#1 Gargano. Gran posto, gran bella gente, grande compagno di viaggio, grandi cocktail, grandi dolci, grande sostegno. Siete tutti segnati, a partire da Luca che ci ha fatto anche un bellissimo regalo. Peroni pagata per tutti, questo è poco ma sicuro. Grazie, anche per la valangata di insulti piovuti su questa foto. Il mio piumino mezzo peso vi saluta.
#2 Un altro grazie. Questa volta a Facebook e Whatsapp per aver inventato i messaggi audio. Ne mando una media di 20 al giorno, uno più idiota dell’altro. GRAZIE a nome di tutti quelli che non sopportano più la mia voce.
#3 Pezze di Greco. A 10 anni ero indecisa se tatuarmi “Mark Owen” con un enorme cuore rosso o “Take That vi amo” sempre con lo stesso enorme cuore rosso. A 20 l’indecisone era tra frasi filosofeggianti e massime da spritz. A 31 la solenne decisione: flâneur. Una parola che amo, anzi, LA parola che amo così tanto da decidere di farla diventare parte di me. Una domenica di ottobre, con i miei due amori. In 20 giorni ho spiegato il significato della parola flâneur a 1876mila persone.
#4 Sono di nuovo in fissa con Bernalda, il paese che mi ha dato quel po’ di sangue lucano che circola nelle mie vene (quello che ogni tanto mi fa essere meno cazzona). Lucania prima o poi arriverò.
#5 La devil’s cake è da questo momento la mia torta del cuore. Avviso, ai 32 le candeline le voglio qui su.
#6 Cesenatico. La Romagna mette allegria. Lo fa con un cd ‘Romagna mia d’aMare’ sul comodino, con quella santissima piadina con lo squacquerone, con le serate dance dance dance nel centro di Rimini, con le persone giuste, con l’alba rosa. I colori mi fottono sempre, non a caso degli ultimi 10 mesi ricordo perfettamente quello del tramonto di Taoufrate, quello della sabbia del Wadi Rum e quello del mare de La Maddalena. Si aggiunge l’alba di Cesenatico. Nonostante ciò continuo ad odiare mortalmente la sveglia alle 6, alle 7, alle 8. È accettabile quella delle 8.45. Vabbè delle 9.
#7 Porto Recanati. Eh già, di nuovo. Questa volta niente sogliole fritte, ma una pizza mangiata sul letto con il sottofondo horror delle grandi riflessioni di Alberto Angela: caldo e freddo, vivere tra due estremi. Sticazzi. Conclusione: amo mangiare sul letto, amo mangiare con le mani e Alberto Angela merita di essere punito per l’outfit da turista un po’ minchione che va sfoggiando nei villaggi ai confini del mondo. Maperpiacereproprio Alberto, su.
#8 Merito di essere punita anch’io in quanto ladra di cupcake. Raptus, desiderio notturno di dolci post litro di vino, fame compulsiva, non lo so, qualsiasi cosa fosse mi ha portato a rubare dalla cucina di un B&B gestito da una coppia di signori superteneri un meraviglioso cupcake con i cuoricini di zucchero e tanta Nutella. Ma ho confessato, yeah! Mia madre ha detto “era ovvio, confessi sempre”. Insomma, un po’ rincoglioniti (o forse tanto tanto onesti anche nelle minchiate) si nasce. Ecco dove ho rubato il cupcake: B&B Zi Pasquale, Via Garibaldi 262 – Porto Recanati.
#9 Martedì 14 ottobre è entrato un uomo nella mia vita. Nome: Pellegrino. Cognome: Artusi. Da martedì 14 ottobre il semolino non è più uno stupido semolino, il brodo non è più uno stupido brodo, il sugo non è più uno stupido sugo. Per non parlare della “marena da trastullarsi” e della “minestra del Paradiso”. Lui, l’uomo che chiamava il cous cous “cuscussu” e le zucchine “zucchini”, la mente della verità più vera di sempre “la miglior salsa che potete offrire ai vostri invitati è un buon viso e una schietta cordialità”, la penna che ha trasformato una polpetta in poesia. Per ogni ricetta una storia, Artusi ha raccontato il cibo. Rendiamoci conto… raccontare il cibo è pura e immensa Arte. Martedì 14 ottobre mi sono innamorata.
#10 Bari e la domenica. Quella in cui ho la forza di alzarmi e andare a correre, quella delle patatine fritte di mia madre, dei caffè sul mare, dei bff, dello streaming a gogo, dei tentativi malriusciti in cucina all’allegra scoperta della cucina veg. Questa è domenica.
#11 Ho voglia di campagna. Da piccola era quella di Valenzano, quella delle mandorle raccolte e schiacciate con le pietre, del pane fatto sui carboni, delle olive, del frantoio, delle galline, dei mille cani, delle lucertole, delle margherite gialle. Ora che ci penso, sono stata la versione in miniatura di Renato Pozzetto in Ragazzo di campagna… top!!!
#12 E arrivarono gli haters. Ma il mio è differente, un mito. Peppe vieni a Bari a mangiarti 2 sgagliozze con me. Anzi, sai che ti dico? Dopo le sgagliozze ce ne andiamo insieme in Valtellina a mangiare gli sciatt! (p.s. non mi rimangerò mai quello che ho detto, sgagliozze vs sciatt 0-1, tiè!). Questo il post della discordia.
#13 Sam Cooke, Wonderful Love. È il trip del mese. Voglio un Harrison Ford con cui ballarla (memorie da Witness-Il testimone).
#14 Il succo di melograno, quello fatto in casa con i melograni veri non quello metà acqua metà zucchero della Coop. È il secondo trip del mese.
#15 Le cene con i miei amici, le migliori in assoluto.
#16 Ho scattato una foto buia, un po’ mossa, storta e ancora una volta aveva ragione Robert Capa quando diceva che nell’imperfezione delle immagini mosse e slavate si realizza la perfetta sintesi fra cronaca ed emozione. C’è tutto.
#17 Lo dico in latino, fa più effetto: nemo propheta in patria. Amen.
Pensieri ad cazzum – Settembre [dalla mia irrequietezza ai polli di Valdaora]
Pensieri ad cazzum – Agosto [da Baglioni a Kerouac]