Pensioni scuola, quota 96 e classe 52, una vicenda annosa. La riforma Fornero, è noto, non si è curata della peculiarità del mondo della scuola italiana dove, l’anno scolastico e contrattuale termina il 31 agosto. Nascono così le difficoltà ormai note.
Ad oggi ci sarebbero oltre 3500 docenti che non sanno se il 1 settembre sono in pensione o no.
La politica, con il Governo Letta, sembra aver ripreso in mano la questione e così la commissione Lavoro della Camera dei deputati sta cercando di correggere la norma dando la possibilità di andare in pensione a tutti coloro che avevano maturato i requisiti idonei.
Per Manuela Ghizzoni, componente della commissione Lavoro, da sempre impegnata per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori Quota 96 e Classe 52, sembra che il riconoscimento dell’l’anno scolastico anziché quello dell’anno solare, cambierebbe la situazione non solo per chi deve andare in pensione ma anche per chi deve entrare nel mondo del lavoro. Ghizzoni ha infatti dichiarato che sarebbe necessario per incrementare le immissioni di docenti giovani all’interno della scuola, riducendo il precariato e contrastando un’anomalia propria dell’Italia, che risulta essere il Paese dell’Unione europea con la percentuale più alta di insegnanti di oltre cinquanta anni di età e con quella più bassa di insegnanti al di sotto dei trenta anni di età.
Il problema a quanto pare resterebbe sempre quello di trovare la necessaria copertura finanziari e sembra sia possibile persino un fondo di solidarietà dell’1% da prelevare ai redditi superiori ai 150mila euro.