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“Pepper Blues” di Patrizia Anselmo: fra avventure surreali ed espedienti si parla anche d’amore

Creato il 04 maggio 2015 da Alessiamocci

“- In gamba, ragazzo. Occhi aperti e chiappe strette-

Il nonno mi ha dato una pacca sulla schiena.

-Che si fa nonno?- Gli ho chiesto.

-Si fa che le nostre strade si dividono. Tu vai per la tua e io per la mia-”.

Dopo “Beati gli ultimi”, torna Patrizia Anselmo con un secondo romanzo sempre edito da Leucotea, uscito nell’aprile 2015. Ho amato questa autrice per il suo stile asciutto, scevro di descrizioni tediose, ricco di dialoghi che catapultano direttamente sulla scena. E sapevo che anche questa volta non mi avrebbe deluso. “Pepper Blues”, questo il titolo, è una storia che ha tutti gli ingredienti per appassionare, pur nella sua normalità. Si tratta di un romanzo breve che si legge tutto d’un fiato, perché lo stile è leggero, ma incalzante.

In un luogo di campagna, non ben definito nello spazio e nel tempo, un uomo di trentadue anni narra la sua tragica storia. Cresciuto col nonno, questo ragazzo che non ha nome, sembra non avere mai conosciuto la vita, fino a quando subisce il duro trauma dell’abbandono. Il nonno infatti, a sua insaputa, vende la casa e se ne va con la giovane Sonia, per trascorrere con lei i suoi ultimi anni. Prima di sparire, prepara due valigie al nipote: in una mette 70.000 euro, parte del ricavato dalla vendita della casa, che serviranno come mezzo di sostentamento al giovane, ma soprattutto per alleggerire la sua coscienza. Di qui, inizieranno una serie di avventure rocambolesche, che coinvolgeranno il ragazzo.

L’incontro con Virgo, una bionda bellissima che vive nell’illegalità, lo coinvolgerà in una pericolosa storia fatta di boss malavitosi, pistole cariche e lotte per il potere. Insieme a tre amiche di Virgo, anch’esse dalla dubbia moralità, “Bobi”, così come viene chiamato da tutti il ragazzo, giungerà in una locanda dove si coltivano e cucinano peperoni in tutte le salse, e dove per la prima volta qualcuno lo vuole. Si tratta di Immacolata, la figlia “speciale” dell’irascibile Miccio, padrone del locale, che desidererebbe che il ragazzo si fermasse a vivere con lei. Sebbene non abbia un posto dove andare, Bobi si dimostra fermo nelle sue convinzioni: lui è innamorato di Virgo, ed è lei che seguirà ovunque. Anche se la vita accanto a lei è pericolosa, e anche se quei 70.000 euro fanno la differenza, e costituiscono un espediente che non si sa bene come interpretare. In tanti infatti saranno a prendersi gioco di lui, e a cercare di impossessarsi del denaro. Ma Virgo è bellissima e molto scaltra, e non potrebbe mai stare con un “Bobi”.

Il gruppo sembra trovarsi sempre nei guai, dovendo fuggire al boss di una banda a cui Virgo ha fatto uno sgarro e che adesso vorrebbe eliminarla. E ogni volta, qualcuno di loro si inventa una soluzione per uscire dagli impicci. Fino a giungere al sorprendente finale. Spiazzante e del tutto imprevedibile.

“Pepper Blues” è un romanzo che rovescia le prospettive: i cattivi sono simpatici, ironici; i buoni sono ingenui e prigionieri dei loro principi. La storia è narrata dal “sempliciotto” Bobi, un puro di cuore, un ingenuo, che non riesce ad avere una visione obiettiva, poiché oscurata dall’amore che prova per Virgo. Talvolta sembra di sentir parlare un bambino, e l’autrice è stata molto brava a “giocare” proprio su questo fatto. Le situazioni così appaiono meno surreali.

Bobi non comprende l’assurdità di quello che gli capita; non si arrabbia col mondo per avere avuto un nonno degenere che lo ha abbandonato, nonostante egli non sia una persona mentalmente autonoma. Anzi, continua a custodire il clarino che l’anziano gli ha affidato come la più sacra delle reliquie.

Le ragazze della storia ironizzano su tutto e quindi anche su Bobi, anche se con la sua tenacia e la sua testardaggine, egli riesce a guadagnarsi il loro rispetto.

Ma purtroppo il mondo è troppo duro e troppo spietato per un “ritardato” come Bobi, e si sa, che i buoni hanno sempre la peggio.

“Pepper Blues” è una storia di solitudine e disagio, ma anche d’amore. Un amore disinteressato che solo chi ha il cuore incontaminato può provare, indipendentemente dall’essere ricambiato.

E Patrizia Anselmo, anche questa volta, è stata abile a descrivere le miserie di una determinata tipologia di mondo. Dalla parte degli “ultimi”, ella ci ha lasciato una “chicca” su cui riflettere.

Written by Cristina Biolcati


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