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Pendolo astronomico ritrovasi

Creato il 24 febbraio 2014 da Media Inaf

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Il pendolo di Carlo Grindel, dal 1816 macchinista all’INAF – Osservatorio di Brera.

La sua esistenza è certificata nel Registro dei beni patrimoniali del 1921, al numero diinventario 47. Solo che all’Osservatorio Astronomico di Brera dell’INAF nessuno aveva mai visto o sentito parlare di quell’orologio a pendolo “Grindel” risalente alla prima metà dell’Ottocento.

“Qualche tempo fa, durante una ricerca in archivio di informazioni relative a un cronografo che era in uso all’Osservatorio di Brera fino agli anni 70, abbiamo trovato un documento relativo al prestito di un pendolo ottocentesco costruito da Carlo Grindel” racconta Ginevra Trinchieri, ricercatrice dell’Osservatorio di Brera che ha seguito la vicenda. La ricerca ha dato un doppio risultato: la verifica che il cronografo, appartenente all’Osservatorio ma non più utile per gli astronomi di allora, era stato prestato per essere usato a scopo didattico in una scuola superiore [compito regolarmente ed egregiamente svolto fino a poco tempo fa], e un inaspettato documento relativo al prestito di un pendolo ottocentesco costruito da Carlo Grindel.”

È stata una sorpresa ritrovare tracce di uno strumento ottocentesco nel corso di una semplice verifica di un prestito” racconta Agnese Mandrino. “Solo dopo un accurato controllo dell’inventario e diverse ricerche storiche mirate, si è riusciti a ricostruirne la storia”. “Un’operazione complessa” dice il Direttore dell’Osservatorio di Brera Giovanni Pareschi, “che ci ha permesso, grazie alla disponibilità del Responsabile della cupola Cidnea Paolo Schirolli e del Comune di Brescia, di riportare il pendolo all’Osservatorio Astronomico di Brera, dove fu costruito e era stato utilizzato per oltre cento anni.”

Nel 1970, dopo la cessazione di ogni attività osservativa nella sede di Brera, l’orologio era stato dato in prestito alla Specola Cidnea del castello di Brescia. Negli anni successivi se ne era persa traccia.

Grazie al ritrovamento della sua registrazione e della lettera di prestito, per il pendolo ha potuto iniziare il percorso inverso: ormai inutilizzato per fini astronomici anche a Brescia, l’orologio è ritornato nella sua sede originale, l’Osservatorio di Brera, ed ora è parte dell’esposizione di strumenti storici, che già comprendeva un pendolo fratello costruito anch’esso da Grindel.

I due pendoli, veri e propri gioielli dell’orologeria italiana, sono infatti opera di Carlo Grindel (1780-1854), “macchinista” (oggi diremmo “tecnologo”) presso l’Osservatorio di Brera a partire dal 1816 e famoso costruttore di orologi, strumenti ottici e altri strumenti di precisione utilizzati nelle osservazioni astronomiche. Grindel appartiene alle generazioni di artigiani altamente specializzati che, a partire dalla metà del ’700 e fino a poco dopo la Seconda Guerra Mondiale, lavoravano nei laboratori degli osservatori astronomici.

Alla Specola di Brera,” spiega Mario Carpino, astrofisico impegnato nella valorizzazione del patrimonio strumentale dell’Osservatorio, “il macchinista percepiva uno stipendio fisso ed era alloggiato con la propria famiglia in un appartamento interno all’Osservatorio, dove aveva anche il compito di istruire un giovane apprendista che avrebbe poi preso il suo posto.”

Nel quadrante dell'orologio è ben visibile la firma di Carlo Grindel.

Al centro del quadrante principale è ben visibile la firma di Carlo Grindel. Il dettaglio mostra oltre all’indicazione dei minuti, i due quadranti più piccoli per le ore e i secondi.

Grindel era stato allievo del grande Giuseppe Megele, macchinista a Brera dal 1773, e gli era succeduto quando questi era andato in pensione nel 1816. Quando a sua volta Grindel si ritirò dalla sua attività nel 1847, a causa di problemi di vista, il suo posto fu preso dal figlio Francesco.

Il contratto con l’Osservatorio prevedeva comunque che, terminato l’orario di lavoro, i macchinisti potessero esercitare anche un’attività artigianale e commerciale per conto proprio (un’attività che oggi potremmo definire “conto terzi”), e ancora oggi diverse altre istituzioni scientifiche e case private (non solo di Milano) possiedono orologi e strumenti firmati dai Grindel.

L’orologio prestato alla Specola Cidnea è un pendolo di precisione costruito appositamente per applicazioni astronomiche e sincronizzato sul tempo siderale (cioè sul periodo di rotazione della Terra rispetto alle stelle fisse e non rispetto al Sole). Si tratta di un pendolo di tipo compensato, in cui cioè l’asta che regge la “lente” (il peso oscillante) è costituita da una griglia di barre di metalli diversi (ferro e ottone), progettata in modo da compensare le dilatazioni termiche dei diversi metalli e mantenere una lunghezza costante (e quindi un periodo di oscillazione costante) al variare della temperatura; grazie a questo accorgimento, introdotto per la prima volta da John Harrison attorno al 1720, il pendolo ha un errore massimo di pochi decimi di secondo al giorno.

L’orologio è contenuto in una cassa di legno con due sportelli anteriori in vetro. Lo sportello superiore contiene i quadranti (un quadrante principale con l’indicazione dei minuti e due quadranti più piccoli per le ore e i secondi), quello inferiore permette di accedere alla lente (per la regolazione del periodo di oscillazione) e ai pesi (per la carica settimanale).

In occasione del trasferimento da Brescia a Milano, l’orologio è stato sottoposto a un intervento di restauro conservativo effettuato da Roger Bumpus, esperto di orologi antichi. Il pendolo, ora perfettamente funzionante, è stato installato nella cupola “a fiore” della sede di Milano dell’Osservatorio, dove viene attualmente sottoposto a un delicato processo di sincronizzazione.

Fonte: Media INAF | Scritto da Stefano Sandrelli


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