Pensione di reversibilità: cos’è e come funziona
In pochi punti la spiegazione di chi la percepisce e come avviene il calcolo dell’assegno destinato ai superstitiDANIELA LANNI La pensione di reversibilità è il trattamento riservato ai “superstiti” del pensionato o del lavoratore deceduto (in questo caso viene definita “pensione indiretta”). La prestazione economica viene erogata dall’Inps. Oggi è legata al reddito Irpef. In futuro potrebbe, invece, essere condizionata dall’Isee, la situazione economica complessiva. Questo se passa il disegno di legge delega sul “contrasto alla povertà” presentato dal consiglio dei ministri a fine gennaio.
A chi spetta? Viene spiegato in modo dettagliato sul sito dell’Istituto nazionale per la previdenza sociale. - Al coniuge (anche se separato o divorziato, se titolare di un assegno di mantenimento) - Ai figli (se alla data del decesso del genitore non hanno ancora raggiunto la maggiore età. Se sono studenti o universitari tra i 18 e i 26 anni, e ancora a carico alla data della morte del parente. E se sono inabili, cioè con problemi fisici o mentali) - Ai nipoti minori (anche se non formalmente affidati) se a carico degli ascendenti (nonno o nonna) alla data della loro morte - In assenza di altre figure, a fratelli celibi e inabili e a sorelle nubili e inabili, a carico della persona defunta, se non sono già titolari di una pensione.
Quando si riceve ? Dal 1° giorno del mese successivo a quello del decesso del lavoratore o del pensionato, a prescindere dalla presentazione della domanda.
A quanto ammonta? La pensione di reversibilità si calcola sulla base dell’assegno percepito dalla persona scomparsa, oppure in base alla pensione che il defunto già percepiva. La legge prevede importi variabili che si calcolano in base alla situazione familiare: - Spetta il 60% della pensione solo se c’è il coniuge - 70% per un figlio - 80% per il coniuge e un figlio o due figli senza coniuge - 100% per il coniuge e i figli sono più di tre - 15% per ogni altro familiare, diverso dal coniuge, figli e nipoti.
L’erogazione dura per sempre? No. Il diritto alla pensione per i superstiti può cessare se il coniuge si risposa, se viene meno lo stato di inabilità di colui che la percepisce, se i figli universitari terminano o interrompono gli studi e, al compimento del 26esimo anno di età. Infine, nel caso in cui i fratelli celibi e le sorelle nubili, si sposano o prendono un’altra pensione.
Cosa cambia con l’Isee? L’Isee è “l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente” e valuta la posizione economica di coloro che percepiscono le pensioni di reversibilità, richiedono agevolazioni e prestazioni sociali. Con la sua introduzione l’assegno non sarebbe più un diritto inalienabile ma dipenderebbe dal reddito di chi ogni mese lo percepisce. Gli eredi in vita potrebbero subire ulteriori tagli. Da qui la polemica sollevata dai sindacati.
Già oggi, comunque, la pensione di reversibilità può essere tagliata se il beneficiario possiede altri redditi. A introdurre questa norma fu il governo Dini nel 1995. Il taglio varia tra il 25 e il 50% dell’importo iniziale.
Nel 1995 è morta mia madre, titolare di due pensioni di reversibilità da mio padre: una del Ministero per il quale egli aveva lavorato ed una di Guerra, in quanto egli era mutilato di seconda categoria. Da questo breve e chiaro schema riassuntivo, pubblicato da "La Stampa", apprendo che, proprio nell'anno della sua morte, Dini provvide a sforbiciare un po' di più le pensioni di reversibilità. La pensione di mia madre non sarebbe stata decurtata dal provvedimento Dini in quanto ella non possedeva altri redditi, ma già esisteva, vivente mio padre, la decurtazione della seconda pensione: quella di Guerra, che venne ulteriormente ridotta nella
reversibilità a mia madre. Tutto si può accettare se però si rispetta la Costituzione: Articolo 3 - Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Perché allora, ad esempio, Giuliano Amato percepisce 2 fra pensioni e vitalizi, pur continuando a percepire altri redditi dovuti alla carica, graziosamente datagli dallo Stato Italiano, di Giudice della Corte Costituzionale?