Certe parole si appiccicano addosso e ti restano per tutta la vita, come una seconda pelle, quella visibile, quella che alle altre persone piace vedere.
Parole dette a volte per gioco da un adulto, o da un amico, restano lì, dentro di te, per tutta la vita, anche con tutto il bagaglio di consapevolezze che durante il corso della vita si riempie sempre di più e allora, mi chiedo, ma gli altri, quelli a me vicino, mi vedono alla luce di queste parole, soprannomi, perché sono io che mi sento così, o sono gli altri, che malgrado il mio lavoro interiore, mi fanno sentire così, come se quelle parole, quei soprannomi, fossero uno specchio per me e per gli altri?