Documentario celebrativo dei 20 di attività della celebre band!
Da un punto di vista prettamente filmico, la scelta attuata da Crowe è abbastanza lineare e semplice, ovvero un mix-up di vecchi filmati privati, concerti, vari estratti da interviste lasciate nel corso dei vent'anni e interviste fatte appositamente per l'occasione. Da un punto di vista della storia è appunto la storia della band.
Aspetto che potrebbe interessare a prescindere se si è fan oppure no... anzi spingerei soprattutto i non fan a vederlo.
Il documentario viaggia in modo cronologico partendo dai pre-Pearl Jam, con la morte di Andy Wood (frontman dei Mother Love Bone), fino ai giorni nostri e di come, tra alti e bassi, tra scelte difficili (il boiccottaggio della tirannica Ticketmaster, rea di monopolizzare e speculare sui fan con i prezzi esorbitanti dei biglietti oppure la scelta di concedere sempre meno alla stampa e alle major, per non perdere il controllo su loro stessi e sulla creazione degli album) ed episodi drammatici (il più tremendo fu la tragedia durante il festival di Roskilde dove morirono 9 persone nella calca durante il concerto), la band sia riuscita a varcare la soglia dei 20 anni. Il tutto è molto sobrio, si passa da episodi divertenti e curiosi ad episodi più delicati e cruciali (come ad esempio la morte di Kurt Cobain) senza mai entrare nelle vite private dei protagonisti (non ci sono genitori, compagne, mogli, figli, cugini o amici d'infanzia), trattasi di una celebrazione ma non di un compiacimento.
La storia di una band... di una grande band e dei loro batteristi!
Imdb
Magazine Cinema
Documentario celebrativo dei 20 di attività della celebre band!
Da un punto di vista prettamente filmico, la scelta attuata da Crowe è abbastanza lineare e semplice, ovvero un mix-up di vecchi filmati privati, concerti, vari estratti da interviste lasciate nel corso dei vent'anni e interviste fatte appositamente per l'occasione. Da un punto di vista della storia è appunto la storia della band.
Aspetto che potrebbe interessare a prescindere se si è fan oppure no... anzi spingerei soprattutto i non fan a vederlo.
Il documentario viaggia in modo cronologico partendo dai pre-Pearl Jam, con la morte di Andy Wood (frontman dei Mother Love Bone), fino ai giorni nostri e di come, tra alti e bassi, tra scelte difficili (il boiccottaggio della tirannica Ticketmaster, rea di monopolizzare e speculare sui fan con i prezzi esorbitanti dei biglietti oppure la scelta di concedere sempre meno alla stampa e alle major, per non perdere il controllo su loro stessi e sulla creazione degli album) ed episodi drammatici (il più tremendo fu la tragedia durante il festival di Roskilde dove morirono 9 persone nella calca durante il concerto), la band sia riuscita a varcare la soglia dei 20 anni. Il tutto è molto sobrio, si passa da episodi divertenti e curiosi ad episodi più delicati e cruciali (come ad esempio la morte di Kurt Cobain) senza mai entrare nelle vite private dei protagonisti (non ci sono genitori, compagne, mogli, figli, cugini o amici d'infanzia), trattasi di una celebrazione ma non di un compiacimento.
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