Peggio che a Napoli. Credetemi non è una esagerazione, quello che è successo alle primarie di Roma è di gran lunga ancora più scandaloso di quanto accaduto a Napoli.
Perché se a Napoli i brogli sono avvenuti “fuori dai seggi”, dove un certo numero di persone ha cercato di influenzare l’esito elettorale invitando i passanti a votare per un candidato anziché un altro, donando loro l’euro necessario esprimere la propria preferenza, a Roma i brogli sono avvenuti “dentro i seggi”, o meglio, peggio ancora, sono stati compiuti direttamente dal cosiddetto “Comitato delle primarie”.
E questo, capirete bene, è una cosa ancora ben peggiore.
In pratica, a Napoli l’esito elettorale, ancorché falsato da quelle pratiche fraudolente evidenziate dalle riprese filmate che tutti abbiamo visto, è comunque quello uscito dallo spoglio delle schede di voto, a Roma neppure questo!
A Roma non si sa neppure i romani chi abbiano “realmente” votato, perché è del tutto evidente che se il “Comitato delle primarie” ha totalmente falsato il numero delle schede bianche e nulle, come candidamente ammesso, come possiamo pensare che non sia stato falsato anche l’esito dei voti validi?
A Roma quindi si è fatto molto di peggio, non si sono neppure “scomodati” per “convincere”, in maniera fraudolenta, la popolazione ad indirizzare il proprio voto verso un candidato anziché un altro, hanno lasciato tranquillamente votare i cittadini romani, tanto l’esito della votazione era già stato deciso dal “Comitato” organizzatore della consultazione elettorale.
Se vogliamo quello messo in pratica a Roma è lo sviluppo naturale, oserei dire “l’efficientamento” della manipolazione dell’esito elettorale, una volta tanto i napoletani sono rimasti indietro, surclassati dai romani nella pratica del broglio.
Ed a confermarci tutte queste supposizioni è lo stesso Orfini, nientepopodimeno che il Presidente del PD. Matteo Orfini, il “compagno di Play Station”, proprio lui, romano, l’uomo scelto da Renzi come “Commissario straordinario del PD romano” dopo gli innumerevoli scandali di Mafia Capitale.
Insomma è come se fosse stato scelto Rocco Siffredi per fare il “Commissario straordinario” in un collegio femminile sconvolto da scandali di carattere sessuale.
Ebbene Orfini interpellato sul numero straordinariamente alto di schede bianche e nulle aveva inizialmente dichiarato che si trattava di «un segno di protesta dei romani di cui tenere conto». Una risposta pronta e che ad un primo frettoloso esame poteva anche sembrare “sensata”.
Riflettendoci un attimo, però, ha effettivamente poco senso pagare due euro per poter entrare nella cabina elettorale … e poi … non esprimere alcuna preferenza! Il voto di protesta, alle consultazioni primarie, si esprime NON andando a votare!
Ma tutto sarebbe comunque passato sotto silenzio, “in cavalleria”, come suol dirsi, se non ci fosse stata la “confessione” che un “anonimo” dirigente del PD ha fatto al Messaggero, il principale giornale romano, una confessione che ha fatto scoppiare il caso.
Preso con le mani nella marmellata il “Comitato promotore delle primarie” ha dovuto far marcia indietro (ma quando mai!) e procedere ad un ricalcolo (ma figuriamoci!) ed ecco che “per un mero errore di calcolo” sono scomparse 2.816 schede fra bianche e nulle, che però non hanno minimamente inficiato l’esito della votazione.
Quindi avete capito, si è fatto un errore macroscopico, cioè si sono quintuplicate SOLO le schede bianche e nulle, sui voti validi NESSUN errore, tutto perfetto! (Qua ci prendono proprio per dementi!).
Colui che è stato dichiarato vincitore delle consultazioni primarie, quindi, Roberto Giachetti, sentendo la sua vittoria “sporcata” da questa turpe vicenda ha sbottato: “vorrei conoscere quel genio che ha messo schede bianche per aumentare affluenza”.
‘A Giaché, ‘a Giaché, possibile che non ci arrivi? Non dannarti l’anima per cercare il colpevole … chiedi ad Orfini! Ce l’hai lì di fianco! Chiedigli se lui di questa storia ne sa qualcosa!
Sì perché Orfini dopo l’uscita sulle schede bianche (quand’ero piccolo si diceva “la prima gallina che canta ha fatto l’uovo”), ne ha fatta un’altra delle sue, e questa è ancora più grossa.
Interpellato sulle drastica riduzione (il dimezzamento) della partecipazione dei votanti a Roma ha attribuito l’accaduto al fatto che alle precedenti consultazioni, quelle vinte da Marino meno di tre anni fa tanto per capirci, si erano recati alle urne “truppe cammellate dei capibastone poi arrestati, del pantano che portò a Mafia Capitale, delle file di rom” … Mamma Mia!!!
Il Presidente del PD quindi oggi ammette che meno di tre anni fa avevano votato alle loro primarie dei “capibastone” … e non solo … anche di peggio … “dei Rom”?!?!? Ma non è politicamente scorretto parlare così? Usare il termine “Rom” in modo così dispregiativo paragonandoli, anzi, considerandoli ancora peggiori dei “capibastone”? Non è un linguaggio razzista?
Evidentemente dopo che Marino a Roma aveva vinto le primarie grazie ai “Rom”, dopo che Sala a Milano aveva vinto le primarie grazie ai “Cinesi”, ora Orfini deve aver detto: BASTA!!!
Basta mandare orde di disperati a votare alle primarie, che poi quelli del Movimento Cinque Stelle mandano i loro simpatizzanti fuori dai seggi a fare le foto di questi miserabili in fila e noi facciamo queste figure di m…, adesso l’esito delle elezioni lo decido io e non se ne parla più!!!
Ebbene, tutto ciò, tutta questa ricostruzione, mi direte, avrebbe un punto debole: Morassut.
Chi è Morassut? Fate bene a chiedermelo, perché fino a poco tempo fa non lo conoscevo neppure io, comunque è stato il principale sfidante di Giachetti, insomma quello che è arrivato secondo a queste votazioni primarie. Ebbene, mi chiederete, perché non ha fatto ricorso?
Ma semplicemente perché Cofferati e Bassolino, sono politici di lungo corso, giunti ormai alla fine della loro carriera politica e fanno ricorso perché non hanno nulla da perdere e, se vogliamo, hanno una certa reputazione (buona o cattiva che sia) costruita in anni di militanza politica, mentre Morassut chi è?
E’ uno che dopo questo scandalo fa una dichiarazione ancora più conciliante di colui che è stato dichiarato vincitore, e per questa “dichiarazione conciliante”, per questo servilismo dimostrato, vedrete che il partito in futuro gli sarà riconoscente e saprà come ricompensarlo.
Viva la democrazia in Italia.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro