Ieri mi sono innamorata, con vent’anni di ritardo. Dei Pearl Jam, ancora di più di Eddie Vedder, della sua voce.
Sì, sono in ritardo, perché i Pearl Jam sono in giro già da un pezzo e hanno già fatto la storia e stanno seguitando a farla.
Sono tornati a ottobre con un album, Lightning bolt e con un bel singolo, Sirens: questo singolo ha attirato la mia attenzione e mi ha spinta a decidermi, finalmente, ad ascoltare per bene i Pearl Jam.
Nel corso degli anni, ho tentato più volte di avvicinarmi alla loro musica, ma ogni volta i tentativi andavano a vuoto perché non mi diceva bene, mettiamola così. Ieri ho pensato di dare una speranza a questo gruppo, di dare una speranza a Eddie Vedder e direi che ho fatto benissimo.
In primis, lui è bello. Ma tanto bello e tanto pazzo; rimane sempre nei secoli dei secoli il selvaggio che si arrampicava sulle impalcature del palcoscenico preso da chissà quale trip e si buttava a pesce in mezzo al pubblico rischiando di essere dissolto vivo come Grenouille in Profumo e portava quei capelli lunghi e aveva quella voce, che poi non è cambiata di una virgola di lì a vent’anni.
Ancora si arrampica e salta sugli oggetti come vent’anni fa, tra l’altro
http://www.youtube.com/watch?v=-09Rre_AMCM
Indubbiamente ne saprete forse più di me sulla storia di questo gruppo, anche perché io sto ascoltandoli in maniera esauriente per la prima volta nella mia vita, quindi biograficamente ne so lo stretto necessario. Penso sia giusto lasciarvi con la loro musica, con la voce ricchissima di Eddie Vedder in due pezzi meravigliosi: Alive e Indifference. Buon ascolto.
Se siete più giovani di me e non li conoscete, male. Conosceteli subito, prima che sia troppo tardi e che si ritirino o che so io.