Pedali e papere – Madalena Matoso – La nuova Frontiera Junior, 2013
Tempo fa ho letto un articolo pubblicato da Equilibri nel 2002 (che potete leggere nella sua versione integrale qui) in cui si tendeva un filo di connessione a prima vista ardito ma a conti fatti efficace tra Leopardi e Munari; il primo sosteneva nel 1821 nel suo Zibaldone di pensieri che “sapientissimo è il fanciullo, e il selvaggio della California, che non conosce il pensare” che ben si sposa con il principio munariano dell’arte che deriva dell’esperienza scevra da forme di lettura precostituita.
Perché parlo di questo? Perché ho avuto l’occasione di leggere “Pedali e papere” di Isabel Minhós Martins e Madalena Matoso e il primo pensiero che mi ha attraversato la mente è stato proprio che l’approccio delle due artiste (sia nel testo che nelle illustrazioni) è assolutamente simile a quello di Munari e teneramente leopardiano.
Pedali e papere – Madalena Matoso – La nuova Frontiera Junior, 2013
Un bambino non ha mai visto in vita sua una papera, così come non ha mai visto una bicicletta vera. In compenso su papere e biciclette sa tutto, veramente tutto. E a scuola se deve descrivere una papera lo fa nel dettaglio, fino all’ultima piuma; se deve disegnare una bicicletta lo fa con ingegneristica precisione. La domanda che si pone è quale importanza rivesta l’esperienza diretta (guardare, toccare, sorprendersi) nel processo di apprendimento di un bambino che, chiaramente, è importante impari a leggere, scrivere, contare…
Pedali e papere – Madalena Matoso – La nuova Frontiera Junior, 2013
E la domanda conseguente (il cerchio effettivamente potrebbe non chiudersi mai) è quale sia il ruolo della scuola, oppure, come si rileva nell’efficace quarta di copertina, “quanti modi ci sono per imparare?”. L’albo nella sua semplicità di resa grafica risponde con una certa efficacia che non è risolutiva o definitiva (in sostanza essendo un punto di vista, certamente non universale ma per quanto ci concerne condivisibile) alla maniera diretta dei bambini: “ora sì che ho il mondo tra le mie mani!” esclama il piccolo protagonista della storia mentre scende in picchiata sulla bici che il fratello gli ha prestato e uno stormo di papere (vere) vola sopra di lui. Finalmente il bambino è felice e si sente una persona completa. Una persona, parola piena e pregnante, fatta di esperienza, voglia di conoscenza, cultura (non nozioni) e soprattutto capacità, troppo spesso sopita tra i banchi di scuola, di sorprendersi.
Pedali e papere – Madalena Matoso – La nuova Frontiera Junior, 2013
Il collage, infine, tecnica usata per illustrare questa storia stramba e surreale, si rivela tecnica ideale, per la possibilità di creare con il micro il macro, di combinare e scombinare, di ottenere un’immagine e con gli stessi pezzetti provare a costruirne un’altra. La carta quadrettata, poi, suggerisce, in maniera abbastanza esplicita, la possibilità di cimentarsi, di rappresentare e fare arte, rappresentare e raccontare.
Titolo: Pedali e papereAutore: Isabel Minhós Martins, Madalena Matoso
Traduttore: F. Di Giuseppe
Editore: La Nuova Frontiera Junior
Dati: 2013, 32 pp., 15,00 €