Sembra che qualcosa si muova nel
Pd in materia di nomine nelle società partecipate dal Comune di Verona.
Il Pd di Verona scrive nel
proprio sito che “la scelta dei nuovi incaricati sarà operata dal Gruppo
consiliare comunale. Il Partito Democratico avvierà un percorso aperto e
trasparente per l’individuazione dei propri rappresentanti da proporre alla
scelta del Gruppo consiliare Comunale”.
Due brevi osservazioni: 1) Non si
conosce il processo di valutazione stabilito dal Pd di Verona; 2) Si usa una
terminologia, “propri rappresentanti”, ancorata al passato ed alla
lottizzazione del potere tra i gruppi consiliari.
Inoltre, sempre sul sito del Pd
vengono pubblicizzati i bandi aperti dal Comune di Verona per le nomine dei
rappresentanti del Comune negli enti e
vengono invitati le persone a presentare il proprio c.v. con e-mail ([email protected]) al Pd di Verona.
Ritengo che l’iniziativa del Pd sia molto interessante ed
innovativa per i seguenti motivi:
1) Il Pd dovrà valutare i c.v.
che gli sono pervenuti e dovrà dotarsi di una commissione indipendente di
valutazione che rappresenti il partito, il Segretario provinciale Pd Vincenzo
D’Arienzo, il gruppo consiliare nella persona del Capogruppo, Michele Bertucco, e
composta da esperti in materia di valutazione delle competenze. Solo così può
essere effettuata una valutazione seria e responsabile da sottoporre al Gruppo
Consiliare;
2) Il Pd se persevera nella visione delineata
finalmente rompe con il passato ed avvia un nuovo modo di fare politica in
materia di nomine. Non più lottizzazione del potere tra le correnti ma al
contrario valutazione delle competenze e della probità.
L’altro obiettivo da perseguire è
l’apertura del comune alla società civile in materia di nomine.
Attualmente il regolamento che
disciplina le nomine nelle società partecipate dal Comune permette la
presentazione delle candidature solo se sottoscritte dai consiglieri comunali
(l’art. 1, punto 4 lettera a), “Possono presentare
candidature: a) i componenti del Consiglio Comunale e gli Assessori; b) ….)”.
Tale articolo non permette ai cittadini veronesi, pur in possesso dei requisiti
di professionalità e probità, di presentare candidature indipendenti dal
sistema dei Partiti nei consigli di amministrazione delle società controllate
dal Comune senza la sottoscrizione dei consiglieri comunali di un determinato
gruppo.
A
questo punto occorre che il gruppo consiliare del Pd per completare la propria
proposta presenti la richiesta di convocazione del consiglio comunale al fine
di sottoporre la modifica dell’art. 1 del regolamento che disciplina le nomine per
permettere ai cittadini veronesi di presentare la candidatura nei consigli di
amministrazione delle società pubbliche.
Questa è
la strada da seguire per interrompere la lottizzazione del potere che
privilegia le persone non per il merito ma per l’appartenenza politica ad un
partito o ad una corrente e la fedeltà
al personaggio politico proponente.
Inoltre
occorre stabilire un processo di valutazione indipendente con la nomina di
un’apposita commissione, la trasparenza dei c.v. e delle valutazioni
effettuate.
Attualmente
i partiti godono di una bassa fiducia da parte dei cittadini per tanti motivi:
il disagio sociale, il mancato coinvolgimento dei cittadini e le scelte
effettuate per ragioni partitiche. Per recuperare tale rapporto occorre
realizzare un modello di Comune aperto alle esigenze ed ai bisogni dei
cittadini che privilegi i problemi e la loro risoluzione.
Purtroppo
il Comune di Verona è chiuso e non pone attenzione alle competenze. Inoltre,
non ha attuato l’art. 11 del D. Lgs. n. 150/2009 in materia di trasparenza.
Il potere di Tosi si basa su una
gestione del Comune opaca e su un sistema di potere che privilegia la fedeltà e
l’appartenenza politica. Per costruire un’alternativa e corrodere i consensi di
Tosi occorre introdurre nel Comune di Verona la trasparenza totale che permette
ai cittadini di conoscere e partecipare e le competenze delle persone che
verranno elette negli enti controllati dal comune. Assecondare il disegno di
Tosi significa combattere su un terreno a lui prediletto: controllo del potere,
nomine di persone fidate e scarsa trasparenza delle attività amministrative.
Il Gruppo consiliare del Partito
Democratico dovrebbe invertire la tendenza e non adagiarsi al sistema di potere
precostituito al fine di beneficiare delle nomine “spettanti” alla minoranza.
Quindi, occorre presentare alcune proposte che modifichino il processo delle
nomine tenendo presente che spetta al Sindaco il potere delle nomine.
