E' un'operazione salvataggio di quello che, da sempre, nello scenario collettivo è considerato il predatore dei mari: lo squalo. Anche se fa solo poche vittime l'anno. Per questo l'Organizzazione messicana Pelagic Life sta attuando un'operazione del tutto particolare: compra dai pescatori della Baja California, anche ad un prezzo superiore a quello di mercato, gli squali presi nelle reti e negli ami per liberarli di nuovo in mare.
Uno squalo può anche costare molto. Si va dai 100 pesos (circa 6 euro) di un piccolo Mako fino ai 500 pesos degli esemplari di maggiori dimensioni come lo squalo martello. L'idea e' quella di far capire ai pescatori che uno squalo vivo vale di più di uno morto sia per il ricavo immediato che per la salvaguardia dell'ecosistema e quindi del proprio futuro. Sul lungo termine si punta a fare delle acque Messico un 'santuario' degli squali per sviluppare forme di ecoturismo.
"Dobbiamo tutti renderci conto - spiega Monica Lafon di Pelgic Life - che dobbiamo unire i nostri sforzi per arrivare a un cambiamento positivo" della salute dei nostri mari.
E questo è anche un modo per far riflettere sul fatto che gli squali non sono poi così cattivi come vengono dipinti, anzi sono essi stessi vittime spesso della mano dell'uomo. In un anno si calcola che ne vengono pescati oltre 100 milioni, magari per il consumo delle sole pinne particolarmente apprezzate dalla cucina cinese. Con la crescita dell'economia in Cina è infatti salita la domanda ed in Messico è partita una caccia indiscriminata. I primi segnali, secondo Pelagic Life, da parte dei pescatori locali sono incoraggianti e la maggiore cooperativa locale sta collaborando al progetto.