“Scusi, sono liberi questi posti?”
La domanda mi desta dalla lettura e dal torpore mattutino.
“Sì, sì, prego!”
Le due ragazzine si accomodano nei sedili di fronte al mio, si sfilano gli zaini e i giubbotti e si siedono. Quella a sinistra, lungo il corridoio, porta nelle orecchie un paio di cuffie bianche, collegate a un grosso smartphone dello stesso colore e ha l’aria piuttosto assonnata. L’altra è invece ben sveglia e nervosa.
“Oggi mi interroga, me lo sento…”
Annuncia a voce alta, in modo che l’amica la possa sentire nonostante le cuffie, aprendo lo zaino per estrarne un libro dall’aspetto piuttosto vissuto: i bordi sono tutti ondulati e gli spigoli arricciati. Lo apre circa a metà, in corrispondenza di uno dei tanti segnalibri adesivi disposti tra le pagine. Il testo è stato quasi integralmente pitturato con un evidenziatore rosa, a margine ci sono alcune scritte a penna, in una calligrafia rotonda e decisa. Provo un istintivo sentimento di disappunto per com’è stato trattato il povero volume, colpevole solo di voler insegnare un po’ di scienze a un’adolescente, ma poi ricordo che anch’io, quando andavo a scuola, torturavo i miei libri di testo in modo simile, con fitte note a margine e dosi massicce d’inchiostro fluorescente. Oggi non lo farei mai!
Riprendo la lettura.
Poche pagine dopo, con la coda dell’occhio noto che la giovane studentessa s’interrompe, alza gli occhi dal libro, li rivolge in un punto indefinito alla mia sinistra, nel sedile vuoto accanto a me, e inizia a recitare meccanicamente:
“Quindi… Anche se sembra che il sole si muove (ma… il congiuntivo?) rispetto alla terra da est verso ovest in realtà è la terra che si muove da ovest verso est, mentre il sole sta fermo.”
E, aggiunge con una punta d’incertezza, voltandosi verso l’amica:
“Giusto?”
La sua interlocutrice annuisce, non troppo convinta, a dire il vero.
“C’è altro da sapere sui moti apparenti?”
“Boh?!” risponde l’altra, sollevando le spalle.
“Va bene!”
Chiude il libro e lo rimette nello zaino, dalla tasca anteriore prende lo smarphone e con l’amica inizia a guardare le foto di una serata passata insieme, commentando e ridendo allegramente.
Riprendo nuovamente la lettura, ancora mancano diversi minuti all’arrivo, e penso a come Tolomeo stamani abbia perso una (o forse due?) fan. Certo, di strada ce n’è ancora tanta da fare, prima di arrivare al bosone di Higgs e ai wormhole, ma… mai dire mai!