E’ nuovamente tempo di discussioni sulle pensioni, a parlarne in questi giorni saranno le assise di Camera e Senato, allo studio sembrano esserci diversi emendamenti uno tra tutti è quello presentato da Gianclaudio Bressa (Pd) e Gioacchino Alfano (Pdl), che, se approvato permetterà il ritiro anticipato dal lavoro a tutti coloro che si sono licenziati, accettando incentivi economici da parte del datore, in previsione di ottenere la pensione a breve, a seconda dell’età anagrafica e dei contributi maturati prima dell’approvazione della riforma suggerita da ministro del Welfare.Per avere il diritto alla pensione servono però dei requisiti minimi oggettivi ancora non definiti.
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I lavoratori cosidetti “esodati” potrebbero rischiare di non percepire la pensione perchè questo è quello che in realtà dovrebbe capitare in base alle norme attualmente vigenti. I sindacati però sono all’opera affinchè il governo elimini la penalizzazione per le pensioni di anzianità e riduca l’impatto della manovra sulle pensioni precoci. Attualmente indiscrezioni dicono che la richiesta delle parti sociali è quella di spostare la data al 2013 in modo da poter salvare i lavoratori coinvolti. Una delle soluzioni individuate è quella iche riguarda un aumento delle aliquote contributive pensionistiche che, a regime nel 2016, arriverà fino allo 0,15. Mentre per quanto riguarda il comparto scuola sembra essere stato momentaneamente ritirato l’emendamento che avrebbe permesso il mantenimento del diritto alla pensione per moltissimi insegnanti a lanciare l’allarme è il segretario generale della Uil, Massimo di Menna che nel contempo chiede al ministro Profumo una maggiore attenzione sul caso pensioni e insegnamento, così si legge in una nota:
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“La Uil scuola sollecita le forze politiche, il Governo in particolare il ministro Profumo, affinché nella discussione in Aula la questione venga positivamente risolta. Nei confronti degli insegnanti, dell’importanza del loro lavoro si impiegano tante buone parole ma, quando si tratta di prendere decisioni di assoluto equilibrio, c’è una sorta di accanimento negativo. Nella norma per eliminare la penalizzazione di chi ha 41 o 42 anni di contributi e non ha compiuto 62 anni non è stato previsto, ai fini della anzianità contributiva, il riconoscimento della laurea laddove riscattata.”
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