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Peggio di Ieri, Meglio di Domani

Creato il 22 settembre 2014 da Pedroelrey

“Peg­gio di ieri, meglio di domani”. Potrebbe essere que­sta, in sei parole, la descri­zione di come siano andate le cose nell’industria edi­to­riale ita­liana dell’ultimo decen­nio, e di come con­ti­nuino ad andare anche oggi.

Ini­zia così il Rap­porto 2014 sull’industria dei quo­ti­diani in Ita­lia, rea­liz­zato dall’Associazione Stam­pa­tori Ita­liana Gior­nali [Asig] e dall’Osservatorio tec­nico Carlo Lom­bardi per i quo­ti­diani e le agen­zie di infor­ma­zione, pre­sen­tato que­sto fine set­ti­mana durante Wan-Ifra Ita­lia 2014.

La desk research si com­pone di 5 capi­toli: Il mer­cato dei let­tori, il mer­cato pub­bli­ci­ta­rio, gli indi­ca­tori eco­no­mici, la rete pro­dut­tiva, occu­pa­zione e retri­bu­zioni poli­gra­fi­che, ana­grafe dell’industria edi­to­riale, per un totale di 91 pagine asso­lu­ta­mente da leg­gere con la dovuta attenzione.

Oggi in Ita­lia si ven­dono poco più della metà delle copie che si ven­de­vano vent’anni fa. Dal 1990, anno del mas­simo sto­rico dif­fu­sio­nale con poco meno di sette milioni di copie gior­na­liere, si è scesi pro­gres­si­va­mente sino ad arri­vare attual­mente a meno di quat­tro milioni di copie; un calo del 45.3%. È chiaro che dun­que la crisi dei gior­nali venga da lon­tano. Il digi­tale ha sol­tanto acuito pro­blemi già esi­stenti e manifesti.

Il con­so­li­dato del primo seme­stre 2014 mostra come rispetto al totale della dif­fu­sione utile [ven­dite car­ta­cee, abbo­na­menti pagati, ven­dita copie digi­tali], il digi­tale rap­pre­senta ancora una quota mode­sta [12%], con­tro l’80% delle ven­dite in edi­cola e l’8% degli abbo­na­menti one­rosi, a pagamento.

Diffusione Quotidiani 1 sem 2014

Gli inve­sti­menti pub­bli­ci­tari, tra il 2004 ed il 2013, sulla stampa [quo­ti­diani + perio­dici] si ridu­cono di oltre la metà. Quello che col­pi­sce in par­ti­co­lare è l’andamento del fat­tu­rato medio per modulo pub­bli­ci­ta­rio che crolla del 54.4%. Il calo è dun­que mag­gior­mente legato al crollo dei listini pra­ti­cati più che alla ven­dita di spazi pub­bli­ci­tari di per se. Insomma, nel com­plesso, si vende lo stesso numero di spazi ma ad un valore dra­sti­ca­mente più basso.

Fatturato Medio per Modulo

I pro­dotti e ser­vizi digi­tali rap­pre­sen­tano una nuova fonte di ricavo per l’industria edi­to­riale, ma la strada da per­cor­rere per­ché il busi­ness edi­to­riale possa soste­nersi sol­tanto — o in pre­va­lenza — sul digi­tale è ancora molto lunga. La quota di fat­tu­rato rap­pre­sen­tata attual­mente dalla ven­dita di pro­dotti, ser­vizi e pub­bli­cità digi­tale da parte delle aziende edi­trici di quo­ti­diani di tutto il mondo è del 7%, e si pre­vede che tra oggi e il 2017 que­sta per­cen­tuale possa salire a non oltre il 10% del fat­tu­rato complessivo.

Struttura Ricavi Quotidiani

Il costo del lavoro, di cui tanto si è discusso con il Pre­si­dente dell’OdG Enzo Iaco­pino e Franco Siddi, Segre­ta­rio gene­rale della Fede­ra­zione Nazio­nale della Stampa Ita­liana, durante la pre­sen­ta­zione del rap­porto dell’Ordine dei Gior­na­li­sti sul Gior­na­li­smo Digi­tale in Ita­lia, rap­pre­senta il 35% del totale dei costi nelle aziende edi­trici di quo­ti­diani. Sono invece i ser­vizi, che per le imprese edi­to­riali sono costi­tuiti essen­zial­mente dal ser­vi­zio di distri­bu­zione delle copie e dalla stampa presso terzi per que­gli edi­tori che non dispon­gono di cen­tri stampa gestiti direttamente.

Come dicevo durante la pre­sen­ta­zione, e come ho sot­to­li­neato in molte altre occa­sioni, lavo­rare, final­mente, all’informatizzazione delle edi­cole, al di là di ogni altra pos­si­bile con­si­de­ra­zione, por­te­rebbe un saving signi­fi­ca­tivo sulla distri­bu­zione e sui costi delle rese che andrebbe ad impat­tare diret­ta­mente sui ricavi.

Composizione Costi


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