanti "reveal". Testeremo per la prima volta con mano novità assolute come Everquest Next e Wasteland 2, torneremo a metterci in test Oculus Rift per verificare gli ultimi aggiornamenti di Hawken ed EVE VR, scopriremo indie del calibro di Hotline Miami 2 e avremo a che fare con alcune chicche delle quali ancora non è possibile dire nulla. Infine, per la prima volta durante la fiera teutonica, abbiamo appuntamenti sia con Nvidia che con AMD, segno che evidentemente qualcosa si sta muovendo sul fronte hardware e potremo, magari, assistere a qualche interessante presentazione di prodotti inediti. Faremo i conti a GamesCom conclusa!
COMPONENTECARATTERISTICHEPREZZO
ProcessoreIntel Core i5-4430 € 180.00
Scheda MadreASRock Z87 Pro3 € 90.00
Scheda Video GeForce GTX760 € 250.00
RAM Corsair XMS3 8gb (2x4gb) ddr3 1600 MHz € 60.00
Alimentatore SeaSonic S12II 520 Bronze 520W € 65.00
Hard DiskHard Disk Seagate - Barracuda 500 GB + Samsung 830 128GB € 150.00
Lettore-Masterizzatore Ottico Samsung SH-S223Q SATA € 25.00
CaseCooler Master 690 II Advanced € 75.00
CONFIGURAZIONE COMPUTER DA GIOCO € 895.00
Fa piacere vedere campagne di cui abbiamo parlato di recente concludersi con successo, come quella di Chroma Squad, che ha superato di oltre 10.000 dollari il tetto fissato. E rimanendo in tema di strategici a turni dobbiamo assolutamente segnalare lo strepitoso successo di Warmachine: Tactics, che da una richiesta di 550.000 dollari è arrivato a incassare la ragguardevole cifra di oltre 1.450.000 dollari. Con tutti gli obiettivi extra raggiunti questo strategico a squadre potrebbe diventare un gioco di culto anche su computer, dopo la fama conquistata nella versione da tavolo. Facciamo così, mettiamo qui sotto un bel video così vi rendete conto con i vostri occhi di cosa può venire fuori da questo progetto. Black Talons è uno strategico in tempo reale che mette molta enfasi sulla gestione delle risorse e sulla diplomazia. Nel gioco vestiamo i panni del capo di un gruppo di mercenari, i Black Talons appunto, che si trovano intrappolati in un sistema solare occupato da forze ostili. Da questa situazione di partenza dobbiamo scegliere con molta attenzione quali missioni affrontare, come investire i guadagni e quali strategie adottare per farci nuovi alleati dai quali comprare unità avanzate, fino a quando avremo fatto del nostro piccolo gruppo un potente esercito capace di uscire vivo dal ginepraio in cui si è cacciato. Scorrendo la lista delle caratteristiche elencate sulla pagina Kickstarter dobbiamo dire che ci piace molto l'idea di gestire tutto a partire da un'astronave, anche questa modificabile con nuovi armamenti e strutture interne. Un'altra buona notizia è che l'esercito è composto da unità di fanteria e mech, così da creare una forza umana e meccanizzata che apre lo scenario a diverse strategie. Le unità si dividono per tipo di armatura e possono specializzarsi in sotto gruppi. Avremo così soldati d'assalto, di ricognizione, di supporto, ingegneri e cecchini. Un grande classico, insomma. Con in più tutte le varianti fornite per i mech. Chi sopravvive a una missione riceve punti esperienza e cresce in abilità. Inoltre pare che non potremo contare su rifornimenti illimitati, così che ogni perdita peserà sul bilancio della missione e della guerra. Forse Black Talons non brilla per originalità, ma ci sono sul piatto possibilità sufficienti a interessare gli amanti dei giochi strategici. Sempre che questi siano disponibili anche a sostenere la raccolta fondi, che nel momento in cui scriviamo fatica a ingranare.
