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Da Teoderica
PEOPLE LA MAESTRA ANNA
Al nostro piccolo paesino di campagna, capitò che alla scuola elementare, dove le maestre erano sempre le stesse, per genitori, fratelli e sorelle, una maestra nuova.
Anna era il suo nome.
Ed era la mia maestra.
Io la amavo ma nascondevo il mio affetto dietro l'indifferenza, perchè io ero la sua preferita e le mie compagne mi avevano detto:
- La maestra vuol bene solo a te.-
La maestra sapeva della mia passione per i libri,
in quarta elementare avevo già letto tutti i volumi presenti nella biblioteca della scuola, lei così me li portava da casa sua, mi aveva spiegato che non sarei mai rimasta senza lettura perchè i libri non sarebbero mai finiti.
Un giorno mi portò un vocabolario con la copertina rossa, io non sapevo cos' era un vocabolario, lei mi disse...ti piacerà, tienilo questo è per te...è tuo. Sulla prima pagina scrisse la dedica col suo nome e cognome.
Mio padre non fu contento di quel regalo, disse che non andava bene accettare un dono così importante ( alla fine degli anni sessanta un vocabolario era una cosa costosa). Mi accompagnò a scuola e parlò con la maestra, ella disse che a casa ne aveva tanti ed era un regalo che faceva a sè stessa il darlo ad una scolara che amava così tanto i libri.
L' anno scolastico finì, tornai a scuola per frequentare la quinta elementare, la maestra Anna non c' era più, mi dissero che era una supplente e che non sarebbe tornata più perchè aveva avuto il posto fisso a Ravenna.
Gli anni passarono, la maestra Anna è sempre nel mio cuore. Tentai anche di rintracciarla, ma dal vocabolario rosso, che ancora possiedo, manca una pagina : quella con la dedica e la sua firma ed io non ricordo il suo cognome.
Nessuno si ricorda più di lei, perchè rimase al paese solo un anno. Al Provveditorato degli Studi dove mi sono rivolta, hanno tanto da fare e non hanno tempo per cercare una persona solo col nome e l' anno della sua supplenza.
Questo racconto è per tutte le brave maestre, se a volte vi sentite stanche e deluse.....bè pensate che forse da qualche parte vi è una scolara ormai matusa che vi vuole bene ancora, che vorrebbe dirvelo ma non riesce a mettersi in contatto.
Il racconto è frutto di fantasia. Eventuali somiglianze a fatti realmente accaduti sono puramente casuali.

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