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Il “premier senza voto” taglia la sanità, la scuola, la giustizia, la scuola, i salari, le pensioni, i servizi, il welfare, ma non si azzarda neppure a sfiorare con un dito privilegi, sprechi, ruberie, rendite di posizione, pensioni e stipendi d’oro. Poi va in televisione a gigioneggiare che a settembre ridurrà le tasse. Roba da cambiare canale, visto che di cambiare governo e premier ancora non ce ne viene dato diritto e dovere come Costituzione comanda!!! Ma l’ultima polpetta avvelenata il governo l’ha confezionata per i futuri pensionati, che - se, come e quando ce la faranno ad andare in pensione - dovranno fare i conti non solo con la speranza di vita, che rinvia di anno in anno il raggiungimento del collocamento a riposo, ma pure con i “coefficienti di trasformazione” del montante contributivo. Che tradotto in soldoni è il rendimento della somma dei contributi versati all’Inps durante tutta l'intera attività lavorativa. Ebbene il governo Renzi ha pensato bene di abbassare quei coefficienti e di fatto di ridurre anche le nostre pensioni. I nuovi “coefficienti” saranno applicati a tutte le pensioni che scatteranno dal 1 gennaio 2016. Quindi se fino a quest’anno un lavoratore che compie i previsti 67 anni, dopo aver accantonato circa 200mila euro, andava in pensione con una pensione di 11.652, a partire dal 2016 ci andrebbe con un assegno annuo di 11.400 euro, 252 euro in meno. Una decurtazione di circa 19 euro al mese (per tredici mensilità). Un bella fregatura per il lavoratore, un risparmio netto per gli istituti di previdenza e per lo Stato. Da un lato, quindi, si interviene col machete sul rendimento dei contributi previdenziali accumulato dopo una vita di lavoro, e quindi l’assegno previdenziale mensile viene ridotto, dall’altro si allontana la data in cui si riuscirà ad andare in pensione! Insomma, grazie a Renzi più lavori meno prenderai di pensione! Un vero capolavoro da annoverare tra le più grandi rapine del terzo millennio perpetrato ai danni dei “soliti fessi” che continuano a prendere bastonate “zitti e mosca”!