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Pensavo. O dichiarazione d'intenti.

Creato il 26 luglio 2012 da Martahasflowers
Pensavo. O dichiarazione d'intenti.
Non deve essere facile avere 50 anni e un fidanzato di 25 o giù di lì.
Cioè, se ci penso, a me manca un po' il fiato .
Mi immagino i risvegli di queste signore (Alessandra Martinez, Sharon Stone, Demi Moore, Madonna, Lory Del Santo, Barbara De Rossi e via così) di fianco ai loro giovanotti.
Indovino quello che possono pensare, o temere, ogni mattina.
Lo specchio come un incubo.
Le immagino in ansia di fronte a ogni fanciulla ventenne che si avvicina complice al loro amore.
In ansia di fronte a ogni nuova ruga,
a ogni scalmana da premenopausa,
tutta roba da nascondere come fosse una colpa.
Immagino le ore in palestra e dal chirurugo,
alla rincorsa di qualsiasi sistema capace di sollevare ciò che vuole cadere.
E intanto il viso e il corpo che si trasformano.
E queste signore che diventano tutte uguali.
Tutte uguali.
È che quando le immagino a me mi viene l'ansia.
Ma non è moralismo: ognuno è libero di essere e fare di sé ciò che vuole,
se non danneggia altre persone.
E so bene che questo stesso discorso non si fa quando è un 50enne che si innamora di una ragazzina. Ma la natura con gli uomini è più clemente e non credo che per loro sia così drammatico il confronto con la giovinezza della compagna.
Fatto sta che ogni volta che vedo la foto di una donna di mezza età, rifatta e scosciata, appesa a un ragazzo che potrebbe esserle figlio, io mi sento in pena.
Per quanto mi riguarda, confesso di osservare con smarrimento i segni sul mio viso,
ma più perché non mi capacito del tempo che passa...
Ma ho anche imparato a lanciare uno sguardo sfuocato allo specchio, un'occhiata e poi via, tutto sommato serena.
So che il mio viso si sta facendo storia, mappa di ciò che ho vissuto: sta tutto lì, dentro e intorno ai miei occhi. Va bene così.
Per quanto mi riguarda, poi, spero di amare a oltranza l'uomo che mette su la panza insieme a me,
colui che perde i capelli mentre io perdo tono ed elasticità,
con cui condivido un passato e le stesse paure e fragilità, ma anche progetti in sintonia.
(Io spero così, eh, ma poi la vita chi lo sa...  (eccola qui l'invincibile paura...)
Comunque poi ieri pensavo un'altra cosa.
Che non c'entra. O forse sì.
Pensavo che l'unico modo per provare a uscire da questa crisi che sta mettendo tutti o quasi in difficoltà è condividere.
Condividere ciò che si ha, le cose, ma anche energie, idee, talenti.
L'unico modo per restare felici e liberi è unirsi per diffonderla, la felicità.
L'unico modo per avere sollievo dall'angoscia del domani è diffondere un meccanismo di relazioni nuovo, fondato sull'altruismo, sulla comunità.
Stare insieme, aiutarsi, essere generosi di sé.
Spendersi per gli altri.
Essere a disposizione.
E gentili.
Grazie ad Annalisa, perché lei, per esempio, è un esempio.
Lei e tutti gli altri.

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