Alla Triennale di Milano attraverso una ricca selezione di opere d’arte, documenti, oggetti antichi, il visitatore compie un percorso affascinante <-- non perdeteVi questo link)
Ampio spazio è dato agli artisti moderni e contemporanei che utilizzano i linguaggi più diversi, dalla pittura alla scultura, dal concettuale alle nuove tecnologie, fino al cinema sperimentale, anche con interventi site specific. Tra gli artisti in mostra: Giacomo Balla, Franz von Bayros, Vanessa Beecroft, Adriana Bisi Fabbri, Andrea Chisesi, Giuliana Cuneaz, Gillo Dorfles, Marcel Duchamp, Lucio Fontana, Grazia Gabbini, Robert Gligorov, Abel Herrero, Roy Lichtenstein, Luigi Maio, Lazhar Mansouri, Piero Manzoni, Alberto Martini, Bruno Munari, Giuseppe Penone, Marinella Pirelli, Pietro Pirelli, Karl Prantl, Man Ray, Odilon Redon, Auguste Rodin, Omar Ronda, Mimmo Rotella, Maia Sambonet, Alberto Savinio, Andreas Serrano, Toulouse-Lautrec, Andy Warhol, Tom Wesselmann, Vanessa Beecroft.
La mostra è strutturata in un percorso di sei sezioni che affrontano in termini transdisciplinari il tema della pelle, della bellezza e dell’identità femminile ed è accompagnata dalla presenza costante di interventi di arte contemporanea. Introduce il tutto un gioco di corrispondenze tra macro e microcosmo, tra immagini della superficie di astri e pianeti e immagini dell’epidermide vista al microscopio.
La prima sezione è intitolata La scoperta della pelle e presenta le rarissime cere settecentesche della scultrice e anatomista Anna Morandi, “Volto di donna” e “Mani sensibili”, le straordinarie miniature delle farmacie antiche di Ettore Sobrero, primi luoghi deputati alla cura e alla bellezza della pelle. In linea con questo approccio, il percorso prosegue con il Paradiso dell’igiene messo in contrapposizione all’Inferno della pudicizia: l’esplosione del concetto di “igiene” nella modernità viene illustrato da sale da bagno e “marchingegni d’igiene” di ieri e di oggi, provenienti da musei aziendali. Opere di Sam Shaw, Mel Ramos e John Kacere accompagnano il tutto.
Un “tunnel di mostri”, realizzato in collaborazione con la Cineteca Italiana di Milano, funge da raccordo con la sezione successiva, cuore della mostra: il Volto della bellezza, il ruolo della pelle. A una storia della cosmetica, dall’antichità fino ai nostri giorni, si accompagnano opere che esaltano il mutare nel tempo del concetto di bello e i differenti modi di interpretazione.
Da una visione di bellezza classica del gesso da Canova e delle donne rappresentate Alfons Mucha nel sublime paravento dal titolo “Le quattro Stagioni”, in perfetto stile Art Nouveau, si viene catapultati in visioni oniriche, metaforiche che si concretizzano nei ritratti del pittore francese Odilon Redon, di Alberto Martini, di Adriana Bisi Fabbri.
In questo lungo soffermarsi sull’identità femminile, ampio spazio viene dedicato anche alla pelle, volto ad sottolinearne le peculiarità nelle sue diverse declinazioni. La mostra offre alcuni esempi significativi come gli incarnati e la bellezza algida delle donne-icone immortalate da Man Ray, del quale la rassegna vanta uno straordinario e selezionato gruppo di fotografie in bianco e nero databili dagli anni Venti agli anni Quaranta, tra cui “Noir et blanche” (1926), “Natasha” (1931) e i ritratti di “Juliet” (1945) per arrivare alla pelle e alla bellezza iconica di “Marilyn” (1967), al “Ritratto di Daniela Morera” (1981) e “Ladies and Gentlemen” di Andy Warhol, nonché alla preziosa “Maquette for Monica in the Bedroom” di Tom Wesselmann (1986).
Tra le testimonianze più recenti sul tema, spiccano le opere di Giuliana Cuneaz, con l’imponente “Corpus in Fabula” (1996), di Robert Gligorov, Abel Herrero, Andreas Serrano, Yoshie Nishikawa.
Non mancano riferimenti all’ambito letterario, come l’opera di Luigi Maio “La crema di Azazello” (da “Il Maestro e Margherita” di Bulgakov), realizzata per l’occasione.
Metamorfosi di pelle di donna è invece una suggestiva installazione luminosa realizzata ad hoc per la mostra che presenta la trasformazione dell’immagine di una stessa donna, truccata e acconciata a seconda dello “stile” dell’epoca (dagli anni Venti fino ai Duemila). Si procede con un approccio più contemporaneo che analizza il binomio Pelle e identità grazie a testimonianze del Museo del Tatuaggio di Milano, con particolare attenzione al tatuaggio femminile, inteso come complemento all’identità della persona, in diversi contesti ed epoche storiche, cui si aggiunge una selezione di straordinarie fotografie di Lazhar Mansouri.
A conclusione del percorso il visitatore giunge in un vero laboratorio scientifico interattivo e una stanza polisensoriale. Qui è possibile ammirare opere di Bruno Munari, Karl Prantl, Pietro Pirelli e Giuseppe Penone, nonché a pezzi provenienti dall’Istituto dei ciechi di Milano e dal Museo tattile Anteros di Bologna. Infine, ogni donna può lasciare la propria impronta “mettendoci la faccia”, attraverso lo scatto di una foto istantanea del suo volto che andrà a far parte di un’installazione a parete, testimonianza della bellezza più viva, attuale, reale.
Tavole, manoscritti, foto d’epoca, oggetti curiosi, alambicchi e prodotti per la cura di sè – molti provenienti dall’Archivio storico Boots di Nottingham – fanno da cornice alla ricca selezione di opere d’arte in mostra.
Mostra. Sito Web.Orari
Martedi - Domenica
10.30 - 20.30
Giovedi e Venerdi
10.30 - 23.00Ingresso
Gratuito