
Pennac, autore de "L'amico scrittore", un libro nella forma della conversazione con Fabio Gambaro (Feltrinelli) (qui), ha indicato nel "desiderio" e nel "bisogno" le molle che muovono una persona a cimentarsi con la scrittura: il "desiderio" di esplicitare un qualcosa che si ha dentro, e il "bisogno" che quel qualcosa venga condiviso con altre persone attraverso la lettura. Pennac (che non dimostra i suoi settant'anni compiuti) ha anche parlato del fenomeno migrazione, affermando che ha dimensioni meno allarmanti di quello che i media comunicano, e che solo un approccio europeo (ha parlato di "deficit culturale dell'Europa") e non nazionale può fornire gli strumenti migliori per governarlo correttamente.
Corrado Augias ha presentato il suo ultimo libro: "Le ultime diciotto ore di Gesù" (Einaudi) (qui). Augias ha ricostruito sulla base dei documenti del Nuovo Testamento e dei Vangeli apocrifi, lo spazio temporale della Passione e morte di Gesù di Nazareth, quelle diciotto ore che andarono dalla sera del giovedì al primo pomeriggio del venerdì. La figura di Gesù ha affascinato e affascina chiunque, anche chi come Augias si definisce ateo, autore e coautore di altri libri sull'argomento fede-religione. Augias ha voluto rendere l'aspetto del dolore provato dall'uomo Gesù, inchiodato ad una croce, analizzando anche i rapporti tra la sua predicazione, i dominatori romani e il clero ebraico. Rispondendo ad una domanda del pubblico sulla sua posizione personale riguardo la resurrezione, Augias ha detto che, come ateo, non crede a questo avvenimento, affermando però una presenza "qui con noi" di Gesù, a fianco di ciascuno nei momenti di sofferenza.