Magazine Informazione regionale
Sembra che qualcosa si muova nel
Pd in materia di nomine nelle società partecipate dal Comune di Verona.
Il Pd di Verona scrive nel
proprio sito che “la scelta dei nuovi incaricati sarà operata dal Gruppo
consiliare comunale. Il Partito Democratico avvierà un percorso aperto e
trasparente per l’individuazione dei propri rappresentanti da proporre alla
scelta del Gruppo consiliare Comunale”.
Due brevi osservazioni: 1) Non si
conosce il processo di valutazione stabilito dal Pd di Verona; 2) Si usa una
terminologia, “propri rappresentanti”, ancorata al passato ed alla
lottizzazione del potere tra i gruppi consiliari.
Inoltre, sempre sul sito del Pd
vengono pubblicizzati i bandi aperti dal Comune di Verona per le nomine dei
rappresentanti del Comune negli enti e
vengono invitati le persone a presentare il proprio c.v. con e-mail ([email protected]) al Pd di Verona.
Ritengo che l’iniziativa del Pd sia molto interessante ed
innovativa per i seguenti motivi:
1) Il Pd dovrà valutare i c.v.
che gli sono pervenuti e dovrà dotarsi di una commissione indipendente di
valutazione che rappresenti il partito, il Segretario provinciale Pd Vincenzo
D’Arienzo, il gruppo consiliare nella persona del Capogruppo, Michele Bertucco, e
composta da esperti in materia di valutazione delle competenze. Solo così può
essere effettuata una valutazione seria e responsabile da sottoporre al Gruppo
Consiliare;
2) Il Pd se persevera nella visione delineata
finalmente rompe con il passato ed avvia un nuovo modo di fare politica in
materia di nomine. Non più lottizzazione del potere tra le correnti ma al
contrario valutazione delle competenze e della probità.
L’altro obiettivo da perseguire è
l’apertura del comune alla società civile in materia di nomine.
Attualmente il regolamento che
disciplina le nomine nelle società partecipate dal Comune permette la
presentazione delle candidature solo se sottoscritte dai consiglieri comunali
(l’art. 1, punto 4 lettera a), “Possono presentare
candidature: a) i componenti del Consiglio Comunale e gli Assessori; b) ….)”.
Tale articolo non permette ai cittadini veronesi, pur in possesso dei requisiti
di professionalità e probità, di presentare candidature indipendenti dal
sistema dei Partiti nei consigli di amministrazione delle società controllate
dal Comune senza la sottoscrizione dei consiglieri comunali di un determinato
gruppo.
A
questo punto occorre che il gruppo consiliare del Pd per completare la propria
proposta presenti la richiesta di convocazione del consiglio comunale al fine
di sottoporre la modifica dell’art. 1 del regolamento che disciplina le nomine per
permettere ai cittadini veronesi di presentare la candidatura nei consigli di
amministrazione delle società pubbliche.
Questa è
la strada da seguire per interrompere la lottizzazione del potere che
privilegia le persone non per il merito ma per l’appartenenza politica ad un
partito o ad una corrente e la fedeltà
al personaggio politico proponente.
Inoltre
occorre stabilire un processo di valutazione indipendente con la nomina di
un’apposita commissione, la trasparenza dei c.v. e delle valutazioni
effettuate.
Attualmente
i partiti godono di una bassa fiducia da parte dei cittadini per tanti motivi:
il disagio sociale, il mancato coinvolgimento dei cittadini e le scelte
effettuate per ragioni partitiche. Per recuperare tale rapporto occorre
realizzare un modello di Comune aperto alle esigenze ed ai bisogni dei
cittadini che privilegi i problemi e la loro risoluzione.
Purtroppo
il Comune di Verona è chiuso e non pone attenzione alle competenze. Inoltre,
non ha attuato l’art. 11 del D. Lgs. n. 150/2009 in materia di trasparenza.
Il potere di Tosi si basa su una
gestione del Comune opaca e su un sistema di potere che privilegia la fedeltà e
l’appartenenza politica. Per costruire un’alternativa e corrodere i consensi di
Tosi occorre introdurre nel Comune di Verona la trasparenza totale che permette
ai cittadini di conoscere e partecipare e le competenze delle persone che
verranno elette negli enti controllati dal comune. Assecondare il disegno di
Tosi significa combattere su un terreno a lui prediletto: controllo del potere,
nomine di persone fidate e scarsa trasparenza delle attività amministrative.
Il Gruppo consiliare del Partito
Democratico dovrebbe invertire la tendenza e non adagiarsi al sistema di potere
precostituito al fine di beneficiare delle nomine “spettanti” alla minoranza.
Quindi, occorre presentare alcune proposte che modifichino il processo delle
nomine tenendo presente che spetta al Sindaco il potere delle nomine.
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