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Peppa Pig e la fenomenologia del regalo natalizio

Creato il 18 dicembre 2013 da Phoebe1976 @phoebe1976

Peppa Pig e la fenomenologia del regalo natalizio

peppa-pig-ultimated2.jpgC’è la crisi.

Sì, è vero.

Ma c’è il Natale e la frenesia dei regali.

Piccoli, per carità. Pochi, nonvolesseilcielo.

Almeno per i bambini, è questo il mantra.

E io mi associo volentieri, anche se di regali non ne ho mai fatti a iosa. Solo alle persone a cui voglio davvero bene, ai familiari e alle amichette. Pensieri per far sentire il Natale, tutt’al più.

E poi ci sono i bambini.

Oggi vado in un ipermercato, cercando giocattoli.

E trovo l’apocalisse.

Nonni con gli occhiali calati sul naso intenti a decodificare letterine a Babbo Natale scritte con la grafia incerta e spericolata delle elementari, tentando disperatamente di discernere tra le scatole di Peppa Pig e Violetta in base all’età dei nipoti. Sui maschi non mi esprimo: passata una certa età è un mistero ed in genere regalo dinosauri per andare sul sicuro.

Una madre con il panico negli occhi che ferma una commessa e la implora: “Cosa c’è rimasto di Peppa Pig? Mi dia qualcosa con Peppa Pig, qualsiasi cosa!!!” Che volevo vedere cosa faceva se le tornava indietro con l’aspirapolvere di Peppa. O coi preservativi, per dire. Che poi c’ha il muso che ricorda vagamente un pisello, non trovate anche voi? Inquietante.

Ho visto anche due nonni prendersi a male parole per l’ultima bicicletta di Violetta. Ha vinto quello che s’era fatto accompagnare dalla moglie, le donne si sa son più tignose e poi possono usare la borsetta come arma contundente.

Brutte scene, che non vorremmo mai vedere.

Sembrava stessero arrivando gli zombie.

E forse sarebbe stato meglio.

Io ho preso quattro cose e sono scappata. Me le sono nascoste sotto il cappotto complice il pancione fino alla cassa, che questi possono picchiare pure una donna incinta come se niente fosse, eh.

A proposito, vogliamo parlarne? Del merchandise di queste serie, intendo, e del genio che si cela dietro alla capacità di creare fenomeni maniacali al limite dell’isteria. Io questi signori li stimo, li amo proprio. Ma come si generano? Lasciamo perdere la Disney e la sua potenza multimediale consolidata in anni di smielate canzoncine, ammiccamenti e disegni in 2D evolutosi nel telefilm per preadolescenti con riflessi così scemi nella trama da far impallidire gli sceneggiatori di Kiss Me Licia.

Ma Peppa Pig e la sua famiglia sono un mistero.

Ho capito che una famiglia di maiali che grugnisce e si rotola nelle pozzanghere possano avere un certo appeal nei bambini sotto i tre anni, ma da qui a sfiorare l’ossessione ce ne corre.

Eppure, anche bimbi piccolissimi sono colti dalla Peppa-mania.  Sarà che il fonema è facile da dire (Pep-paaa!), sarà che il maiale è un animale con un certo appeal e che grugnire mette allegria, ma non c'è infante che io conosca che ne sia immune, per quanto i genitori cerchino di evitarlo.

E' tutto inutile.

E' come la peste.

Come l'apocalisse zombie.

Peggio dei Teletubbies.

E oink oink a tutti voi...


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