Conclusa la prima serata di Sanremo 2014 eccoci col nostro primo specialone #PeopleFromTitina (che vi incoraggiamo ad usare per essere protagonisti con noi del nostro LaivBlogghin sanremese) che per rendervelo piacevole e non palloso, abbiamo deciso di dividere in MOMENTI topici. I vostri Devis e Halfblood, infatti, hanno deciso di occupare un salotto con divano ipotetico e virtuale per svolgere l’attività preferita dell’italiano medio nel periodo febbraiolo.
Quale? Naturalmente il totale abbandono alla kermesse canora sanremese e a tutte le gustosità che vi si ritrovano al suo interno. Conoscete ormai le anime dei vostri Halfloggers e sapete che celano (mica poi tanto) caratteristiche tipiche delle zie zitelle che, sulla soglia della 60ina, sono pronte a fare del bel “taglio e cucito” su tutto ciò che il Festivàl (come vuole il buon Pippone nazionale) regala di anno in anno.
Pronti a questo post-orgiastico a 4 mani?
Con tutta onestà possiamo dirvi che mancava poco che ce addormentavamo con i bigodini nella tisana al mirtillo che ci eravamo ripromessi di gustare in tutta serenità e di serenità ce ne stava anche troppa, una noia mortale proprio!
Ma partiamo dall’ inizio con la sensazione portante che ha aperto il Festival, quella del DISAGIO: e non mi sto riferendo solo al dejá vu/scenetta organizzata dei due operai disperati che volevano lanciarsi dalle balaustre dell’Ariston (lasciamo il compito di parlarne alla Zia Penny) ma anche a ciò che hanno vissuto gli spettatori di Sanremo e una grande artista.
Il disagio di Arisa: povera stella mia, smagrita e ingnocchita tantissimo, presenta due testi molto particolari e sulle sue corde, ma gioia di papà, si vede che il ricevitore che le passava la musica negli auricolari funzionava davvero dimmerda e quindi ha dovuto sfilarselo dalle orecchie onde evitare di stonare. Sono completamente d’accordo con la scelta dei voti per la canzone passata alla competizione, perché secondo noi è davvero quella più sanremese delle due portate in gara. Entrambe le basi sono davvero belle ed orecchiabili, ma “Controvento” è quella che subito ti entra dentro e si lascia cantare già dopo averla ascoltata solo per metà.
Brava Arisa che anche se hai debuttato come prima artista, dopo i colpi di scena dei tentati suicidi e il ricevitore che faceva capricci (per non parlare dei tacchi che ti traballavano) hai cantato al meglio delle tue possibilità per la situazione. TeamArisa forevaendevah!
Momentaccio disagio è anche la presenza di Frankie Hi Nrg su quel palco e non tanto perché stesse calpestando quel palcoscenico (lo aveva già fatto come ospite con la Cortellesi in Wooden Chicks) ma proprio perché lo stesse calpestando come concorrente, con due canzoni che con Sanremo non c’entrano una benemerita cippalippa (o mazzafionda, per citare un nostro amico di Radio VNP hits).
Da quando a Sanremo è di moda portare in gara l’Hip Hop? Non che siamo di mente chiusa, ma tesori miei, se si dice che Sanremo è Sanremo, vuol dire che è la tradizione! E tradizione vuol dire portare canzoni realmente orecchiabili e nemmeno troppo impegnative! o no?
Siamo riusciti a non parlare di disagio ma di QUASI DISAGIO per le esibizioni di Cristiano De Andrè e di Perturbazione nelle quali ci siamo ostinati a cercare lati positivi che, nonostante i nostri monocoli da Sig. Rottermeier, risultavano comunque molto molto sfocati.
In prima battuta, la performance di Cristiano De Andrè che ha posto seri dubbi circa la reale paternità del grande Faber, dissolti solo dopo aver ammesso che o si trattava di un clone da laboratorio o era realmente suo figlio. Troviamo infatti un Cristiano molto molto diverso da quello che partecipò alle passate edizioni del Festival, un Cristiano ingrassato (“sono ingrassato perchè ho smesso di fumare” e ci stiamo credendo) che porta due pezzi abbastanza complessi ma di forte impatto se non fosse per il parlato continuo e costante in entrambi i pezzi. Per quanto riguarda “Il Cielo è vuoto” che dei due si è aggiudicato la semifinale, forse forse non è stato a mio parere il pezzo più adatto visto che il primo toccava più facilmente nell’intimo e faceva leva su un canale diretto con i testi paterni.
Esibizione pienamente ascrivibile al quasi disagio è stata quella di Perturbazione (e vi lascio immaginare gli storpiamenti a cui ci siamo lasciati andare mantenendo intatto il suffisso -turbazione) che porta due brani di difficile comprensione e sicuramente non sanremesi (che tra l’altro vengono sempre scelti sadicamente dalla commissione artistica pur sapendo che non sono pezzi da Ariston, ricordare Marlene Kuntz e Marta Sui Tubi) interpretati dal frontman, probabilmente fan di Sandy Marton che con la sua oscillazione patologica ha fatto venire le cervicali alle vostre care ziette.
