Pecchio e nuccio picci

Creato il 25 dicembre 2014 da Pecchio @lapitwit

Pecchio aveva fatto amicizia su Facebook con un tizio che si presentava con la foto di Napoleone.

Dopo alcuni giorni in cui avevano scambiato battute spiritose e si erano fatti i complimenti con ripetuti “mi piace”, avevano deciso di approfondire la conoscenza e così il finto Napoleone era venuto a trovare Pecchio e gli aveva raccontato che il suo vero nome era Nuccio Picci ed era diventato famoso perché aveva inventato la Cinquimana.

Spiegò, infatti, che aveva eliminato, dalla classica e ormai vecchia settimana, i giorni di Sabato e di Domenica da lui considerati giorni squallidi e negativi dopo molte spiacevoli esperienze.

Pecchio era apparso, a questo proposito, entusiasta e solidale ed aveva accennato all’opportunità di gratificare Nuccio Picci con un premio, anzi “un premione”.

L’amicizia si era rafforzata giorno dopo giorno: entrambi infatti avevano in comune delle convinzioni salutari come quella di limitare al minimo il lavaggio mattutino perché, spiegava Pecchio, “L’acqua ha il difetto di lasciarti bagnato”.

Entrambi ritenevano “pericolosissimo” il cioccolato e bevevano soltanto acqua riscaldata.

L’interesse di entrambi era focalizzato sull’esercizio metodico di leggere alcune pagine di un libro ogni giorno.

Pecchio leggeva, uno dopo l’altro, i libri che aveva in casa ed era partito dalla lettera Z verso il traguardo dell’A.

Picci Nuccio, di bassa statura, leggeva i libri della Biblioteca Comunale partendo dagli scaffali più bassi.

Tutti e due, chiaramente, avevano molto da fare dalla mattina alla sera e, prima di andare a letto, si scambiavano le loro impressioni su Facebook.

Un giorno che erano a casa di Pecchio arrivò anche la Mammaluca, una vecchietta brontolona e noiosissima che usciva sempre con l’ombrello quando c’era il sole e lo lasciava nel porta ombrelli quando pioveva.

Pecchio e Nuccio fecero finta di essere contenti dell’arrivo inaspettato di quella rompiscatole ma, quando lei, tanto per dire qualcosa, li informò che Dicembre era un mese pieno di feste, Nuccio smise di sorridere, fece la faccia severa del legislatore e cominciò a borbottare sottovoce.

“Che ti succede?” chiese Pecchio.

“E’ vero, Dicembre è pieno di feste e tutti questi festeggiamenti, dolci, spumanti, luci, ghirlande cinesi di fiori finti misti a palline colorate mi fanno aumentare il colesterolo e le transaminasi. Ho abolito il Sabato e la Domenica ma non basta. Occorre saltare tutto il mese e anche un po’ più in là fino alla Befana.”

“E che si fa in quel periodo? Si dorme?” chiese Pecchio.

La Mammaluca disse:”Per me siete da ricoverare ma, purtroppo, grazie al Dott. Basaglia, i luoghi giusti per voi sono chiusi.” E se ne andò, facendo gesti sintetici, ma efficaci.

“Si potrebbe dormire come suggerisci” disse Nuccio “ma questi delinquenti che fanno baldoria anche se non c’è gran che da festeggiare, usano maneggiare razzi, mortaretti e droni, per cui sarebbe troppo difficile riposare e meditare sulla bontà della vita. Andiamo in Perù a Machu Pichu, la città perduta degli Incas. Ho sempre sognato di vederla perché questo nome suona bene col mio: Nuccio Picci-Machu Pichu.”

“Mi sembra un po’ lontano” disse Pecchio.

“Ci vuole l’aeroplano” precisò Nuccio.

“Mi dispiace, ma io non salgo su di un aereo, ho promesso alla mamma di non farla stare in pensiero.”

“Allora si può prendere una nave, ma si perde un sacco di tempo”.

“Mi dispiace di nuovo, ma non salgo a bordo di una nave: il mio oroscopo dice di stare attento ai pesci.”

“Allora ci andrò da solo” disse Nuccio Picci.

Salutò cordialmente e se ne andò.

“Vuol dire che guarderò Machu Pichu su Google” disse Pecchio “E invece di Nuccio parlerò con la Capa Nuccia, aspettando Natale.”

Nicoletta Martiri Lapi


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