Un aspirante game designer di nome Dan Rickmers fantastica sulla possibilità di fare la differenza nel mondo, ma si rende conto che "il mondo" è un concetto troppo ampio da abbracciare, e una singola vita appare al confronto insignificante. Da questa considerazione e dalla successiva conclusione che possiamo fare una grande differenza solo dentro di noi, Rickmers è arrivato a immaginare un videogioco che incarnasse le sue riflessioni. È nato così Insignificant, un gioco di ruolo ambientato in un mondo aperto, a metà strada fra Eldar Scrolls e Shadow of the Colossus, nel quale interpretiamo infatti un avventuriero dall'aspetto medioevale ma alto solo tre pollici. L'idea deve essere piaciuta molto al pubblico perché rispetto ai 1.760 dollari richiesti il progetto ne ha già incassati più di 5.000. Tra gli aspetti più interessanti ci sono l'interpretazione di mondo aperto che dà l'autore, un luogo senza una divisone fra storia principale e sotto trame, ma dove ogni azione è importante per il destino del protagonista, e le spassosissime specializzazioni dell'eroe, chiamate Mancy. Tra queste figurano la Dentalmancy, che previene il deterioramento dei denti, e la Floatationmancy, che ci consente di volare. Considerando che il progetto ha già raggiunto il traguardo extra che include il supporto per Oculus Rift, Insignificant è candidato a diventare uno dei giochi indipendenti più originali del prossimo anno.
Quando abbiamo letto la storia dietro Laika Believes il nostro commento è stato Uau, questa sì che è un'idea, originale senza sconfinare nel bizzarro e fertile di possibilità. Tutto ha avuto origine dalla domanda: e se la povera cagnetta Laika, mandata a morire nello spazio, fosse invece sopravvissuta? Immaginate che la storia del mondo abbia seguito un corso diverso da quello che conosciamo e Stalin abbia schiacciato le potenze occidentali fino ad assoggettare tutte le nazioni al dispotismo di una grande madre Russia invincibile. Poi Stalin è morto e gruppi di resistenza hanno cominciato a sorgere qua e là, fino al giorno in cui un ribelle, Abram Krupin, ha visto piovere dal cielo una cagnetta parlante, con indosso una scintillante armatura d'argento e armata fino ai canini. Krupin ha riconosciuto in questa cagnetta un segno del destino, e ha deciso di chiamarla Laika. Con queste premesse si sviluppa il platform bidimensionale pieno di azione immaginato da John Warren e dal suo team. Vediamo subito perché questo potrebbe essere uno dei prossimi giochi da finanziare. Laika Believes propone enormi livelli non lineare, un albero delle abilità molto ramificato, tecniche di attacco e di difesa a disposizione di Laika per sconfiggere i suoi nemici, fluidità di azione e libertà nell'approccio al gioco, una storia articolata e ricca di colpi di scena e una direzione artistica ispirata in linea con un immaginario impero sovietico tecnologicamente avanzato. Più tutti gli extra pensati nel caso la raccolta dovesse andare a gonfie vele. Che ne dite, vale la pena di lanciare a Laika un biscottino?
di Andrea Rubbini
Guild Wars 2
Siamo in pieno agosto, fa un caldo pazzesco, e invece di inventarsi qualche evento fresco e rilassante, gli sviluppatori dei MMO hanno sempre in mente qualche crisi o qualche colpo di scena drammatico. È quello che sospettano un po' tutti per quanto riguarda The Queen's Speech, per esempio, e cioè il prossimo aggiornamento di Guild Wars 2. I festeggiamenti per i primi dieci anni di regno della regina Jennah vanno avanti da quasi due settimane, e l'amata sovrana si prepara a fare un bel discorso di ringraziamento a tutti i suoi sudditi. Filerà tutto liscio? Ovviamente no... e lo dimostrano già gli atti vandalici con cui un misterioso personaggio di nome Scarlet ha rovinato la pagina web preparata da ArenaNet per la patch in arrivo. Meta-videogioco, insomma. Ne sapremo di più il 20 agosto, quando sarà rilasciata la patch: a livello pratico, dobbiamo aspettarci una quantità di contenuti un po' più modesta rispetto ai soliti aggiornamenti quindicinali di Guild Wars 2. Ci sono i regali di compleanno, tanto per cominciare, che riceveranno tutti i personaggi creati al lancio del gioco, un anno fa: contengono una miniatura della regina Jennah, un booster dalla durata di ventiquattro ore e un bonus ai punti esperienza. La patch aggiungerà anche dei meta-achievement e relative ricompense, nonché alcune novità in WvWvW nella forma di tratti e abilità inedite. Per festeggiare il compleanno di Guild Wars 2, ArenaNet sconterà anche alcuni oggetti sullo store per una decina di giorni, mettendo in vendita anche alcune skin per armi e armature viste soltanto negli eventi temporanei svoltisi durante l'anno. Il MMO di ArenaNet, nonostante alcune polemiche, ha vissuto questo suo primo anno con grande vigore: a quanto pare è stato quello che ha venduto più copie più velocemente in assoluto, piazzandone ben tre milioni nei primi nove mesi. Per festeggiare questo traguardo, sarà possibile provarlo gratuitamente dal 23 al 25 agosto.
