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Pedaggio sull'A24 a Ponte di Nona? Ecco perché è giusto che ci sia e pure che aumenti

Creato il 11 gennaio 2016 da Romafaschifo
Pedaggio sull'A24 a Ponte di Nona? Ecco perché è giusto che ci sia e pure che aumentiNon è la prima volta che sale ai (dis)onori delle cronache, ma la vicenda del costo del casello autostradale di Ponte di Nona non smette mai di sorprenderci e di rappresentarci scenari - ahinoi anche politici - inediti ed inaspettati.
Questa volta il motivo del contendere è il fatto che tra gli abitanti di questi quartieri ad est della città dovranno pagare, in virtù dei classici aumenti annuali delle tariffe, qualcosa come 10 centesimi il più per coprire il tratto extraurbano che li porta entro il Raccordo e poi fino alla Tangenziale Est. 10 centesimi al giorno, che per una media di 200 giorni lavorativi all'anno, considerando, fanno la bella sommetta di 40euro a macchina. L'intero arco parlamentare si è mobilitato ed è sceso in piazza perché agli abitanti di questo quartiere è stato richiesto un aggravio di spesa di 40 euro all'anno. Davvero!
Nulla di simile è successo per gli asili nido, per le tasse universitarie, per i ticket sanitari, per le rette scolastiche o per l'aumento da 1 euro a 1 euro e 50 dei biglietti Atac. Per 40 euro l'anno invece tutti in piazza a difendere non solo il sacrosanto diritto di pigliare la macchina, ma di pigliarla scegliendo la strada più breve, veloce, rapida.

Ponte di Nona, infatti, chiunque in grado di impugnare Google Maps lo può verificare, è collegata alla città con tre strade: la Prenestina, la Collatina, l'Autostrada. Di queste la terza, pur pubblica, è gestita da privati che, in base ad accordi e convenzioni e in cambio di investimenti, ogni anno in funzione dell'inflazione aumentano le tariffe di un po'. Succede in tutta Italia, ma non può succedere a Roma.

Qui va di moda dire che Prenestina e Collatina sono impraticabili perché troppo trafficate. Ma delle due l'una: o sono impraticabili o sono piene di persone, se sono piene di persone come si fa a dire che non sono un alternativa per nessuno? Evidentemente qualcuno, anzi molte migliaia di persone, le utilizza. E' un po' come quelli che dicono "a Roma non si possono utilizzare i mezzi pubblici perché sono troppo pieni", già ma la affermazione contiene in se stessa la smentita perché se i mezzi sono pieni è segno che qualcuno, anzi tanti, li utilizzano e dunque è falso che non siano utilizzare.
Ovviamente l'alternativa è anche su trasporto pubblico e su ferro: l'area è servita dalla stazione Lunghezza della FR2: al mattino ha cadenze metropolitane vere, meno di 15 minuti tra treno e treno e in 20 minuti si arriva a Tiburtina. Costo? 1,50€ del BIT di Atac, dunque ancora 20 centesimi di più degli 1,30€ che ora costa il casello. L'aumento che ha fatto arrabbiare tutti, allora, è semmai poco perché il tratto autostradale resterà anomalmente economico finché non arriverà a 1,50€: perché chi utilizza il treno deve pagare di più di chi prende l'auto? E' un paradosso. 
E' dunque del tutto evidente che le alternative ci sono, e in abbondanza (curiosa anche l'obiezione su Via di Salone: "non la possiamo fare perché ha le buche", già peccato che sia un problema che riguarda tutta la città e non si capisce perché si debbano garantire alternative alle buche esclusivamente ai 30mila abitanti di Ponte di Nona quando la faccenda affligge tutti i romani e i city users), semmai bisognerebbe lottare non accanendosi su una alternativa - la peggiore, il mezzo privato - bensì per rinforzare le alternative pubbliche. Fare magari di Lunghezza un vero hub di scambio, con parcheggi sicuri per il park+ride, con magari una tramvia che serva tutto il territorio (le tramvie costano poche decine di milioni di euro) e colleghi Lunghezza FS con Bolognetta o Borghesiana della C. 

