Pensieri su Naomi, la ragazza che è tornata a 18 anni fa e la mia infanzia, nonché della nostalgia

Creato il 02 agosto 2011 da Stregonestregato @ppstronzi

Mi ha molto colpito, qualche giorno fa, la vicenda di Naomi appresa sul Corriere: questa tizia che di punto in bianco si è ritrovata con la mente a 18 anni prima, azzerando completamente la memoria degli anni dai 15 ai 34, ricordando perfettamente cosa faceva il giorno prima alla sua età (per approfondire l’articolo, potete leggerlo qui). Per lei è stato uno shock, ritrovarsi nel suo corpo invecchiato, con un figlio, sposata e con una società completamente cambiata. La strana situazione, che sembra quasi la trama di un film, mi ha dato parecchio da riflettere.

Chissà cosa questa povera tizia ha effettivamente provato: mi sono immaginato io nella stessa situazione e ho provato una sensazione strana senza viverla. Diciannove anni fa…1992.

Mi sarei risvegliato a dieci anni, timido, insicuro, pieno di creatività e mondi fantastici in cui mi rinchiudevo inventando storie. Ci sarebbe stata Non è la Rai alla tv (che avrei guardato prima di andare a scuola nel turno pomeridiano) e i Cavalieri dello Zodiaco, cartone animato che tanto mi ha fatto sognare (e che ancora adesso ci riesce).

Sarei da poco nella mia casa nuova e cercherei di abituarmi alla sconosciuta cameretta sognando di notte di tornare in quella vecchia, teatro di tante avventure. Avrei un fratellino di appena due anni di cui sarei molto geloso e che terrei rigorosamente lontano dai miei mondi. Avrei un cane a cui darei i tormenti ma che in realtà amerei alla follia: e, soprattutto, ci vorrebbero ancora tanti anni prima che muoia.

E a proposito di morti, i miei nonni paterni sarebbero ancora belli vivi e vegeti e in salute mentre i miei nonni materni perfettamente in salute. Avrei una fifa fottuta di andare alle medie, convinto che sarei stato tra ragazzi adulti che, timido come ero, avrei dovuto affrontare e avrei preferito, piuttosto, lanciarmi in un mare di squali. Avrei atteso ogni sabato sera Scommettiamo che con la Carlucci e Frizzi e aspettato il Natale con forte trepidazione per vedere quali giochi di società i miei mi avrebbero regalato.

Avrei già ballato le canzoni di Madonna, anche se ignoravo che volto avesse praticamente e mi sarei chiesto tante cose sul mio corpo che sapevo doveva cambiare a breve ma che non capivo bene come.

Sarei stato innamorato del mio compagno di banco, Alfredo, un ragazzino particolarmente tamarro e buzzurro che solo con me sembrava addomesticarsi e mostrare lati di gentilezza. Sarei stato quel bambino pallido, silenzioso, schifosamente buono e gentile, che si sentiva in colpa per aver detto una parolaccia, ma con un vulcano di storie e immagini racchiuse dentro di sé.

Come sarebbe risvegliarmi improvvisamente nel mio corpo attuale ma con la mente di quel ragazzino? Sebbene io sia un nostalgico cronico, la cosa mi terrorizza alquanto. Fondamentalmente perché il passato mi piacerebbe riviverlo nel contesto “passato“, appunto, non come una sorta di freak nato da un incidente temporale tra due periodi e due vite completamente distanti. Però quello che mi attrae è immaginare di sentirsi effettivamente come all’epoca, recuperare quel me completamente sepolto da cumuli di polvere di esperienza propria del mondo adulto. Essere quel bambino ancora una volta, in tutto e per tutto, senza immaginare nostalgicamente di provare quelle emozioni.


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