World of Warcraft
I preparativi per il rilascio dell'importantissima patch 5.4 procedono a gonfie vele. Anzi... sono alla fine! Blizzard ha infatti confermato ufficialmente che la patch, intitolata L'Assedio di Orgrimmar, verrà rilasciata il prossimo 27 agosto (uhm, la stessa settimana di Final Fantasy XIV) e come di consueto ha anche preparato un trailer persino più curato del solito. Nel trailer vediamo scontrarsi il capo degli Shandaren e Garrosh Malogrido al centro della Valle dell'Eterna Primavera. Per il Pandaren le cose si mettono male, e Garrosh riesce finalmente a corrompere Pandaria e ad impadronirsi del potere dell'ultimo Sha. Per i giocatori è il momento di prendere il Signore della Guerra dell'Orda a calci nel sedere una volta per tutte. La nuova patch rappresenta un importante punto di svolta nel lore del franchise, ma per Blizzard è anche un'importante scommessa contro la costante perdita di utenti che ha subito il gioco negli ultimi anni. Per l'occasione sarà implementata anche un'inedita e innovativa tecnologia: attraverso i "Reami Connessi", Blizzard abbatte definitivamente le barriere virtuali tra i server, unendoli in coppie che opereranno come se fossero un unico server, consentendo ai giocatori di interagire senza più alcun limite. Il ragionamento alla base di questo espediente è molto interessante, e se vi piacciono i dettagli tecnici vi suggeriamo di leggere la relativa bloggata. Nel frattempo, a quanto pare possiamo smentire una voce di corridoio che girava da qualche tempo: mentre è quasi sicuro che Reaper of Souls sia il titolo della prima espansione di Diablo III, è altrettanto certo che il vociferato trademark The Dark Below sia un pesce d'aprile in ritardo e che non abbia nulla a che fare né con la prossima espansione di World of Warcraft, né con Azshara, Vash'jir e i raid sottomarini scomparsi. Continuiamo a incrociare le dita per la Legione Ardente e Sargeras, via.
Final Fantasy XIV
Mentre scriviamo queste righe, ci troviamo nella piazza del cristallo Aetherite di Limsa Lominsa, a prenderci un po' di fresco mentre centinaia di avatar dai nomi più astrusi - e spesso ridicoli... - vanno avanti e indietro in tutta fretta. Vi ricordiamo, infatti, che è iniziata la Open Beta della seconda versione di Final Fantasy XIV. Quest'ultima fase di test durerà fino a lunedì 19 agosto, ed è aperta a tutti, sia ai giocatori PC Windows sia agli utenti PlayStation 3. I progressi compiuti durante questi tre giorni non verranno azzerati e si potrà continuare a giocare con gli stessi personaggi non appena il gioco verrà rilasciato il prossimo 27 agosto (o il 24, se avete effettuato il pre-ordine, avete registrato il codice dell'accesso anticipato e non siete su una spiaggia a prendere il sole). Pochi i problemi riscontrati da Square Enix durante uno stress test che per ora sembra filare liscio, nonostante qualche problema di log-in causato presumibilmente dagli oltre centomila partecipanti che hanno invaso i server di gioco, costringendo la società nipponica a bloccare l'accesso ad alcuni di essi. Vi ricordiamo anche che per gli utenti Legacy, cioè quelli che avevano pagato almeno tre mesi della prima versione del gioco e che presumibilmente hanno superato il livello 30, c'è anche la possibilità di riprendere i loro personaggi e provare la zona PvP chiamata Wolves' Den.
Star Wars: The Old Republic
Chiudiamo questo appuntamento con un breve cenno agli ultimi sviluppi della galassia lontana lontana di BioWare. Tanto per cominciare, c'è la patch 2.4 all'orizzonte, e gli sviluppatori hanno annunciato una nuova feature che farà la gioia dei giocatori più competitivi: le Warzone Arena. Questi campi di battaglia sono... be'... Warzone in formato ridotto, in cui si scontrano due squadre composte ciascuna da quattro giocatori con il solo scopo di sconfiggersi l'un l'altra. Ogni partita sarà composta da tre turni, all'inizio dei quali le condizioni di salute e cooldown delle squadre saranno ripristinate. La prima squadra che sconfigge l'altra almeno due volte, vince la battaglia. C'è anche qualche novità per quanto riguarda il PvE, ma non solo: ha a che fare sopratutto con l'aspetto grafico del gioco, che verrà considerevolmente migliorato da una nuova gestione delle texture. In buona sostanza, il gioco apparirà più vivo e colorato che mai, ma se volete saperne di più su come succeda questa magia, non vi resta che leggere la relativa bloggata.