Il discorso è molto semplice: vai a abitare fuori città? Bene. Ne hai facoltà ed è una scelta legittima, ma oltre agli onori (c'è più tranquillità, hai meno costi, il tuo affitto o il tuo mutuo pesano di meno) hai anche degli oneri (hai più disagi per spostarti, sei obbligato a possedere un'auto con tutti i costi che questo comporta, caselli inclusi). E non sta in piedi il discorso che "le complanari dell'A24 sono pubbliche". Cosa c'entra, anche la ferrovia Roma-Tivoli è pubblica, ma mica la puoi utilizzare gratuitamente. E non sta in piedi il diritto alla mobilità sempre chiamato in causa. I diritti costituzionali sono diritti perché vanno garantiti, ma non sta scritto da nessuna parte che vanno garantiti gratuitamente. E non sta in piedi neppure il discorso che questa area è comunque in lembo del Comune di Roma: il Comune di Roma ha un dimensionamento anomalo, generato per motivazioni assurde nelle quali non è questa la sede per entrare. Il punto non è in che Comune stai (presto sarà tutta Città Metropolitana) il punto è piuttosto quanto sei distante dal centro. Se vai a vivere a 20/22km dal centro (questo è Ponte di Nona) è assolutamente normale che, se vuoi entrare in città con una autostrada, tu debba sottostare al pedaggio. Se lavori a Milano ma decidi per tua tranquillità o risparmio di andare a vivere a Lainate o a Casorate Primo o a Melegnano (tutte località che distano dal centro di Milano la identica distanza di Ponte di Nona dal centro di Roma), paghi l'autostrada per entrare. Oppure, se non ne hai voglia, fai una strada secondaria equivalente lombardo della Prenestina o della Collatina. O in alternativa ferrovie locali.

Tutto è possibile meno che avere questo atteggiamento secondo il quale qualcuno ti ha obbligato, pistola alla tempia, ad andare a vivere qui. 

Ora, detto tutto ciò, ci spiegate voi dove diavolo sta il problema visto che la cosa, tra l'altro, vale esattamente alla stessa maniera per Genova, Torino, Bologna, Firenze, Napoli e Bari? I cittadini di Roma sono forse più furbi? Niente affatto, sono semplicemente i più atrocemente e follemente malati di maghina che vi siano sulla faccia della terra. Se tuttavia non sorprende che questa malattia viene alimentata e strumentalizzata a biechi fini elettorali da personalità del calibro di Matteo Orfini (che oggi incontrerà al Nazzareno - wow - i rivoltosi patetici ribelli dei 10 cent) o di Gennaro Migliore che ha promesso addirittura (evidentemente l'aula non ha niente di meglio da fare) di portare la faccenda in Parlamento, spiace enormemente vedere come dalla parte di una protesta massicciamente insensata vi sia anche il Movimento 5 Stelle proprio nella figura dell'uomo della compagine romana dei grillini che più di ogni altro ha dimostrato, a vario titolo, di capirci di mobilità. Enrico Stefàno, evitando di dire la verità ai cittadini di Ponte di Nona, si pone nel novero tradizionale dei partiti che hanno male amministrato e massacrato questa città.

Quale è la verità? La verità è che il pagamento dell'A24 è giusto e, anzi, anche sano perché con una autostrada gratuita si perderebbe completamente il disincentivo all'utilizzo del mezzo privato con conseguenze enormi in termini, ad esempio, di congestione. Col risultato che i pochi centesimi risparmiati ogni giorno verrebbero perduti in spese di carburante e tempo dilapidato a causa del traffico ingenerato dalla gratuità stessa. Con danni, in termini di congestione, anche per cittadini che vengono da ancor più lontano e che pagano ben altre somme di pedaggio.

Il tutto senza menzionare la sperequazione con chi si rivolge al mezzo pubblico: se passa il concetto che la "tutela" (pelosa) di chi abita in periferia passa dall'offrire mobilità gratis, questo vale solo per la mobilità privata (che invece sarebbe da disincentivare) o invece pure per la mobilità pubblica (che andrebbe incentivata e resa sexy?). Chi prende l'auto non deve pagare il casello, secondo la politica romana, ma chi paga l'abbonamento Atac deve continuare a pagare e zitto. Come mai? E poi perché tra le mille spese che comporta lo spostamento Ponte di Nona - Roma solo quello del casello autostradale dovrebbe essere abbuonato? A questo punto rimborsiamogli anche la benzina, le strisce blu, gli pneumatici e i tagliandi...

Ma questo, oltre a capirlo un bambino, lo capiscono perfettamente sia il PD ma soprattutto il Movimento 5 Stelle. Solo che preferiscono entrambi non dirlo, perché piuttosto che curare il malato terminale di maghinite smettendo di somministrargli dosi e tenendolo in comunità, è più comodo continuare a intossicarlo e a tenerlo buono e sereno, specie in tempo di elezioni. Sempre se il tossicodipendente, alle elezioni, ci arriva vivo. 

Una pagina tristissima specie per chi, come noi, d'ora in avanti conta molto sulla capacità del Cinque Stelle di buttar giù una narrazione e una impostazione radicalmente differente della città, dei suoi problemi, delle soluzioni, dei sacrifici da fare, delle priorità da dare, della lettura delle criticità.

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