Magazine Diario personale
Scende la quiete, il silenzio avviluppa la mia mente e la proietta nel grande specchio del mare, che brilla, scintillante delle grigie nubi, striato d'oro. Le foglie si accendono sotto la luce del sole e mollemente, si abbandonano alla ninna nanna della carezza tenue del vento. Leggermente, quietamente, si muovono delicate tentando talvolta di toccare l'azzurro del cielo che cerca di fare capolino tra nubi grigie, bianche, nere. Silenzio, tutto tace. Solo qualche pensiero, come farfalla leggera e candida, vola timidamente per cercare di riempire la mente. Dolce pensiero che rapisci il mio cuore e con la tua concretezza getti nella pace tutta la mente e il mio corpo! Egli spazia leggiadramente, oltrepassando i confini del tempo, toccando l'infinito. Dove voli dolce pensiero? Quanti pensieri incontrerai in quello spazio trasparente, dove osi tuffarti ignaro del tuo grande potere di gettare nella gioia o nello sconforto le anime che raccolgono il tuo delicato fiore? Tanti pensieri, una folla di pensieri... non so se ti curi di questi e ti interroghi sulla loro importanza. Scruti i volti di tante persone e inconsapevole fluttui nell'aria trasportato dal vento come quelle piccole foglie dondolate dal vento... e ti riempi di mestizia mentre delicatamente ti appoggi sul marmo di alcune tombe... Grande, crudele destino quello dell'uomo. Creato per la felicità, si tormenta per tutta la vita per la fine di questa! Eppure il pensiero sa di essere eterno, lui che tocca l'infinito e gli appartiene, sa che è immortale. Sopra quelle fredde lastre, esposte alle intemperie, ci sono dei volti e dei nomi... e dietro quei volti e quei nomi, ci sono realtà e vite differenti, affetti non spenti... o spenti per sempre... e mentre il vento continua a giocare, accarezzando il marmo e facendo cinguettare gli uccellini felici di ripararsi tra rami intonsi, tu spicchi il volo e trascini il dolore di alcune persone. Là oltre quelle mura, tante persone vivono indaffarate e sembrano ignorare il dramma del loro destino. Oh sì, se sapere e riflettere sulla propria fine, getta nello sconforto, il non pensarci mai, getta l'uomo nella disperazione. Tutta la vita è un lungo pellegrinaggio ma non ci rendiamo conto che essa dipende da come vediamo la meta finale, quella della morte... Haimé, se lo si vede come un capolinea ecco che la vita si tinge di nero, di sofferenza senza un nome, quella che si fa temere di più. Ella è quel mostro senza volto che sta accovacciato al buio e aspetta il tuo ingresso. Ti fa tremare... e il brutto è che non sai che ciò che ti fa tremare è proprio quel mostro senza volto. Vuoi dare all'angoscia un nome, ma non ci si riesce... è la morte stessa! Silenziosamente, così come verrà a prendere la tua anima, t'insinua un terrore pericoloso che ti svuota della bellezza e gioia della vita... arriverai alla fine del tuo cammino e ti accorgerai di non aver vissuto, di aver vissuto nell'angoscia e di non aver assaporato le gioie che pur sono tante! Allora, o dolce pensiero, trasporta il mio spirito oltre quelle mura, tuffalo nell'infinito che tu già conosci e trascina chi ami...
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