Alla gente come noi piace un film come People Like Us. Film che non è ancora uscito in Italia, ma che potrebbe farlo prossimamente con il banale titolo di “Una famiglia all’improvviso”.
Alla gente come noi piace che Alex Kurtzman, sceneggiatore di Lost e della saga di Transformers, nonché co-autore di Fringe, per il suo esordio alla regia abbia fatto un film intimo, lontano anni luce dalla sci-fi. Una pellicola senza effetti speciali, senza esplosioni, senza inseguimenti, senza robot, senza eventi paranormali o altre robe simili. Una vicenda famigliare semplice semplice, senza tante cose, ma non senza emozioni.
La gente come noi è rimasta sorpresa dalla notevole intensità della prova attoriale del protagonista, Chris Pine, quello dell’ultimo film di Star Trek o di action come Una spia non basta e Unstoppable, uno che poteva anche stare simpatico, ma che come attore non sembrava un granché. Invece qui è bravo, del tutto calato nel suo personaggio. È intenso. Sì, l’ho detto. Che parola di merda, intenso, eppure è quella che rende meglio la sua passione messa nella parte. Così come è parecchio convincente Elizabeth Banks, pure più sexy del solito, mentre Olivia Wilde è un po’ meno sexy del solito ma la cosa significa che è comunque sempre una gran topolona. E poi c’è il giovanissimo Michael Hall D’Addario, finalmente un ragazzino di un film/telefilm che non vorresti diseredare ma che anzi suscita parecchia simpatia. Sarà che nella prima scena in cui compare fa saltare letteralmente per aria una piscina…
"Vi faccio una foto per ricordarmi di quando eravate magri,
perché mi sa tanto che dopo questo pranzo non lo sarete più..."
Allora, il film parte subito a mille. D’altra parte Alex Kurtzman, aiutato nella sceneggiatura dal solito fido compare Roberto Orci, è abituato alle serie tv e ad episodi in cui far succedere di tutto e di più in soli 40 minuti, quindi anche qua non perde tempo. Cinema e televisione funzionano però in due modi parecchio diversi e il pregio di questo script è quello di partire forte, ma allo stesso tempo non calare subito dopo di interesse. Con questo non intendo che il film è giocato su ritmi elevatissimi e ci sono scene d’azione ed è ricco di inseguimenti e insomma no, questo non è - grazie, Dio robot! - un episodio di Transformers. La pellicola è giocata su una grande densità di eventi e l’attenzione non cala. Se vogliamo trovare un difetto, possiamo dire che nella parte finale si eccede forse un po’ troppo con il sentimentalismo. Per il resto comunque la sceneggiatura fila che è un piacere e va a comporre un ottimo dramedy famigliare, un piccolo grande film. Piccolo perché come detto non cerca di stupire con effetti speciali, grande per le emozioni che provoca (ma che ca**o sto scrivendo?).
"Su di morale. Non sarai Banksy, però il tuo murales non fa poi così cagare..."
Sì, ma la gente come voi non è ancora soddisfatta, perché della trama la gente come noi che l’ha già visto ha fatto solo finta di parlare e poi ha discusso d’altro. Quindi allora diciamo che il protagonista, Chris Pine, è il classico tipo che al lavoro “spacca”: è una sorta di commerciante, di piazzista, che però non ha a che fare con i soldi. Il suo commercio è quello del baratto. Sì, il vecchio baratto, che Chris Pine cerca di riportare in auge per far fronte alla crisi economica. Così come la gente come noi sta cercando di riportare in auge l’espressione “in auge”. Nonostante sul lavoro sia un gallo chicchirichì, quando si trova a dover avere a che fare con la sua famiglia Chris Pine è parecchio meno gallo chicchiricò. Quando suo padre muore, manco vuole partecipare al funerale. Suo malgrado alla fine ci andrà, grazie a quella topolona di Olivia Wilde cui è impossibile dire di no, e scoprirà un segretuccio sul suo odiato padre, che di professione faceva il talent scout musicale…La gente come voi ora è soddisfatta e non vuole che vengano forniti ulteriori spoiler e quindi adesso la gente come voi che il film non l’ha ancora visto è pregato di vederlo al più presto in modo di entrare a far parte della gente come noi. Alex Kurtzman come regista esordiente se la cava bene, anche se deve ancora trovare uno stile tutto suo, visto che per ora sembra incerto sul da farsi, a metà strada tra cinema mainstream e tentazioni indie. O forse tra cinema indie e tentazioni mainstream. La sua specialità si conferma comunque quella di essere un ottimo narratore e con People Like Us riesce a raccontare una storia che racconta di gente come noi e che piace a gente come noi ma che sono pronto a scommettere piacerà anche alla gente come voi. (voto 7+/10)