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Pendolari con problemi

Creato il 11 aprile 2012 da Albino

Insomma c’e’ questo tipo che ogni tanto aspetta l’autobus alla mia stessa fermata la mattina. Vive dalle mie parti, infatti l’ho incrociato un paio di volte anche durante il weekend. Quando lo incrocio nel weekend di solito e’ accompagnato dalla moglie, cicciottella, giappina, con tanto di carrozzina e bimbo appena nato.

Lui e’ sempre vestito uguale: giubbotto verde militare (anche d’estate), cappello verde militare intonato al giubbotto. Capello rasato a zero, barba rossa da vichingo (da gallese ubriaco al pub?), occhialini, cuffie nelle orecchie. Mi ricorda una versione trentenne dell’amico di Ben Stiller in Tutti pazzi per Mary, quello con le irritazioni cutanee non so se ricordate. Ma soprattutto, la caratteristica che lo contraddistingue e’ una paurosa, grandiosa cotta per le asiatiche. Nel senso se fa i raggi X a ogni tipa con gli occhi a mandorla che passi nel raggio di cento metri, mentre ignora bellamente tutte le altre, bianche nere rosse o verdi che siano.

E’ una cosa spettacolare, vedere per credere. Il tipo ignora tutto e tutti (e tutte) per la sua strada, ma non appena si avvicina un’orientale gli escono gli occhi dalle orbite. Gli si trasforma la faccia tipo lupo ululante mentre la scruta dal basso all’alto, al basso, all’alto, al basso. Se la poveretta di turno capita di fronte a lui per salire in autobus, il tipo sale con gli occhi incollati al di lei culo. Se lui siede dietro e c’e’ una giappo-cine-tai-koreina in piedi davanti, fa tutto il viaggio fissandola intensamente. Se lei scende, lui la segue con lo sguardo fin quando scompare all’orizzonte, o dentro un palazzo. Se in autobus ce ne sono due o tre, il suo sguardo zompetta dall’una all’altra, all’una, all’altra, all’una, all’altra. Fino a soffermarsi su quella che (evidentemente) gli piace di piu’.

Il poveretto ha evidenti segni di squilibrio. Io lo guardo stupefatto mentre si copre di ridicolo in pubblico, quando segue con lo sguardo il culo delle tipe sotto gli occhi stupefatti della gente.

E poi penso che cazzo, quella dev’essere la stessa figura che faccio io quando faccio lo stesso e penso che nessuno mi stia guardando. Forse e’ per quello che in bus nessuno si siede mai vicino a me.

O per le ascelle, chi lo sa.


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