La neve scende, silenziosa, incessante, morbida. In questo fortissimo gelo, che sembra dover peggiorare nei prossimi giorni, essa ricopre tutto, sfalsando i colori, arrotondando le forme.
E pure che la spali via, essa continua a cadere e a nascondere tutto. Mi fa riflettere, come ogni volta. La guardo da casa, avvolto nel mio plaid, musica in sottofondo e dà spazio ad alcuni pensieri, con il suo potere ipnotico e quel candore brillante che sembra portarti in un’altra dimensione, che sai che finirà, ma che quasi vuoi godere in ogni singolo fiocco di neve.
Riflettevo che è veramente difficile rimanere fedeli a sé stessi. Anche perché bisogna capire qual è il confine tra lo stagnare in principi non meglio identificati e cosa è evoluzione mirata o dettata da smanie di cambiare ed essere differenti.
Immerso nella musica, da solo, assaporo ogni istante di questi cambiamenti. Cambiamenti di cui sono felice, ma che mi spaventano. Affrontare la vita in maniera diversa forse è possibile: staccarsi da zavorre concettuali che creano ansie e terrori è come librarsi in aria lentamente, senza fretta e capire, metro dopo metro, che il peso è solo frutto della gravità e che cambia a secondo del sistema di riferimento.
E poi la fiducia. La voglia di avere fiducia nell’altro, il capire che l’amore è un’infinità di sensazioni e continue rivoluzioni che hanno come costante il desiderio di avere quella persona al tuo fianco.
Perchè poi, pensavo, l’amore vero forse un po’ esiste: è quando in un periodo della tua vita incontri una persona che ha la tua stessa visione dell’amore, qualunque essa sia.