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Pensieri berlinesi, riuscite a seguirmi o proprio non hanno un senso?

Creato il 21 aprile 2012 da Angela

444, questo é il numero della mia stanza di albergo. Da domenica scorsa sono a Berlino, il mio soggiorno qui durerá fino a venerdí 27 quando poi rientreró a Karlsruhe, sperando di restarci per un po’.

Questi primi due mesi in Germania sono stati molto intensi ma definitivamente interessanti e ricchi di nuove esperienze e opportunitá.

Riflettevo su come tutto ció non mi sarebbe mai stato possibile in Italia, forse ero io che non avevo i ‘contatti’ giusti, non sceglievo le strade corrette, forse ero io ma probabilmente anche no. Non avevo l’esperienza, non avevo l’etá adatta per certe posizioni. Gli stage erano la mia ‘passione’, il contratto a tempo indeterminato era anche arrivato ma poco dopo il mio senso di insoddisfazione tornava a farmi visita. Volevo di piú, sapevo di poter dare di piú.

Ricordo una conversazione con un compagno sulle famose scale mobili dell’universitá dove ho studiato, nella quale io dicevo: “Non so cosa voglio diventare da grande, so che vorrei un lavoro nel quale io abbia la possibilitá di viaggiare, di vedere posti nuovi e stare a contatto con la gente. Non voglio diventare un’interprete, ma ho deciso di studiare interpretariato e comunicazione per aprire la mia mente a lingue e culture diverse dalla mia”. Ecco con queste parole iniziavo il mio primo anno di universitá.

Il mio sogno nel cassetto era diventare giornalista, avró stressato l’anima a tutte le mie compagne delle scuole superiori con questa storia. Scrivere i temi era per me la parte piú interessante del programma di italiano. La persona che era chiamata ad insegnarmi quella materia diventava per me uno stimolo, una fonte di ispirazione, una persona in grado di mettermi in discussione e il cui giudizio contava piú di ogni altro.

Ho provato a seguire quella strada, ci ho messo passione, ho bussato a diverse porte, ho scritto mail di candidatura che accompagnassero il mio curriculum per far sí che fosse piú di un documento in pdf allegato. Non ho avuto molta fortuna, ho collaborato per due giornali, ma non mi sentivo valorizzata.

Un anno fa quasi, il 26 aprile 2011, ho iniziato allora a scrivere su questo blog e devo dire che questo sí che mi da soddisfazioni invece. Ringrazio voi che mi leggete con tanta costanza e passione e ringrazio questo spazio che appunto mi permette, ogni volta che mi siedo di fronte al mio laptop, di esprimermi senza freni e senza riguardi.

Mi chiedo costantemente se io abbia veramente rinunciato a seguire quel sogno, quell’obbiettivo che mi ha accompagnato per tanti anni. Ora come ora sono, come scrivevo qui, soddisfatta di ció che sto vivendo, dell’opportunitá che mi é stata data che, alla fine, con lo scrivere ha anche a che fare. Una parte del mio lavoro consiste nell’elaborare e nel tradurre dei testi. Anche quella parte del mio lavoro nella quale ora sono piú impegnata, ossia tenere corsi di formazione, la trovo parecchio interessante e totalmente nuova per me: una buona sfida!

Non so se io abbia rinunciato all’idea del giornalismo come professione, ora sto seguendo il mio secondo sogno: vivere per almeno due anni in Germania. Non è detto che le due cose non possano combaciare un giorno.

Come dicono i tedeschi ‘Ich lasse mich überraschen’, mi lascio sorprendere dagli eventi che mi accadono.



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