MINACCIA GLOBALE INDONESIANA
Riau, è punto del mappamondo una provincia dell'Indonesia, in mezzo all'isola di Sumatra. Dovremmo abituarci a conoscere quel nome esotico , ma non per immaginarci vacanze paradisiache. Degradandosi diventa una minaccia globale per tutto il Pianeta.
Se si distruggeranno come sta avvenendo , la torbiera di Riau, 4 milioni di ettari quanto l'estensione della Svizzera, si libereranno un aria 49 miliardi di tonnellate di anidride carbonica , cioè l'equivalente di emissioni di gas serra di tutta la Terra per un anno.
Il dato clamoroso ci viene fornito da Greenpeace. Tutto è stato confermato dagli scienziati della Ipcc , un organismo delle Nazioni Unite.
Cosa possiamo fare noi per quello che succede a Riau? Facile consumare meno olio di palma. Oppure non consumare più olio di palma che arriva dall'Indonesia.
Il collegamento è facile: le foreste che ancora esistono trattengono 500 milioni di carbonio. In poche parole le torbiere hanno la facoltà di immagazzinare carbonio al primo passaggio della materia organica. Questo lavoro lo hanno fatto per millenni. Ora vengono aggrediti.
74 milioni di foresta indonesiana , negli ultimi 50 anni, sono andati perduti.Il ritmo è molto cresciuto negli ultimi due anni ( due milioni ogni 12 mesi, l'equivalente del Belgio). Primo motivo è il commercio di legname pregiato.
Ma dopo succede il peggio , il terreno viene drenato per la costruzione di canali di trasporto dei tronchi. Nonostante sia vietato la biomassa viene rimossa col fuoco. Gli incendi servono per diminuire l'acidità dello stomaco , concimano ed eliminano potenziali parassiti. E' in questa fase che si liberano nell'aria una quantità
di gas serra stimata all'anno di 1,8 miliardi di tonnellate : il 4 per cento delle emissioni globali . Tanto da portare l'Indonesia al terzo posto,tra i paesi inquinanti, dopo superpotenze come la Cina e la Usa.
E purtroppo senza pagare il dazio dato che è un paese in via di sviluppo, e quindi non obbligata a ridurre i gas serra , secondo i dettami del protocollo di Kyoto.
Una volta bruciata la foresta si può usare per nuove coltivazioni. Il business vuole che le più convenienti siano quelle di palma da olio.
La palma è il maiale vegetale, non si butta via niente. L'olio che si ricava entra negli ingredienti alimentari come quelli cosmetici.
I suoi derivati sono ingredienti comuni e vengono utilizzati da poco, in larga scala, nei biocarburanti.L'so dell'olio di palma negli ultimi dieci anni è aumentato del 75%.. Nell'Unione Europea è raddoppiata fino a coprire il 13 % del totale.
In Indonesia , data che l'offerta è enorme, si procede a ritmi forzati : via gli alberi, su con gli incendi, su con coltivazioni.
Con 4-5 anni si possono avere palme in produzione. Le esportazioni sono cresciute del 244% al 2000 ad oggi . . Nel 2030 raddoppierà la richiesta, mentre nel 2050 triplicherà.
Nicholas Stern , ex vicepresidente della Banca mondiale,avverte che la domanda aumenta e le riserve di carbonio delle torbiere indonesiane precipitano. Comunque non si può procedere in maniera soft , ma con l'accetta.
Il paradosso è che l'olio di palma , in versione biocarburante, inquina meno dei combustibili fossili derivati da petrolio, quindi un toccasana per il clima. Utilizzandolo le aziende hanno il benestare ,con certificati verdi, dall'Unione Europea. Non si erano calcolati i danni causati all'origine.
L'Epea , un istituto di Amburgo, calcola che in 100 anni la produzione di biodiesel da olio da palma, emette una quantità di anidride carbonica cinque volte superiore a benzine normali. A Riau, gli attivisti di Greenpeace , hanno impiantato nell'area un Campo di resistenza forestale.
Oltre ad abbordaggi di navi che portano l'olio in Europa , come è successo a Rotterdam.
Inoltre Greenpeace contesta anche i big agroalimentare che usano l'olio di palma indonesiano per prodotti di largo consumo : Unilevel,KitKat, Pringles., Philadelphia, Gilette, Burger King, McCain per dirne alcune . La richieste è semplice comprate il vostro olio da altre parti , senza che sia danno al pianeta.
Verrà presentata una piattaforma a Bali, Indonesia, dove si sta svolgendo il vertice del clima.
Fermare la deforestazione mondiale, stabilire una conversione agricola delle torbiere, ripristinare le torbiere indonesiane, sicuramente non saranno risolutivi m ma i nostri polmono respireranno un pò d'aria pulita. Pubblicato da MADYUR a lunedì, dicembre 10, 2007