Magazine Cucina
“Nel mio cielo al crepuscolo sei come una nube e il tuo colore e la forma sono come io li voglio. Sei mia, sei mia, donna dalle labbra dolci e vivono nella tua vita i miei sogni infiniti. La lampada della mia anima ti fa rosa i piedi, il mio acido vino è più dolce sulle tue labbra, oh mietitrice della mia canzone d’imbrunire, come ti sentono mia i miei sogni solitari!”
Pablo Neruda
Ci si domanda spesso cosa sia il vino al femminile. Ma più che questo quesito, credo sia interessante interrogarci su come si sta nel vino se si è donna.
Si sta dentro il vino, come donne, per abitarlo con altro occhio, ascoltarlo con altro orecchio, imparando a respirare il ritmo poetico della terra con il proprio ritmo.
Se vogliamo guardare al vino come espressione di una soggettività, infatti, non possiamo trascurare il sesso di chi quel vino lo produce. E quale è la cifra femminile nel modo del vino oggi?
Pochi giorni fa si è tentato di dare una risposta a questa domanda durante una bellissima serata organizzata al Bagno Toto di Marina di Pisa, gestito dal Perla Cafè, cocktail bar di Manuele e Fabio Gelsi. Ha coordinato l’incontro Mariachiara De Neri, consigliere del Comune di Pisa. “Le pasionarie. Storie di donne che hanno cambiato il mondo” – di Giovanna Frisoli e Amerigo Sallusti – e “Sebben che siamo donne. L'universo femminile nella memoria pisana” (scritto da Athos Bigongiali e Giuseppe Meucci) i due libri protagonisti di un salotto letterario in riva al mare, cui l’Associazione Le Donne del Vino ha partecipato offrendo in degustazione i vini di quattro aziende, Tenuta Lo Scopone, Fattoria Petroio, l’azienda di Donatella Cinelli Colombini e, naturalmente, la nostra Villa Petriolo. Compagne di viaggio squisite, le donne del vino toscane, che certo dividono con noi un amore trascinante come quello per il vino, che le spinge a raccontare e raccontarsi. Sempre.
Un pubblico prevalentemente rosa, ma non solo, ha scoperto come in passato le donne abbiano contribuito con passione a cambiare la nostra società. Le vite di Anna Kuliscioff, Alessandrina Ravizza, Gisella Floreannini, Teresa Noce e delle “mujeres libres”, donne spagnole attive durante la guerra civile degli anni '30/'40, Teresa Lucignani - tra le ispiratrici di Leopardi -, Eleonora Duse, che giovanissima si rifugiò a Marina di Pisa per partorire il figlio segreto, Pepita Tudela, la modella di Goya, tra le altre, sono state raccontate dagli autori in un linguaggio affascinante.
Vino e donne, vino e letteratura: un autentico piacere per Villa Petriolo, dunque, accogliere l’invito di Diana Lenzi, giovane produttrice vinicola del senese, a partecipare a questo incontro. Il nostro L’Imbrunire, crediamo, ha parlato per noi: ottenuto da un vecchio vigneto del Montalbano, coltivato a Canaiolo, rappresenta il tentativo di verificare quanto questo vitigno toscano, da sempre nell’uvaggio del Chianti, potesse donarci se vinificato in purezza. Una sperimentazione, l’idea di concepire un Canaiolo 100% laddove il trend è sempre più quello di espiantare vecchie viti, che ci ripaga con l’emergere di un vero club di appassionati che, da quando L’Imbrunire è nato – nel 2007 – ci segue con costanza e un’attenzione tutta speciale. Del nostro Canaiolo è stato naturale di documentare per i nostri winelovers tutte le fasi di produzione, dalla raccolta a mano alla vinificazione con macerazione a freddo delle bucce. L’annata in assaggio a Marina di Pisa, il 2009, è nata da un’estate calda, particolarmente allungata in agosto e settembre, quando si sono registrate temperature molto al di sopra della media stagionale. Oggi possiamo godere di un vino profondo e fresco, dai tannini fotti e i profumi intensi di frutti di bosco.
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