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Pensioni: 43 anni di contributi? Le maggiori indiscrezioni

Creato il 29 novembre 2011 da Yellowflate @yellowflate

Le Pensioni

Mancano pochi giorni al fatidico CdM del 5 di dicembre dove il Governo dei Professori varerà la nuova stretta che dovrebbe far guadagnare alle casse dello Stato ingenti somme e già trapelano innumerevoli indiscrezioni.

Per andare in pensione, determinate categorie dovrebbero avere più contributi e cioè si passerebbe dagli attuali 40 anni agli ipotetici 41 o 43, indipendentemente dall’età anagrafica, però non vi è certezza! Si tratta solo di indiscrezioni ottenute dalle maggiori testate nazionali.

Di certo è che le donne che lavorano nel settore privato a partire dal 2014 andranno in pensione a 65 anni ma questo lo aveva già deciso il precedente Governo, forse però il Governo Monti porterà la regola al 2012. Insomma anno decisivo questo che verrà. A essere modificate però saranno le pensioni di tutti, persino quelle dei politici che se parlamentari con una legislatura completa, potranno andare in pensione solo dopo aver compiuto i 65 anni. Per i vitalizi entrerà poi in vigore il il calcolo dei contributi già valido per tutte le altre categorie di lavoratori. Il sistema riguarderà però solo deputati e senatori che entreranno in Parlamento dopo la data d’inizio del provvedimento, l’1 gennaio 2012 e col meccanismo dei ratei per quanti siano invece attualmente eletti. Sempre dalla stessa data i parlamentari senza più un mandato potranno percepire la pensione non prima dei 60 anni, se avranno alle spalle più di un’intera legislatura e al compimento dei 65 anni, se reduci da una sola legislatura.

La revisione al ribasso del pil pesa sull’entità della correzione dei conti da mettere in campo per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013. Facendo riferimento al calo dello 0,5% nel 2012 previsto dall’Ocse, la correzione necessaria salirebbe dai 13-15 mld previsti finora a 20-25 mld.

I tecnici sono al lavoro e le simulazioni di queste ore “devono necessariamente tenere conto” di un andamento del pil peggiore di qualsiasi precedente previsione. Per questo, si spiega, facendo riferimento al calo dello 0,5% nel 2012 previsto dall’Ocse, la correzione necessaria salirebbe dai 13-15 mld previsti finora a 20-25 mld. Al momento, “si lavora sulla parte bassa di questa forchetta”.


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