di Christian La Via Colli
Touchscreen senza screen
Perchè acquistare enormi e costosi schermi touch quando ogni superficie può essere trasformata in uno schermo tattile? Se lo sono indubbiamente chiesti i ragazzi di Ubi Interactive quando, dopo essere entrati nel programma Microsoft Kinect Accelerator, hanno immaginato una tecnologia che rende virtualmente tattile anche un muro di cemento. La tecnologia sfrutta, ovviamente, la peculiare capacità del Kinect di individuare con precisione un movimento compiuto in un dato punto dello spazio reale e il risultato ottenuto da Ubi Interactive è stato talmente convincente da conquistare svariati dirigenti tra cui Patrick Wirtz, innovation manager impiegato presso The Walsh Group. E non stiamo parlando di una piccola realtà ma di una compagnia molto grande che da lavoro a più di 5000 persone e ha investito 450 milioni di dollari in equipaggiamenti. Ma perchè, si è chiesto Wirtz proprio come aveva sperato Ubi Interactive, spendere 10.000 dollari quando si hanno già a disposizione un proiettori e computer che, combinati con la tecnologia di Ubi Interactive, permettono di organizzare proiezioni interattive sfruttabili per una vasta gamma di presentazioni? E lo stesso si è chiesto Evan Collins, laureato alla California Polytechnic State University, che ha sfruttato il software per organizzare una mostra interattiva dedicata alle tesi di alcuni studenti di architettura. Da questo basta poco per immaginare insegnanti che salutano, finalmente, gessi e lavagne, imparando loro stessi a sfruttare al meglio possibilità tecnologiche ancora sfruttate solo nelle compagnie ultratecnologiche. E questa possibilità si estende anche ad ambiti meno nobili come pannelli informativi, menù e, ovviamente, videogiochi touch.
Intel crede nel PC
Intel ha ribadito la propria confidenza nei confronti delle potenzialità del mercato PC e dei disposivi 2 in 1, ovvero di quegli ultrabook che possono passare dallo stato di tablet a quello di laptop. Il comunicato rilasciato dalla compagnia è inevitabilmente a sfondo promozionale ma ci regala alcune informazioni che sono state raccolte intervistando 3.977 adulti residenti sia in diverse grandi città sia nelle zone rurali degli Stati Uniti. Ebbene, secondo quanto riportato da Intel gli americani passano, in media, 43 ore alla settimana sui computer. Inoltre più della metà delle famiglie americane e dei giovani statunitensi pensa di aggiornare il proprio PC nel corso del prossimo anno. Ma quale direzione prenderanno quando si troveranno a dover decidere non possiamo darla per scontata. Per molti anche un iPad è un computer, ma questo pur essendo meno limitato di un laptop in termini di portabilità è frenato da un sistema operativo blindato. Un'interfaccia che pur non obbligando l'utente a fare nulla lo guida in un ecosistema chiuso. Nel caso di Android i limiti sono inferiori, e anche iOS può essere in una certa misura "scassinato", ma le potenzialità del desktop sono di gran lunga superiori. Tanto per intenderci sullo stesso PC possono essere installati sistemi operativi differenti caricabili al lancio o emulabili gli uni all'interno degli altri. Molti si chiederanno a che cosa serva una cosa del genere ma per alcuni utenti è importante, mantiene elevate le possibilità di sperimentazione, apre diverse strade agli sviluppatori ed è rilevante in senso assoluto se pensiamo che quando un PC diventa vecchio ci sono associazioni che lo riciclano, installando un sistema operativo che richiede meno risorse di Windows, e lo destinano ai paesi meno sviluppati. E il PC ha tanti altri vantaggi ecocompatibili come la possibilità di effettuare upgrade e di durare più di uno o due anni, a differenza dei tablet che sono costruiti con il preciso intento di essere sostituiti a cadenza regolare. Purtroppo, paradossalmente, proprio quest'ultimo elemento è quello che garantisce alle tecnologie mobile un volume di vendita maggiore ma non è detto che la chiusura possa funzionare a lungo. Risulta infatti evidente come la maggiore apertura di Android abbia favorito quest'ultimo che è installabile su un gran numero di dispositivi. Inoltre la minore chiusura ha consentito ad alcuni sviluppatori indipendenti di riadattare versioni di Android perchè funzionino anche con alcuni dispositivi non supportati. Ma in certi casi, come è successo per alcuni Acer, ci