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Pensieri fatti a mano incontra The Wool Box

Da Mariacristinapizzato @cristinapizzato

O meglio, Cristina incontra Emilio, Linda e Valentina (rigorosamente in ordine alfabetico:))

Sono passate ormai 3 settimane dalla mia vacanza nei dintorni di Biella, esattamente a Passobreve, piccola frazione di Sagliano Micca, terra d’origine di mio marito e della sua famiglia, dove ogni anno trascorriamo piacevoli e rilassanti giornate.

Ho scoperto The Wool Box in uno dei miei viaggi nel web, alla scoperta di novità, stimoli e idee; ricordo che cercavo informazioni sulla storia della lana, le tecniche di lavorazione e sulle tipologie di filati, in particolare italiani, o comunque derivati dalla trasformazione di lana italiana. Ecco che mi trovo in questo stranissimo blog, piuttosto spartano graficamente parlando, ancora quasi ‘in bozza’, ma dai contenuti interessantissimi.

Un diamante grezzo.

Pensieri fatti a mano incontra The Wool Box

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Questa primavera, cogliendo l’occasione di una visita a Passobreve, e avendo scoperto che la sede di The Wool Box è Miagliano, a pochissimi kilometri da casa nostra, ho pensato di approfondire la conoscenza di quello che già intuivo un progetto unico nel suo genere, pur non avendo le idee chiarissime di cosa facessero ‘dentro quella scatola’. Prima di trovare la sede ho dovuto chiedere ad un paio di gentili anziane signore che non avevano la minima idea di quello che stessi dicendo: ‘The Wool Box?!’…’Ah si, forse è giù alla vecchia fabbrica, so che da qualche mese c’è qualcuno…’ è stata la loro risposta, accrescendo ovviamente la mia perplessità.

Non è semplice concretizzare, portare alla realtà, qualcosa o qualcuno che si è incontrato in rete, figuriamoci se si parte come me, senza aver avvertito nessuno del mio arrivo e, il sabato prima di Pasqua, si pensa di trovare qualcuno ad aspettarci! Ovviamente nulla di fatto e me ne sono tornata a bocca asciutta ma con la promessa di riprovare in estate.

E così è accaduto. Ho commentato qualche volta il  blog The Wool Box, fatto sapere a Valentina che mi sarebbe piaciuto incontrarli e colto l’occasione dei picknitting per fissare un incontro!

Finalmente martedì 9 agosto ho conosciuto Valentina e Linda, mi hanno raccontato la realtà di The Wool Box e abbiamo passato un pomeriggio molto rilassante, lavorando a maglia…

…mi hanno fatto scoprire incredibili realtà che lavorano la lana artigianalmente (e fantasticamente) come Les Tisserands un laboratorio della Valgrisenche (AO)…

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…visitando  l’antica fabbrica abbandonata che sprigiona fascino e potenzialità da ogni mattone.

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Ovviamente dovevo tornare.

Ed è stato al secondo appuntamento che ho conosciuto Emilio, il fantomatico Signor L. del diario di Valentina; subito mi ha colpito la sua passione per il progetto, la visione di un nuovo modo di concepire il valore legato alla filiera della lana.

Ma vorrei entrare maggiormente nel dettaglio perchè ho trovato in The Wool Box la risposta a molte riflessioni legate alla mia passione per il lavoro a maglia.
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Innanzi tutto partiamo da Biella, storico distretto laniero dove da secoli

“un’imprenditoria a base familiare radicata nel territorio e tecnici altamente specializzati hanno scritto la storia dell’industria tessile italiana.”

In questo scenario nasce The Wool Company, un consorzio che

“…riunisce esperti della lana, specialisti del processo di produzione e imprese biellesi della filiera tessile con lo scopo di preservare e promuovere insieme la cultura della lana, con un approccio che va ben oltre la semplice visione utilitaristica privilegiando la sostenibilità dei materiali e dei processi produttivi, il rispetto dell’ambiente e la tutela delle tradizioni e dei piccoli produttori.

Seguendo ogni fase della lavorazione della lana, Biella The Wool Company opera per sostenere gli allevatori di razze tipiche, salvaguardare i patrimoni genetici locali, tutelare l’ambiente e il territorio, nel rispetto di produttori, trasformatori e consumatori, a cui viene offerta la possibilità di essere parte attiva del processo.”

Ed è con questi presupposti prende forma il progetto The Wool Box

“per conoscere, salvaguardare e promuovere la cultura della lana in tutte le sue declinazioni.”

“The Wool Box è un contenitore di storie, voci e notizie dedicato al mondo della lana. Un luogo dove possa crescere la consapevolezza dei consumatori e dove produttori, trasformatori e utilizzatori di lana possano dialogare e condividere idee, saperi ed esperienze. Un progetto collettivo per promuovere uno stile di vita meno frenetico e più rispettoso delle diversità, compatibile con una migliore qualità del vivere, in armonia con l’ambiente e le persone.”

Che dire? Non ho potuto far altro che citare quanto riportato all’interno del blog per descrivere la filosofia che anima il progetto, anzi la lanosofia!

Si tratta di una visione innovativa che si intuisce leggendo i contenuti pubblicati; quello che non sempre si riesce ad immaginare è il fascino palpabile che si respira visitando le antiche fabbriche, il magazzino del sucido, dove Emilio mi ha fatto toccare i velli tosati ancora contaminati da vegetali e materiale organico, annusare il profumo penetrante di questi cumuli di lana dei quali conosceva esattamente la provenienza.

E’ questa la caratteristica più straordinaria del prodotto The Wool Box: l’assoluta tracciabilità della lana, dalla provenienza appunto, fino ad arrivare al gregge,all’allevatore e persino alle singole pecole.
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E poi l’emozione degli archivi storici, un patrimonio che mi ha lasciata senza fiato, il magazzino dei velli e dei manufatti della mostra itinerante Wools of Europe, velli di differenti razze ovine provenienti da ben 27 paesi europei.

Pensieri fatti a mano incontra The Wool Box

Insomma, troppo da descrivere in un solo post!

Ma ce ne saranno altri sull’argomento, anche perchè condividendo in toto lo spirito del progetto, le finalità e gli obiettivi, ho avuto l’onore di diventare ambasciatrice di The Wool Box con il prestigioso incarico di diffondere la lanosofia in luoghi, esperienze, opportunità che avrò la fortuna di incrociare sul mio cammino.

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