Siamo invece totalmente e per fortuna FUORI DISAGIO con il momento gold della serata che vede Cat Stevens, leggenda indiscussa della musica d’autore mondiale, accompagnato dalla chitarra a regalarci un medley dei suoi più famosi successi e una versione live da brividi di “Father And Son” durante la quale abbiamo singhiozzato lacrime a fiumi, unendoci alla standing ovation che ha portato tutta la platea e la galleria dell’Ariston in piedi per parecchi minuti.
Secondariamente, fuori disagio collochiamo anche il ricordo di Fabrizio De Andrè nel giorno del suo compleanno con l’interpretazione di “Creuza de ma!” da parte di un Ligabue, evidentemente toccato e commosso e l’esibizione di Raphael Gualazzi assieme ai Bloody Beetroots (aka Black Spiderman) in cui ha fatto sfoggio della sua indiscutibile classe ed eleganza musicale. Supera lo step “Liberi o no“, pezzo grintoso ed energico ma sempre marchiato dallo charme inconfondibile a cui Raphael ci ha abituati.
E un momento di puro spettacolo di alto livello…gay… è proprio quello che io e il caro Devis abbiamo battezzato “Momento GayGayGay”.
Da che mondo è mondo, in Italia almeno, si è sempre detto che ovunque c’è Raffaella Carrà c’è omosessualità! E non un’omosessualità qualunque, mie piccole timorate di dyoh, ma un’omosessualità SFRANTAH che più SFRANTAH non si può!
Raffaella ha dimostrato a Madonna e Britney Spears (che erano a casa in pigiama a prendere appunti e cercare di carpire i segreti della sua bravura e tenuta di palco) e a tutti noi anche, che all’età di 71 anni è capace di sbattere la testa e il suo caschetto platino perfetto più e più volte senza avere colpi della strega a cui io sono già molto affezionato (mio malgrado). Una donna attempata e gnocca che canta (?), balla, si dimena e si diverte (e che di sicuro avrà una vita sessuale molto più attiva di noi giovani di oggi!). Certo è vero che anche in PlayBack non ha azzeccato una singola parola delle sue canzoni, che non arriva più a prendere le note alte che prendeva una volta, ma Raffa è Raffa Nazionale, e anche se dopo l’esibizione il lancio della pubblicità è stato strategico per permetterle di tirare ossigeno fresco dalle bombole, la Raffa ha portato il Plastic e Il Muccassassina sul palco dell’Ariston, facendo nascere mille bimbi gay e divertendo l’Italia intiera.
Come se non fosse bastato questa atmosfera rainbow di un SanremoQueer, ci si mette anche Laetitia Casta, peraltro molto imbruttita con una dentatura ancora più evidente e ancora più avorio di quella a cui eravamo abituati che difficilmente si intona con l’abito bianco con cui si presenta. Nell’evidente e malriuscito tentativo di imitare Monica Vitti, si cimenta in un momento molto molto molto molto pride dove balla tra fustacchioni di ballerini (molto queer anche loro) che sventolano ventagli enormi di piume nere, degne di ogni drag queen che si rispetti, cantando “M’ando vai se la banana non ce l’hai” regalandoci una di quelle perle trash che, tra tanti anni, ricorderemo sempre con affetto.
PS Dopo aver visto come si è ridotta, abbiamo capito perchè Accorsi l’ha lasciata e vogliamo dedicarle la canzone in questione visto che proprio lei dovrebbe porsi la stessa domanda.
Dulcis (ma neanche tanto) in fundo (ma molto in fundo) il ritorno di Giusy Ferreri che come diceva il caro Nicholas “hanno fatto cantare per ultima perché aveva il secondo turno all’Esselunga”. Un ritorno stra-atteso, straziante, che ci ha tenuti tutti con il fiato sospeso…e poi… poi? Vabè… vi dico subito che il momento abbiamo deciso di chiamarlo “Momento MI STAI DILUDENDO”… si è capito già cosa stiamo per dirvi?
Ma dico io, potevi lavorare un tantinello di più per partorire qualche canzone meno pallosa, lavorare sulla tua sinusite cronica e farti una sana cura di iniezioni di positività e di vita? Musicalmente parlando, le basi sono entrambi belle, e i testi anche abbastanza piacioni e sanremesi, ma l’interpretazione “moscia” e quasi “mestamente monotona” non ci è arrivata! Speriamo solo che l’album all’ ascolto sia molto meglio dei pezzi portati in gara. Su twitter si è scatenata l’asta della cattiveria gratuita (ma azzeccata) contro sta povera stellina di Giuseppinah, eccone alcuni:
E per voi? Che Team siete? ditecelo con un commento qui e partecipate con noi al LIVE BLOGGING di stasera sul nostro blog usando #Sanremo2014 e #PeopleFromTitina!
Ci vediamo alla seconda serata Sanremese!
Vostri Devis e Halfblood!