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Pensieri ad cazzum: novembre [da Milano a Gaza passando per qualsiasi cosa]

Creato il 24 novembre 2014 da Infoturismiamoci @Infoturismiamo

longo-boccolini-barbieri

Boccolini-Longo-Barbieri. Foto rubata alla prima per 3 motivi: il bellissimo panorama alle nostre spalle, fatto di nebbia fitta fittissima, ricorda che anche in Sicilia a volte (ma a volte) non splende il sole; ridere sotto la pioggia non è da tutti; volevo queste due donne in un post ad cazzum del 2014 per più motivi, ma in ultimo per il gran bel brindisi del 5 novembre. Belle!

Milano e i ristoranti. Sono arrivata in un ristorante travestito da trattoria e chiamato latteria, gasata dalla frase “qui vengono a pranzo quelli del Corriere”, frase che nella mia mente riecheggia come “qui vengono a pranzo orde di australiani, alti biondi e oliati”. Subisco il fascino del giornalista del Corriere, ancora, come una teen. Comunque, circa 8 tavoli, piccolo piccolo, con una signora (suppongo la proprietaria) tra il riot e l’ad cazzum per l’eccellenza: “perché non hai messo l’olio sulle patate??! Tieni, fa bene all’intestino! E poi è toscano, è buono” e vai con una valangata di olio sulle patate. Il tutto parlando in italiano con degli inglesi che non avranno capito una mazza. Democrazia e possibilità di scelta pari a zero. Magari sei intollerante all’olio toscano e potresti morire, ma almeno muori con l’intestino sano. Il polpettone all’Artusi, specialità delle specialità, era ovviamente finito, non riesco ancora a spiegarmi come la mia scelta sia stata un semplice paillard di vitello. Buono sì, davvero, ma troppo da fighetta milanese a dieta. Rose, rose ovunque, anche una rosa attaccata ad una mongolfiera a sua volta attaccata ad un lampadario… un po’ cucina della nonna dai gusti kitsch, un po’ giardino di Candy Candy. Prezzi non proprio da trattoria. Per esprimermi al 100% devo tornare per il famoso polpettone. Latteria San Marco, Via San Marco 24

Milano e l’ansia. La location è sempre la trattoria sopracitata. Io sono lenta, amo essere lenta e voglio continuare a vivere nella lentezza. Quindi se ordino il paillard, me lo porti dopo 4 minuti, lo mangio in 5, mi togli il piatto dopo 2 da quando lo vedi vuoto, mi chiedi se voglio un dolce, me lo porti dopo 1 minuto, lo mangio in 2 e dopo 3 mi porti il conto, in 4 semplici parole: mi fai venire l’ansia. A manetta. Fatemi godere una cena, non fatemi bere l’ultimo calice di vino a cicchetto e portatemi il dolce almeno dopo 10 minuti. Questa è una cena, tutto il resto è un mangiare per inerzia giusto per tappare i buchi. No no, non ci siamo.

Capitolo colazione. Se al bar non in piedi, non tra mille persone, non con il cornetto in una mano e il caffè nell’altra. Seduti, sempre. In realtà la colazione è a casa, punto.

Come ho risolto il blocco dello scrittore che mi ha colpito per 3 lunghi interminabili giorni. Nell’ordine: ho messo in un barattolo di Nutella 4 manciate di cornflakes e li ho mangiati a cucchiaiate; ho eliminato l’eliminabile degli ultimi 10 anni pensandoci 5 secondi netti; ho rivisto questa puntata di Grey’s Anatomy, la stessa che rivedo tutte le volte che ho bisogno di pensare “sì, c’è qualcuno che sta peggio di me”, Izzie.

Cagliari: molto molto bella. Quartiere Castello: il mio. Dormire in un attico-mansarda: perfetto. Ichnusa: potrei tradire la Peroni solo per te. Pizzetta: e vabbè niente di che!

cagliari

Longo vs Sky Sport. In 31 anni di vita non mi ero mai svegliata alle 7.30 per andare da una receptionist di un hotel e chiedere “si vede Sky sport?” In 31 anni di vita non avevo mai coadiuvato 2 sante donne nella risoluzione dell’arcano mistero “perché Sky sport si vede ovunque tranne che in questa camera?”. A 31 anni ignoravo l’esistenza di Sky sport HD, Sky Sport 1, Sky Sport 2, Sky Sport Tennis, Sky Sport qualsiasicosanchedipiù. Francesca e Anna, solo una parola: grazie. Se passate da Cagliari e cercate un hotel con belle camere con parquet e soppalco, idromassaggio, Sky (ormai è una questione di principio) e una colazione che va dalla torta paradiso al salmone, dal latte di soia (olèèè) al fontana di cioccolato, il tutto ad un costo superdemocratico (junior suite a 80 auro con offerta Booking) segnatevi questo nome: Hotel Flora, Via Sassari 45. Si stava meglio quando non esisteva la tv, questo è certo.

Hotel con temperature in camera al di sotto dei 25 gradi, doccia con tendina di plastica, asciugacapelli a tubo, presa di corrente a 8 km dal comodino, no Wi-Fi o Wi-Fi a pagamento o Wi-Fi solo nelle aree comuni: DICO NO! Il freddo snerva, la tendina di plastica è la cosa meno igienica del mondo, l’asciugacapelli a tubo non asciuga e smoscia i capelli, buttarsi giù dal letto in un nanosecondo per spegnere la sveglia fa iniziare molto molto male la giornata, senza Wi-Fi ¾ dell’umanità non può lavorare/non può postare michiate su Facebook/non può vedere la doppia spunta blu su Whatsapp/non può vivere. Se avete 8 stelle e una di queste mancanze per me è NO.

Palestina e Torino. La comunità ebraica di Torino ha chiesto la chiusura della mostra “Lungo viaggio della popolazione palestinese rifugiata” organizzata dall’Unrwa (organizzazione dell’Onu) causa “propaganda politica ostile a Israele”. Io chiedo ai miei amici di Torino e provincia di andare in massa a vedere questa mostra, la storia di un esodo iniziato nel 1948. La storia è storia, non ha riadattamenti, non può essere addolcita. E per inciso, la cultura dovrebbe essere dibattito non censura.

Domanda: quando l’uomo da rispettosa scimmia si è trasformato in cafonissimo bipede privo di senso? Un aereo è un aereo, non è il divano di casa, non è l’amaca in giardino, non è la propria macchina.

Ryanair

Voglia di Serbia.

E all’improvviso nella mia vita arrivarono i The Flying Pickets. I Neri per Caso inglesi, meravigliosi. La loro versione di She drives me crazy è SUPERIORE!

Eleganza e superiorità, sempre: un principio di vita.

Da martedì vi tormenterò anche in radio. Con la cara Valentina, amica di canzoni stupendissime e di tanto altro. Titolo scelto per questo nuovo successo radiofonico: Citofonare Malgioglio. Non aggiungo altro.

Questa è la spiaggia di Gaza. Ogni anno a luglio i bambini dell’angolo di mondo più popolato della terra si riuniscono per una sorta di festa degli aquiloni. Ecco una delle cose che vorrei fare nel 2015.

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