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Pensando "al niente" su Berlusconi da Santoro

Creato il 11 gennaio 2013 da Danemblog @danemblog

Mi piace scrivere di politica. Si sa. Da sempre. Adesso, rispetto ad anni fa, forse lo faccio con maggiore lucidità: e questo mi piace di più ancora. "Servizio Pubblico" di ieri sera, è – ahinoi! – il nodo politico del momento, o almeno così hanno voluto farci credere. Vale la pena allora, con lucidità ricordo, spenderci un paio di chiacchiere.

tutto tutto, niente niente

Per ragioni che molto spesso ho detto in passato, e che c'entrano assolutamente con il berlusconismo, la questione era ed è – e forse sarà – chi ha vinto e chi ha perso. Parto con il dire, scendendo nel basso della storia dialettica: per me è stato un pareggio. Avrei potuto dire, che a vincere è stata la pluralità d'informazione, ma non ci credo minimamente. Credo più che a perdere sono stati tutti quei telespettatori, all'opposto che laici, che hanno tifato per l'una o l'altra squadra. Hanno perso, perché sia Santoro che Travaglio, così come e a maggior ragione Berlusconi, sono gente che sanno stare al mondo, e che quel modo fanatico di approcciarsi alla politica l'hanno inventato, traendone guadagno. I primi direttamente economico: inquadrare nel mirino l'avversario Berlusconi, è servito a vendere (trasmissioni, come libri) ad un ampio pubblico di credenti, riempendo ben bene i propri portafogli. Il Secondo, con questo ultrà-ismo strisciante, ha reso forte un partito vuoto e senza ragioni, permettendo a se stesso e a vari aficionados, una perpetrata permanenza al potere: sì, se pensate che anche il suo portafoglio con questo si sia riempito, è vero, ma quello era già abbastanza imbottito. Il pareggio è frutto delle regole precedentemente scritte: alto share (che si è attestato al 33,58%. ndEm), e riqualificazioni dell'immagine. Un po', alla volemoce bene. D'altronde la caciara, l'abbandono dello studio, le accuse reciproche, non avrebbero valso a nessuno. Insomma: così doveva andare, così è stato, scemo chi si credeva diversamente. Forse a vincere è stato lo stile: questo sì. Niente risse, anche se qualche caduta. L'episodio della lettere letta dal Presidente è stata indubbiamente una di queste: l'interruzione è stata frutto di un ravvedimento, la battuta sulla poca ironia dei conduttori, la successiva conferma – del ravvedimento, intendo. Per cerchiobottare, a mio personale avviso, certi interventi del pubblico e a volte quelli di Innocenzi, non sono stati proprio pieni di aplomb, ma ci può anche stare: in entrambi i casi. Sul succo delle questioni, Berlusconi non è sembrato lucido come ai vecchi tempi. Ai tempi del "Si contenga!!" telefonico, ai tempi della vecchia tigre. Parlo per esempio della questione sui rapporti con la Lega: un filo del rasoio dove uno come Berlusconi non è capace di camminare, per abitudine. O ancora, mi riferisco al fantomatico complotto della Germania per farlo cadere: il nome sbagliato della banca (sbagliato?!), la ricostruzione del thriller finanziario, le accuse da Zeitgeist, sembravano deliri. In ultimo la storia di Tremonti, che chiude il cerchio del rapporto con la Lega. Questioni sostanziali, nodi politici, su cui ha dimostrato molta e profonda debolezza: ma questo si sapeva già. Concludendo, a me la trasmissione è piaciuta, in definitiva, a tratti mi ha proprio divertito. L'approccio laico, consapevole, forse era il migliore dei modi (e dei mondi) per telespettare (che è oggettivamente un modo orribile, per definire il verbo con cui compie l'azione il "telespettatore"). Grazie a Dio sono laico. Ma voi, cosa vi aspettavate?
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