Magazine Diario personale

Pensieri annacquati di una mente in evidente stato ipoglicemico

Da V

Oggi non va. La notte ha portato solo un sonno debole e pieno di pensieri che si sono volatilizzati nell’istante in cui ho aperto gli occhi. È rimasto solo il retrogusto di un sapore indefinito. Solo nel mare sto bene, sembra lenire tutte le ferite, annebbiare la mente. E allora m’immergo sempre più a fondo: i rumori sono ovattati, lontano da me, i miei occhi si riempiono del blu del mare, diventando un tutt’uno con esso.
Mi faccio molti castelli in aria, immagino situazioni nei minimi dettagli, immagino le cose come, secondo me, dovrebbero andare. Ma troppo spesso capita che queste mie fantasie si disciolgano nel nulla al suono di una sola parola. Ho imparato a frenare la mia immaginazione e le mie aspettative perché se non ti aspetti niente non verrai mai deluso. Ma a volte è più forte di me e quindi mi ritrovo con questo umore.
Venite a trovarmi
Agosto è quasi finito e sabato c’è il primo evento sociale post estate con gli amici. Vorrei morire. Quando me l’hanno detto un sentore di nausea si è fatto largo,invadendo anche i pensieri. L’inverno grigio,le stesse discussioni,gli stessi volti falsi,le persone e i loro problemi,sempre i loro problemi,uguali ogni anno,gli stessi posti,la stessa noia,lo steso menefreghismo diffuso. Ho bisogno di andarmene.
Il problema per me è prendere una decisione. Quando l’ho presa, vado dritta per la mia strada, senza mai voltarmi.
Non mi è mancato nessuno, nemmeno le persone cui voglio bene. Non capisco come mai mi stupisco ancora di questa cosa, di come io riesca a stare bene solo con me stessa. Solo per dodici giorni ho sentito la mancanza di qualcuno e più si avvicina il giorno in cui lo rivedrò più questo mare in tempesta dentro di me, si agita.
Mi sono stupita nel ritrovare questo posto identico a come lo avevo lasciato qualche anno fa. Se la mia vita fosse un film mi vedrei camminare nel viale principale della città, mentre si sovrappongono immagini di me che cresco,che cambio. Intorno resta tutto immutato. Non riconosco più le facce, non tutte almeno. Riconosco i posti però, affollati di ricordi. Quando ho aperto l’armadio per mettere dentro i vestiti mi aspettavo di trovare ancora gli abiti di mia nonna. I miei zii hanno buttato via tutto, hanno reso questa casa più loro.
Ma comunque era da tanto tempo che non trovavo un posto che sentissi così mio.
È più facile cancellare il ricordo che affrontarlo.

V.



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