di Massimo Donadi. Il governo Monti si dibatte ormai da mesi tra promesse mirabolanti, puntualmente tradite o abbandonate cammin facendo, ed un sempre piu evidente immobilismo fatto di una lunga serie di compromessi al ribasso. Talmente al ribasso che, delle presunte riforme, non si accorge nessuno, men che meno i mercati. Ma ormai le elezioni sono vicine e la crisi continua ad essere drammatica e richiede un forte governo del Paese. Si voterà a marzo dell'anno prossimo (se non prima) e, di fatto, dopo l'estate inizierà una lunga campagna elettorale. Questo è l'ultimo treno se si vuole cominciare a costruire il dopo-Monti, ovvero l'alleanza tra le forze riformiste e progressiste del Paese, l'unica, a mio avviso, capace di tirare l'Italia fuori dalle secche, di coniugare crescita e rigore e, soprattutto, equità e rigore. Fin troppo tempo si è già perso, non certo per colpa nostra (su questo blog ne parlo da più di un anno), ma ora non può essere Idv a dare la sensazione di volersi tirare indietro o di non crederci fino in fondo. Lo voglio dire con chiarezza, Idv è un pilastro insostituibile del centrosinistra, e chi mai pensasse di poter fare a meno di noi commetterebbe un clamoroso errore. Ma vale anche il contrario: sarebbe altrettanto grave pensare di essere noi a sottrarci alla responsabilità di costruire un centrosinistra di governo. Cedere alle lusinghe di una sorta di grillismo di ritorno sarebbe per noi una mossa sbagliata ed ingiustificabile. Un'apparente via in discesa (com'è facile oggi chiamarsi fuori dalla logica di coalizione e, quindi, di governo, e limitarsi a maledire la politica...) ma in realtà una mossa rinunciataria e perdente: rispetto alle nostre responsabilità, rispetto ai bisogni del Paese, rispetto al governo della crisi. In un'intervista al Fatto quotidiano, Di Pietro dice che nella prossima legislatura ci troveremo a combattere in Parlamento fianco a fianco a Grillo. Sarà così? Su temi di legalità e moralizzazione della politica certo che sì. Ma sulle scelte economiche del Paese non credo proprio. Con chi propone il default dell'Italia e la nostra uscita dall'euro non voglio avere nulla a che fare! Si tratta allora di cominciare ad accorciare le distanze con le altre forze del centrosinistra, con le forze a noi piu vicine (o meno lontane, ognuno la veda come vuole), superando le reciproche differenze e diffidenze. E bisogna farlo oggi, subito, perché di tempo non ce ne è più. Anche perché se non c'è dubbio che tra noi ed il PD, in particolare sul tema del lavoro, ci sono state scelte profondamente diverse in questi mesi, va anche detto che una forza politica che ha scelto di sostenere questo governo e le sue politiche (anche sul lavoro) non per convenienza elettorale, ma ritenendo di contribuire ad un'azione di difesa del Paese, si può ritenere che abbia fatto la scelta giusta o sbagliata ma, per quanto mi riguarda, merita di certo il mio personale rispetto. Cominciamo quindi a guardare al futuro e smettiamola di dividerci sul sostegno al governo Monti perché il tema vero, già da oggi, non sono i mesi residui di questa legislatura, che da tempo non ha piu nulla da dire o da dare, e di questo governo che tirerà a campare finchè potrà, ma quello che vogliamo fare per l'Italia dei prossimi dieci anni.
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di Massimo Donadi. Il governo Monti si dibatte ormai da mesi tra promesse mirabolanti, puntualmente tradite o abbandonate cammin facendo, ed un sempre piu evidente immobilismo fatto di una lunga serie di compromessi al ribasso. Talmente al ribasso che, delle presunte riforme, non si accorge nessuno, men che meno i mercati. Ma ormai le elezioni sono vicine e la crisi continua ad essere drammatica e richiede un forte governo del Paese. Si voterà a marzo dell'anno prossimo (se non prima) e, di fatto, dopo l'estate inizierà una lunga campagna elettorale. Questo è l'ultimo treno se si vuole cominciare a costruire il dopo-Monti, ovvero l'alleanza tra le forze riformiste e progressiste del Paese, l'unica, a mio avviso, capace di tirare l'Italia fuori dalle secche, di coniugare crescita e rigore e, soprattutto, equità e rigore. Fin troppo tempo si è già perso, non certo per colpa nostra (su questo blog ne parlo da più di un anno), ma ora non può essere Idv a dare la sensazione di volersi tirare indietro o di non crederci fino in fondo. Lo voglio dire con chiarezza, Idv è un pilastro insostituibile del centrosinistra, e chi mai pensasse di poter fare a meno di noi commetterebbe un clamoroso errore. Ma vale anche il contrario: sarebbe altrettanto grave pensare di essere noi a sottrarci alla responsabilità di costruire un centrosinistra di governo. Cedere alle lusinghe di una sorta di grillismo di ritorno sarebbe per noi una mossa sbagliata ed ingiustificabile. Un'apparente via in discesa (com'è facile oggi chiamarsi fuori dalla logica di coalizione e, quindi, di governo, e limitarsi a maledire la politica...) ma in realtà una mossa rinunciataria e perdente: rispetto alle nostre responsabilità, rispetto ai bisogni del Paese, rispetto al governo della crisi. In un'intervista al Fatto quotidiano, Di Pietro dice che nella prossima legislatura ci troveremo a combattere in Parlamento fianco a fianco a Grillo. Sarà così? Su temi di legalità e moralizzazione della politica certo che sì. Ma sulle scelte economiche del Paese non credo proprio. Con chi propone il default dell'Italia e la nostra uscita dall'euro non voglio avere nulla a che fare! Si tratta allora di cominciare ad accorciare le distanze con le altre forze del centrosinistra, con le forze a noi piu vicine (o meno lontane, ognuno la veda come vuole), superando le reciproche differenze e diffidenze. E bisogna farlo oggi, subito, perché di tempo non ce ne è più. Anche perché se non c'è dubbio che tra noi ed il PD, in particolare sul tema del lavoro, ci sono state scelte profondamente diverse in questi mesi, va anche detto che una forza politica che ha scelto di sostenere questo governo e le sue politiche (anche sul lavoro) non per convenienza elettorale, ma ritenendo di contribuire ad un'azione di difesa del Paese, si può ritenere che abbia fatto la scelta giusta o sbagliata ma, per quanto mi riguarda, merita di certo il mio personale rispetto. Cominciamo quindi a guardare al futuro e smettiamola di dividerci sul sostegno al governo Monti perché il tema vero, già da oggi, non sono i mesi residui di questa legislatura, che da tempo non ha piu nulla da dire o da dare, e di questo governo che tirerà a campare finchè potrà, ma quello che vogliamo fare per l'Italia dei prossimi dieci anni.
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