Non è ovviamente la prima volta che questi caminetti di folkloristici estremisti e fondamentalisti della bicicletta (della domenica, più che altro) danno in mano ad una amministrazione scadente la scusante per non far nulla. E' successo con le ciclabili (occorreva farne a migliaia di leggere a costo zero - vedi qui - e invece le associazioni si rovellavano se fare o non fare la Roma-Fiumicino e se farla passare a destra o a sinistra del fiume), è successo con il bike-sharing (che è l'unica forma per far diventare di massa la mobilità ciclistica cambiando davvero faccia alla città come è successo da Parigi a Barcellona, da Londra a Milano, ma che lorsignori hanno sempre snobbato al grido di "noi la bici ce l'abbiamo di proprietà, non ci interessano granché quelle condivise").
Insomma se la situazione della ciclabilità a Roma è da sottosviluppo preistorico occorre ringraziare anche chi ha sempre fatto proposte assurde, chi si è sempre rifiutato di seguire le buone pratiche europee, chi ha utilizzato la bici non come mezzo di trasporto ma come vessillo ideologico.
Il Coordinamento Di Traffico Si Muore, uno tra i rappresentanti più dannosi di questi consessi, dichiara che secondo lui le auto devono "sparire, quelle poche che rimangono solo elettriche e in condivisione". Ovviamente uno scenario che piacerebbe a tutti noi, ma che non ha riferimenti in nessuna città del mondo: utopie, ideologie, fissazioni e follie che fanno alla perfezione il gioco del partito della maghina e di una amministrazione pigra a cambiare. Per non parlare di Salvaiciclisti: in tutto il mondo evoluto e civile sono state tolte le auto dalle strade, sono state messe sotto terra e al loro posto sono state fatte piste ciclabili. Loro sono a favore di togliere le auto, ma non di metterle sottoterra: evidentemente vogliono farle scomparire. Col risultato che, anche loro, passano da talebani e come tali vengono considerati dall'amministrazione.
L'amministrazione, infatti, è ben contenta di avere questi interlocutori. Se i referenti sono seri, concreti, lucidi l'amministrazione ha enorme difficoltà a continuare nel suo malgoverno; se i referenti sono dei fondamentalisti che ti dicono che tutte le auto devono scomparire, ma al contempo sono contrari ai parcheggi interrati; se insomma i referenti possono essere derubricati come dei fissati marginali e ideologici il gioco di mettere la ciclabilità in un angolo è davvero facile. Tanto più se questi non ti incalzano mai sulle questioni davvero cruciali della mobilità: le strisce blu, gli orari della ztl, le corsie preferenziali e i relativi cordoli, il bike-sharing e il car-sharing... Non lo diciamo per partito preso: ne abbiamo parlato con amministratori, consiglieri municipali, dirigenti. Emerge sovente la stessa impostazione: "a Roma non si può riuscire a fare nulla sulla ciclabilità, con sti razza di comitati...". Detto da amministratori appassionati e vogliosi di fare cose buone, non da cettilaqualunque che sfruttano la situazione per poter lasciar tutto com'è, beninteso!
Sulla partita della Pedonalizzazione dei Fori e dunque sul passaggio a senso unico di Via Labicana \ Viale Manzoni (provvedimento che renderà inaccessibili i Fori, Piazza Venezia e il Centro per la ciclo-mobilità cheppure ormai è rappresentata da centinaia di cittadini), sta succedendo la stessa cosa.
Come dimostriamo in questo video, ci sarebbero gli spazi sufficienti per realizzare una pista ciclabile contra-flow (contromano rispetto al flusso principale delle auto) sulla corsia sud di Via Labicana\Viale Manzoni. Soluzione troppo semplice per le associazioni che hanno deciso, pur essendo questa l'unica soluzione plausibile, di boicottarla. Con quale strategia? Semplice: chiedere cose impossibili per poi potersi lamentare (la lamentela, la lagna... è la ragion d'esistere di molte tra le associazioni) perché il Comune non te le ha accordate. La richiesta ufficiale è la seguente: date le due corsie (una di qua e una di là della corsia preferenziale e tramviaria) di Via Labicana\Viale Manzoni, si chiede all'amministrazione di darne una, intera, alle bici. Fantastico, in ipotesi, peccato che il Comune, già molto impaurito dal bloccare la circolazione con l'attuale provvedimento, non accorderà mai una cosa di questo genere riducendo i flussi automobilistici ad una sola corsia e rischiando l'accusa di aver paralizzato la città per aver approntato una ciclabile sovradimensionata. Un'altra ipotesi - tenetevi forte - è stata quella di spostare di qualche metro la tramvia in modo da dare spazio ad una ipotetica ciclabile ridistribuendo gli spazi tra le carreggiate. Decine di milioni di investimento per spostare di alcuni centimetri i binari dove transita il 3: fattibile con l'Atac in fallimento e il Comune alla canna del gas dal punto di vista economico? Facilissimo, con proposte folli come queste, essere considerati dall'amministrazione come poveri infervorati da trattare come gli infervorati si trattano.
Il risultato sarà che le richieste utopistiche dei "ciclisti" non si potranno fare perché fuori luogo e fuori tempo purtroppo; le uniche possibilità fattibili (vedi video) non si faranno perché bollate "inadeguate" dai ciclisti stessi e così l'amministrazione avrà gioco facile a non far niente: "quel che chiedono loro non si può fare, l'unica cosa che si può fare a loro non piace e allora non facciamo nulla". Ne conseguirà che tra dieci giorni le centinaia di persone che utilizzano per andare a lavoro Viale Manzoni e Via Labicana tutte le sante mattine saranno costrette - a dispetto delle promesse del Sindaco Ignazio Marino - a percorrere il marciapiede o, ancor peggio, la preferenziale centrale, pericolosa perché dotata di insidiose rotaie del tram.
Al primo incidente, che sfortunatamente non tarderà, torneremo a parlare delle ideologie dei "ciclisti" e delle associazioni che invece di sollecitare l'amministrazione a fare almeno il minimo indispensabile, danno da anni al Comune il destro per non fare. Ne pagheranno le conseguenze solo gli attuali ciclisti urbani? No, non solo: la cosa peggiore è che ne pagheranno le conseguenze anche i ciclisti urbani di domani, quelli che avrebbero potuto lasciare l'auto e prendere la bici e che non lo faranno perché, tra 10 giorni, abitando a est del Colosseo si troveranno ciclabilmente isolati dal resto della città. E così si potrà continuare a lamentarsi...