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Pensieri ad cazzum – Dicembre [da Cipro a Tenerife passando dall'Inferno]

Creato il 26 dicembre 2015 da Infoturismiamoci @Infoturismiamo
Pensieri ad cazzum – Dicembre [da Cipro a Tenerife passando dall'Inferno]

Dico stop alle foto da millantatrice pensierosa e sì al ritorno alle care vecchie foto alla 'C'eravamo tanto amati', quei momenti indimenticabili in cui fermi il passante di turno e lui ti dice "cheeeseeeee". Il risultato è la metafora della vita: a volte ti va di culo, altre no. Questa volta mi sa che è andata. Il doveroso omaggio è a l'uomo che da anni custodisce i miei segreti meglio di una banca Svizzera.

Ho modificato questo ultimo post del 2015 esattamente 9 volte. Ho iniziato a scriverlo all'alba in aeroporto: a due settimane di distanza e a mente lucida posso serenamente affermare che all'alba non si dovrebbe vivere, non si dovrebbe far sesso e non si dovrebbe mai scrivere.
Vabbè, passa che ti ripassa è arrivato Natale, un giorno a cui cerco da sempre di dare un senso. Il senso del 25 dicembre 2015 è questo, insieme a Via col vento su Rete4.

Esattamente fra 48 ore sarò a Cipro tra un piatto di hummus e uno di tzatziki.
Il 2015 doveva finire geograficamente in Medio Oriente, il 2016 doveva iniziare in un hammam. In quello che potrei definire l'anno della contraddizione, l'isola divisa in due, quella dei checkpoint e della Linea Verde mi sembrava semplicemente perfetta.

Come da tradizione farò lo zaino 2 ore prima della partenza. Al momento ho solo un biglietto, una Lonely Planet a malapena sfogliata, la certezza di passare una notte in aeroporto e di partire per la prima volta in 17 anni cuore a cuore con lei, l'unica capace di assecondarmi sempre e da sempre. Non abbiamo uno straccio di letto ma solo una playlist aperta dagli Ace of Base e chiusa dagli Après la classe, nonché un'unica e fondamentale certezza: vogliamo i meze e il mare, il mare e i meze. Dimenticavo, l'hammam.

Il 2016 inizierà nel segno del bu. Un bu con due 'ma': a marzo festeggerò il primo Capodanno dell'anno; da gennaio a dicembre, sulla scia del deserto giordano, dei monti marocchini e del mare albanese cercherò di passare più tempo possibile sotto i cieli puliti e pieni di stelle.

Ho sempre schifato le serate karaoke, ho sempre schifato i brilli che cantano Mille giorni di te e di me, ho sempre schifato gli stonati che decidono di ammorbare dei poveri malcapitati, ho sempre schifato quelle basi musicali riadattate da circolo della popizza. Insomma, mentre Fiorello costruiva il suo impero con il karaoke, io lo schifavo. Ma arrivò Milano, il Ronchi 78, una serata al femminile, un cocktail magico di rosso toscano e limoncello: 4 ore per annientare le certezze dei miei primi 32 anni. Forse in una vita passata sarò stata una delle ragazze di Non è la Rai, forse nella mia vita futura dovrò darmi all'animazione, forse la mia cultura musicale vintage-trash era sul punto di dover esplodere per palesarsi al mondo intero, non lo so, fatto sta che la serata topica di questo dicembre è stata all'insegna del karaoke. Ci ho guadagnato una proposta lavorativa, la gioia di aver cantato Vaimos a Bailar con Manuela, una serie di video con cui minacciare per l'eternità Laura e Marika, la faccia tra il disperato e il rassegnato della mia gemella rossa Roberta. Ora, in attesa del bonifico per la delirante animazione offerta alla popolazione milanese, lancio un appello: Laura, amica bionda di duetto caduta dalla sedia, palesati. Milano tu nel frattempo ricordaci così.

Pensieri ad cazzum – Dicembre [da Cipro a Tenerife passando dall'Inferno]

Esistere significa "poter scegliere"; anzi, essere possibilità. Ma ciò non costituisce la ricchezza, bensí la miseria dell'uomo. La sua libertà di scelta non rappresenta la sua grandezza, ma il suo permanente dramma. Infatti egli si trova sempre di fronte all'alternativa di una "possibilità che sí" e di una "possibilità che no" senza possedere alcun criterio di scelta. E brancola nel buio, in una posizione instabile, nella permanente indecisione, senza riuscire ad orientare la propria vita, intenzionalmente, in un senso o nell'altro.
Cagliari, un Imam, un tè, un aereo preso al volo proprio quando avevo deciso di perderlo: "Siamo possibilità diceva qualcuno. A volte è proprio questo il problema". Il mio io esistenzialista è arrivato fino in fondo: quel 'qualcuno' era Kierkegaard, la quintessenza della saggezza malinconica. La "posizione instabile": è tutto qui il problema o, almeno, il mio di certo.

Almeno: la parola che riassume il bello degli ultimi due mesi.

Secondo un barista di Testaccio finirò in inferno, "è lì che finiscono le donne dai capelli rossi". Appurata la mia innata simpatia per Satana e Belzebù unita a quelli per i luoghi caldi, ho deciso che in inferno potrei anche trovarmici bene ma a patto di essere circondata da anime disordinate, ironiche e votate alla sottolineatura dei libri. Sì, su un volo Alitalia diretto a Milano mi sono ricordata di amare profondamente chi sottolinea i libri, peccato che a ricordarmelo sia stato un fan di Fabio Volo ladro di matitine Ikea.

Il viaggio dell'anno è stato in Albania, perché i viaggi alla cazzo si sa, sono sempre quelli meglio riusciti. L'anno prossimo Kosovo care mie!

Pensieri ad cazzum – Dicembre [da Cipro a Tenerife passando dall'Inferno]

A dicembre sono passata dalla cacio e pepe ai culurgiones, dalle tigelle al risotto alla milanese. Tanta gioia nel vivere un po' qua e po' un là, tanta gioia nel tornare a casa come non capitava da tempo immemore.

"Nel sultanato del Brunei, un piccolo paese situato nella parte settentrionale dell'Isola del Borneo, è stato bandito il Natale. Qualunque tipo di celebrazione pubblica - che può andare dall'esposizione di decorazioni, ai canti natalizi, al semplice indossare un indumento che rimandi a Babbo Natale - è punibile con la reclusione fino a cinque anni e con una multa di 20mila dollari." Ho trovato il mio posto nel mondo, yeah!

Non sono quasi mai serio, e sono sempre troppo serio. Troppo profondo, troppo superficiale. Troppo sensibile, troppo freddo di cuore. Io sono come un insieme di paradossi. Ferdinand de Saussure ha svoltato la mia lapide.

E tutto ciò che senti è il tempo che resta fermo mentre viaggi
E provi un senso di pace e di assoluto
La calma che ancora non finisce
Dura un attimo, ma restituisce il senso del tutto. Il tempo si ferma, la pace arriva all'anima, l'assoluto si concretizza: suppongo che il senso del viaggio sia questo. Il mio lo è di certo.

Il post di fine anno, una croce: i bilanci non fanno per me, i buoni propositi men che meno, gli auguri e le speranze lasciano sempre il tempo che trovano. L'unica certezza è che a dicembre sragiono e giungo sempre alla stessa identica conclusione da anni: "fossi andata a raccogliere le banane a Tenerife ne avrei risparmiato in salute". Magari un giorno lo farò, nel frattempo buon 2016 gente.


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