sono tablet che diventano vetusti nel battito di un ciglio con effetti nefasti sull'utente pagante che potrebbero essere limitati con sistemi operativi unificati. A quel punto solo la potenza, come per i PC, constringerebbe a cambiare hardware o versione del sistema operativo, e non la decisione presa da una delle tante compagnie di interrompere il supporto per un prodotto in modo arbitrario. Con questo non ci auguriamo certo l'avvento di un monopolio o di standard obbligatori che finirebbero per favorire un specifico attore o una data tecnologia limitando la concorrenza. Ma la creazione di dispositivi mobile meno blindati, pur non potendo consentire la pratica dell'updgrade viste le dimensioni modeste, potrebbe permettere a diversi attori di creare sistemi operativi aperti, magari compatibili con il PC che di applicazioni aperte ne ha in abbondanza. Microsoft, per ora, è l'unica che ci sta provando, con Windows 8, ma si tratta comunque di prodotti costruiti ad-hoc, i rischi di blindatura sono possibili anche in questo caso e, comunque, la compagnia non ha ancora trovato il modo di rendere appetibili i tablet costruiti intorno al suo sistema operativo, sia per questioni di prezzo sia per la dotazione hardware dei tablet Windows Pro che non vale assolutamente una spesa così elevata.
Terminator sta arrivando
Prosegue il triviale cammino del PC verso l'emulazione dell'intelligenza umana. La chiave per compiere un passo deciso in avanti, secondo IBM, è quella di riprodurre i meccanismi sinaptici della materia grigia superando i cervelli elettronici composti da "semplici" switch e passando a complesse reti di processori incaricati di svolgere il ruolo di neuroni. In questo processo di emulazione la memoria sostituisce le sinapsi mentre i condotti di comunicazione si occupano di emulare gli assioni (particella ipotetica ma a quanto pare decisamente rilevante). Secondo IBM questa tecnologia funziona alla grande e per dimostrarlo la compagnia ha mostrato un software che la sfrutta durante l'International Joint Conference on Neural Networks. Ma le mire del colosso statunitense vanno ben oltre la semplice creazione di chip più evoluti e comprendono lo sviluppo di un ecosistema di programmazione versatile che possa funzionare non solo con unità dedicate ma anche con semplici sensori, creando così enormi reti sinaptiche "percettive" a partire da dispositivi già enormemente diffusi. Con questa tecnologia diversi sensori installati su un'occhiale studiato appositamente creato per chi ha problemi di vista potrebbero comunicare tra loro per combinare i dati processati in una forma percepibile dal soggetto. E delle reti di sensori sparse per i mari potrebbero raccogliere e combinare dati con un efficacia tale da costruire modelli per prevedere tsunami e tempeste. Non a caso gli ingegneri di IBM parlano di una nuova era il cui culmine dovrebbe essere un vero emulo del cervello, un computer non finalizzato al calcolo ma estremamente potente, versatile e alimentato con un quantitativo di energia minimo. Un obiettivo ambizioso su cui IBM è al lavoro come dimostra la creazione del supercomputer Watson che ha battuto due concorrenti umani in una sfida a Jeopardy. Si tratta, indubbiamente, di un esempio notevole delle possibilità dei computer cognitivi ma fino ad oggi molti hanno criticato la rappresentazione troppo semplicistica delle reti neurali ponendo dubbi sulle effettive possibilità evolutive della tecnologia. Ebbene, con il nuovo sistema di programmazione, che si basa su schemi chiamati Corelets, è probabile che questo tipo di chip compia un netto passo in avanti. Certo, il fatto che interi sensori possano essere controllati o possano auto controllarsi ci obbliga a formulare l'ormai usuale sfilza di dubbi. Verremo massacrati dalle macchine? O più semplicemente le macchine ci spieranno in ogni momento e i nostri dati verranno usati per controllarci, per la pubblicità o, se ci capitasse la fortuna di diventare importanti, per ricatti o altri abusi della privacy? L'opzione Terminator è sicuramente quella più affascinante mentre la seconda, con tutte le scremature anti-paranoiche del caso, è la più probabile anche se la maggiore circolazione di dati, un po' come capita con internet oggi, sarà probabilmente anche una risorsa potenzialmente sfruttabile per combattere eventuali abusi.
di Mattia Armani