Mi sveglio con la sensazione di
avere le mani nude. Rintraccio nel buio qualcosa da stringere: il lembo del
lenzuolo, l’orlo del cuscino. Mi crogiolo in quei pensieri che nella notte non
prendono forma. Quando le parole non possono uscire allo scoperto e si mangiano
da sé.
Si racconta una storia con l’intenzione di sedurre. Nel senso etimologico del termine: condurre qualcuno con sé. Non perché qualcuno ci cada ai piedi, semplicemente per convincerlo a restare in nostra compagnia.
Sì, è così. È sempre stato così.
Poi, è più facile parlare di corpi. Intriga e fa meno male. Perché le parole sono bisturi affilati e abbiamo ben chiara la tenerezza che si muove all’interno della materia fisica. Ci soffermiamo sull’impronta che gli amanti lasciano sulle lenzuola, sui loro gesti, sui gemiti. Ma questa è appena la superficie, l'involucro. Non si tratta soltanto di sesso, né di fare l'amore, e a dire il vero non si tratta soltanto di una storia. Sappiamo l'essenza delle cose, invisibile da fuori. Chi c'è dentro, o c’è stato, la conosce. Forse nemmeno. La sappiamo tu ed io.
Respiro. Ora ci vuole un bel respiro. Un’onda bianca che s’inarca e sfuma.
Mi ascolto pensare i miei pensieri fino a confonderli e a non sapere più niente di me.