Quelli del PDL hanno completamente perso la bussola. Non sanno più dove sbattere la testa e non sanno più come recuperare i consensi persi. Qualche giorno fa ho lanciato l’idea della candidatura di una donna a Palazzo Chigi da parte del centrodestra. Evidentemente però nessuno dei “big” ci ha pensato. Perciò siamo sempre al solito punto. Il punto morto.
Leggendo l’insalata dei quotidiani, ho appreso di un tentativo berlusconiano di cercare di imitare i grillini. L’idea è facile: creare dei listini e dei listoni pseudo-civici nei quali piazzarci tutta una serie di giovani e meno giovani ignoti ai più, emarginando i ferrivecchi della politica.
L’idea, in verità, è di per sé è pregevole, ma nel contesto attuale appare decisamente patetica. Un po’ perché non si vince e non ci si riprende Palazzo Chigi imitando, ma innovando e restituendo al popolo della propria area l’identità che ha perso. E un po’ perché un Berlusconi che imita o è matto o è arrivato ai semi della frutta, e cioè alla fine del pranzo.
Eppure, senza scomodare Grillo e i grillini e i vari listoni civici che pare abbiano contagiato anche la sinistra, ci vorrebbe davvero poco per restituire agli uomini e alle donne di centrodestra maggiore fiducia nella politica. Una rifondazione del PDL in una direzione maggiormente identitaria che faccia suoi i diversi temi ai quali il centrodestra è affezionato, sorretti da un programma deciso e non negoziabile.
Ne ho già scritto in altri post, ma è chiaro che il messaggio non viene recepito, nonostante sia facile capire cosa passi per la testa degli elettori di centrodestra. È sufficiente affacciarsi su internet e leggere i vari commenti dei cibernauti per capire. Al centrodestra manca essenzialmente un programma e un’identità forte. In sintesi:
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- Un codice etico che metta fuori gioco la vecchia politica degli inciuci e degli intrallazzi di palazzo e inietti le forze giovani ai vertici del partito.
- Un programma chiaro di liberismo sociale che abbia come obiettivo il rilancio dell’economia nazionale attraverso una tutela incondizionata della classe produttiva.
- Un forte programma identitario che si ponga di traverso all’europeismo delle banche e parimenti si ponga come obiettivo primario la rinascita della Nazione Italia.
- Un chiaro progetto di recupero della identità culturale italiana, attraverso nuove politiche che arginino i flussi migratori e li regolino di modo che chi arriva in Italia ci arrivi legalmente e per lavorare.
- Tutela della famiglia tradizionale, della vita e dei valori cristiani come valori identitari e non negoziabili della società italiana.
- Un piano di riforme costituzionali che: a) superi il parlamentarismo; b) introduca il presidenzialismo; c) accentui la separazione dei poteri con i procuratori della repubblica eletti dal popolo; d) introduca il referendum proposito e il referendum di ratifica dei trattati internazionali che comportino una cessione (anche parziale) della sovranità nazionale a organismi sovranazionali.
- Maggiore presenza nel territorio, attraverso una struttura e un’organizzazione capillare capace di essere presente in tutti gli aspetti della vita sociale in modo trasparente e senza compromessi.
Se il PDL riuscisse a creare un partito di tal fatta, lasciando fuori le logiche clientelari e i soggetti politici che usano il PDL per farsi gli affari loro o per proteggere lobbies e interessi particolari, ovvero per commettere reati contro la pubblica amministrazione, allora la gente probabilmente butterebbe nel cesso l’antipolitica grilliana e il centrodestra riprenderebbe quota.
Diversamente continuino pure a ciurlare nel manico e si preparino al loro personale tracollo e al tracollo dell’Italia su tutta la linea. Senza un centrodestra forte, la prospettiva per il nostro paese infatti non pare essere buona. Se mai dovessero vincere i grillini o peggio la sinistra, l’Italia cambierebbe e cambierebbe in peggio. Molto in peggio…
di Martino © 2012 Il Jester