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Pensierini su di noi

Creato il 22 febbraio 2015 da Pioggiadinote

mini piano

Avete mai ascoltato una musica che proviene da dietro una porta, quando al di là c’è una classe di danza con un pianista che sta suonando? Ebbene, sappiate che si tratta di musica funzionale, in tempo reale e che in molti casi è originale. Ditemi, dove potete trovare nel nostro tempo altra musica con queste caratteristiche (funzionale, in tempo reale, originale)? Sappiate inoltre che gli autori di queste musiche sono dei tipi piuttosto strani.

Qualcuno è specializzato nel repertorio di musica leggera e infila una canzone dietro l’altra, altri propongono Bach e i grandi classici. Tutti improvvisano con passione, e si ripetono: tornano sui propri modelli armonici, sui propri vizi (certi arpeggi, certi stili di accompagnamento nella sinistra, certe preparazioni all’esercizio), e così ognuno è riconoscibile. Per alcuni pianisti, vizi e virtù coincidono. C’è chi improvvisa su un percorso armonico che si sviluppa continuamente attraverso cadenze evitate: è una strada che non sceglierei, ma anche uno stile improvvisativo convincente. Ce n’è uno che suona tutto piano o pianissimo, quasi senza pedale di risonanza, e ogni tanto (di solito sulla prima nota) produce degli accenti fortissimi (gli addetti ai lavori hanno già capito di chi sto scrivendo). Così, se c’è un ballerino che sta per addormentarsi o è semplicemente depresso, si sveglia e si dà da fare nell’imminente esercizio – salvo poi accasciarsi di nuovo appena finita la musica. Io trovo fastidioso questo saliscendi dinamico, ma non sono io che devo danzare: può darsi invece che l’espediente funzioni.

(Al contrario, uno dei rischi maggiori dovuti alla routine è che i pianisti della danza suonino quasi tutto forte, lascino giù il pedale destro tirandolo su solo alla fine della sbarra e non si rendano conto di quanto siano noiosi).

Che tipi sono?

Foto di gruppo. Un marinaio col sigaro (in inverno), uno sportivo in tuta da jogging (estate e inverno), una signora in abito da sera: ecco alcuni di loro. Ce n’è uno che porta sempre con sé una fantomatica valigetta. Un altro non si fida delle abitudini igieniche dei suoi colleghi e pulisce ogni volta la tastiera prima di suonare. Una collega va in giro con un cuscino, perchè i pianoforti sono alti e le sedie sono basse. Un altro di noi, invece, non c’è mai, quindi non so come suoni. C’è chi cammina come un ariete sbuffando e chi è noto per la sua abitudine di stare al telefono, sempre (avrà l’orecchio surriscaldato oltrechè assoluto); ma non è il solo a riporre gelosamente quell’oggetto sul leggio, per controllarlo in modo convulso anche mentre suona. Un altro, mentre aspetta che i danzatori si preparino, suona tutto il suo repertorio a memoria con la sordina. Alcuni non riescono proprio a star fermi! Devono SEMPRE suonare. Mentre aspettano pasticciano, suonano boogie-woogie, fanno le scale, eseguono cose difficilissime di Bach, suonicchiano canzoni – e intanto chiacchierano. E’ che sono dei veri intrattenitori. O dei veri pianisti. E specialmente gli intrattenitori sono bravissimi a chiacchierare anche mentre suonano, cosa che a me non riesce. Se sto improvvisando, infatti, perdo immediatamente il filo del discorso musicale; se sto suonando a memoria, anche.

E io? Abbasso lo sgabello al minimo, ordino ogni cosa intorno a me in modo assolutamente preciso, suonicchio solo raramente perchè a me non porta bene (meno suono meglio è), cerco di non pensare, non vedo l’ora di iniziare, ascolto il vicino di sala che suona e cerco di indovinare chi sia (e indovino sempre).

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