Penso a Marta che vive a Parigi. È una mia amica di infanzia. Ha scelto di vivere lì dopo una laurea in lingue che l’ha portata prima in Polonia e poi in Francia. Ha avuto una vita abbastanza schifosa, davvero dura.Ha scelto di vivere lí per trovare pace. Ha conosciuto un compagno marocchino e con lui ha avuto dei figli. Attualmente, dei due bambini, uno è in ospedale con gravi problemi. Ha 5 anni. Il pensiero che una megalopoli possa essere sotto assedio così mi disintegra. Mezza famiglia separata per colpa di una guerra sviluppata a terra ma con le nuove tecnologie ci dimostra quanto siamo diventati vermi. Parassiti capaci di brutture e macchie avvilenti.
Il solo pensiero di amare una persona, e non poterlo dire, in questi momenti, dove la protezione e la sicurezza sono a zero, mi manda fuori i testa.
Non posso raggiungerla se non per e-mail, alla quale ultimamente non risponde.
E’ un fine serata buio, molto buio, di un venerdì 13 davvero da cancellare.
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